31 Dicembre 2018 21:05

Aperitoon di dicembre. Nuovi cortometraggi animati, libri, video musicali e serie.

Martedì 19 dicembre a Torino nel locale Blah Blah della centralissima via Po si è tenuta l’Aperitoon. L’appuntamento mensile in cui si ritrovano gli appassionati e gli autori del cinema d’animazione.

Come ogni mese Emilianio Fasano è salito sul palco augurando a tutti buone feste dall’ultima Aperitoon dell’anno.

Salgono sul palco Kris Kub, Federico Turani e Francesco Frack Zuccarello già venuti a novembre per presentare “Kilo’s Mind”. Sono tornati per raccontare come vada la serie.
Sono stati postati diversi disegni e mini sketch su Instagram. Attirando l’attenzione di circa 3400 follower.
Guardando ai commenti lasciati hanno potuto vedere che la grande maggioranza di chi li segue ha intorno hai tredici anni d’età, giovani che adorano i lupetti come Kilo e fanno un sacco di domande sugli assurdi scenari in cui si muove. Questo perché Kris Kub adora fare disegni pieni di particolari e alludere a storie tragiche. Segni di sparatorie, fiumi di sangue o ambienti devastati sono la norma, in un mondo che resta comunque la mente di una ragazza.
Per il trio di autori si stanno aprendo alcune possibilità interessanti. Durente l’Aperitoon di novembre hanno preso contatto con lo Studio Bozzetto e a gennaio hanno un appuntamento con loro.

La serie si sta evolvendo grazie al contatto con i fans. Tra i messaggi lasciati in un episodio c’era quello del fratello di Federico Gallinari giocatore italiano nell’NBA considerato il nostro rappresentante della pallacanestro negli USA. Nel messaggio gli chiedevano se potevano fare un episodio dove appariva il giocatore. Loro, dopo aver verificato che il follower fosse chi diceva di essere e non un mitomane, hanno accolto l’idea con gioia e faranno un episodio con la partecipazione diretta dello sportivo versione cartoon/animale antropomorfo. Questo li ha spinti a provare a coinvolgere altre celebrità nella serie, scoprendo che l’idea di diventare un animale animato piace tantissimo.

Sale sul palco Mario Bellina, autore di libri e sceneggiature per programmi TV e serie animate per l’infanzia venuto a Torino per discutere con la coordinatrice di Rai ragazzi Mussi Bellini di un nuovo programma per l’infanzia. Felicissimo dell’incontro perché il programma sarà sui robot e lo potranno fare in stile Mad Max, cosa obbiettivamente fortissima.
È venuto all’Aperitoon per presentare un libro su come realizzare sceneggiature per l’animazione che ha avuto la possibilità di scrivere e pubblicare per le edizioni Dino Audino.
Il libro si basa sia sulla sua esperienza nello scrivere che in quella di essere ormai da anni un consulente ai festival d’animazione. Lavoro che consiste anche nel visionare centinaia e centinaia di cortometraggi o progetti inviati ai concorsi di questi festival.
Nel suo libro ha analizzato film famosi e serie fatte da lui spiegandone la struttura. Per fare un esempio tratto da un film sicuramente visto da tutti i presenti analizza una scena di “Alla ricerca di Nemo” parlando di tutte le cose che accadono più la biologia marina che fa capire quanto la scelta dei personaggi sia stata ponderata anche dal punto di vista scientifico. Fatti che gli autori scelgono di seguire o meno a seconda della storia che vogliono raccontare.

Il libro è andato bene, ben oltre le aspettative dell’editore. Così tanto da fargli venire l’idea di stampare altri manuali dedicati all’animazione.
Chiedendogli consiglio su chi poteva essere in grado di scrivere un libro sullo sviluppo della Pipeline nella produzione animata lui gli ha fatto il nome di Francesco Filippi. Autore di cortometraggi importanti che ha recentemente finito il mediometraggio in stop motion e disegno animato “Mani rosse”. Mario Bellina è felice di dire che Francesco Filippi ha accettato il compito e firmato il contratto per scrivere il libro. Pensa che se lo meriti tanto per tutto il lavoro e la passione che ha sempre profuso nell’animazione.
Speriamo che questo sia l’inizio di molti bei libri su come si lavora nell’animazione.

Vengono mostrati due corti dello Zecchino d’oro. Sono quelli fatti per le canzoni “Me la faccio sotto” e “Nero nero” e sono stati realizzati da due autrici d’eccezione. Giulia Martinelli e Marta Gennari, diplomate al CSC e autrici di “Merlot”, cortometraggio che hanno realizzato come corto di diploma e ha ricevuto decine di premi.
Il video sulla canzone “Me la faccio sotto” è stato fatto da Giulia Martinelli, mentre quello di “Nero Nero da Marta Gennari, che tornata momentaneamente in Italia è presente in sala e racconta come sia arrivata a farlo.
Conoscendo il suo lavoro è stata contattata da Federico Fiecconi, che le ha proposto il lavoro. Sapendo che non avrebbero potuto farcela da sola in poco tempo ha chiamato subito gli amici del gruppo Ibrido, che hanno così partecipato alla realizzazione di entrambi i corti felici di come questi diano la possibilità di collaborazione tra artisti e studi.

Marta Gennari ha finito da poco tempo un cortometraggio, il titolo è “Bigoudis”, è a disegni animati, lo ha prodotto grazie al supporto di La Poudrière di Valence, dove ha seguito un corso sul cinema in cui si realizzava un cortometraggio finale. Il soggetto è su una casa di riposo dove il tempo sembra non passare mai, ma l’arrivo di un parrucchiere porterà una ventata inaspettata.
In questo momento come progetto personale ha delle idee su serie animate da fare con degli amici. Le stanno proponendo in giro e speriamo che possano fare qualcosa.

Emiliano Fasano chiama sul palco Jacopo Martinoni per parlare di un progetto che lui ha seguito con passione.
Martinoni è tra i fondatori dello studio “Cicciotun”, una realtà nella produzione animata che esiste da quasi vent’anni. La gran parte della loro produzione è costituita da lavori realizzati per la pubblicità, ma ogni tanto si concedono dei lavori personali. Questo è il caso di “Evo-Ove”, il cortometraggio che presentano. Un lavoro realizzato dipingendo le animazioni su piastrelle di ceramica utilizzando una tecnica che rende i colori inalterabili nel tempo.

Il lavoro ha un senso di palindromo a partire dal titolo. È un corto a loop continuo che indica la storia dell’umanità dagli albori della civiltà alla sua futura fine per poi ricominciare al contrario tornando all’inizio e poi ancora e ancora all’infinito.
Lavorare a questo corto lo ha impegnato per due mesi, avevano presentato il progetto alla Compagnia di San Paolo, che aveva indetto un concorso per finanziare dei progetti cinematografici. Purtroppo non erano stati selezionati e sarebbe finita li, se non fosse stato che la Carige stava cercando qualche progetto su Genova che potesse interessargli. La compagnia gli ha parlato del cortometraggio dicendogli che l’unico motivo per cui non l’avevano preso era per il numero limitato di progetti da accettare, ma l’idea era valida. E fu così che lo studio Cicciotun ha ricevuto il finanziamento e il successivo plauso per il risultato ottenuto è stato tale che le 400 piastrelle usate per fare il corto sono adesso incollate a un’istallazione che si trova all’interno dei Giardini Luzzati, cosa che per loro è un grande onore. L’opera si chiama Keramotion e unisce la matericità della ceramica al movimento dell’animazione.

Nel giardino si trovano dei codici QR che permettono a chi li decodifica di vedere il corto e sapere come sia stato realizzato.
Vengono mostrate foto degli studi fatti per la realizzazione. La grande importanza della figura di Giano bifronte, simbolo della città di Genova, è stata presente fin dall’inizio per ribadire quanto il corto sia palindromo e (appunto) bifronte.
Un ottimo cortometraggio da vedere e ammirare.

Sale sul palco Simone Arcagni, professore universitario e esperto di media digitali che ha da poco pubblicato il libro “L’occhio della macchina” in cui analizza il modo in cui guardiamo il mondo attraverso il digitale.
Dicendo di sapere quanto le discussioni dei professori possano essere noiosi inizia un gran discorso su come la CGI sia sempre più importante nel cinema e come l’occhio digitale sia sempre più autonomo. Si discute del rapporto di dialogo tra la macchina e l’uomo e dell’evoluzione che gli Avatar digitali dovranno avere nel prossimo futuro e tutto porta a parlare di “2001 odissea nello spazio” per parlare di intelligenza artificiale e macchine coscienti.

Sale sul palco Michele Tozzi, animatore diplomatosi al CSC nel 2007 con il cortometraggio in tecnica mista “Il naturalista”, corto che girò per molti festival ottenendo diversi premi. Dopo il diploma iniziò a lavorare per diversi studi, tra questi lo studio tedesco di Cartoon Network per “Il fantastico mondo di Gumball”. Dopo anni di lavoro per gli altri da ottobre ha deciso che avrebbe trovato del tempo per se stesso e fare animazioni sue. Ha così iniziato a fare Gif animate sulle idee accumulate negli anni che aveva meticolosamente scritto e schizzato. Mostra i lavori fatti in questo breve tempo. Sono un insieme di incredibili scene, molto corte e in bianco e nero dove lo stile grafico e l’azione folgorano per la loro geniale energia e follia.

Davvero qualcosa di notevole che speriamo di poter veder crescere mese dopo mese.
Sale sul palco Maria Pia Santillo, storica del cinema d’animazione che un anno fa ha pubblicato l’interessante libro “Conversazioni animate”, dove sono raccolte le interviste che ha fatto ai maggiori animatori italiani contemporanei.
Un lavoro prezioso nato dalla passione per l’animazione e inizialmente fatto solo per essere postato sul suo sito. Arrivata ad averne dodici fortunatamente ha deciso di provare a proporlo a degli editori fino a trovare Corrani edizioni. Un editore tedesco che pubblica in italiano.
La prefazione gliela fece Bruno Bozzetto, che fu un piacere intervistare e gli raccontò di Norman McLaren, un grande amico che gli mandava dei fantastici biglietti di auguri natalizi disegnati a mano.
Dopo questo libro Maria Pia Santillo ha continuato a collaborare a iniziative legate all’animazione, ha fatto la programmer del festival Animafix di Bagheria e in quel momento stava lavorando alla Rassegna sull’animazione al femminile “GO GIRL” per Alma d’arte, che guardava soprattutto al cinema d’animazione ungherese (chi scrive rimpiange davvero di non essere potuto andare).
Tra i progetti per il futuro c’è quello di trasferirsi in Francia per poter lavorare ancora più intensamente nell’animazione.

Come ultimo ospite della serata Emiliano Fasano chiama sul palco Donato Sansone, chiedendogli subito com’era stata la sua intervista con Maria Pia Santillo. A suo parere è andata molto bene perché, essendo timido, gli piacciono le interviste in cui non compare fisicamente.
Donato Sansone mostra i due videoclip che ha realizzato per il gruppo “Subsonica” usciti a novembre. Ammette che lui fa pochi video perché non ci sono molti soldi nel settore e accetta sono se la musica gli piace o il gruppo è famoso.
Non è la prima volta che ha realizzato dei video per i Subsonica. Con loro si trova bene perché al gruppo piace quello che fa e gli lasciano assoluta libertà.
È molto viscerale nel fare i video, segue quello che la musica gli fa venire in mente.
Per il video “Bottiglierotte” ha avuto un’idea che si ispirava al lavoro del suo amico Fontanesi. per questo ha discusso con lui e hanno collaborato con piacere.
Il secondo “Respirare” è il trionfo della pittura. Un continuo riferimento a quadri di Salvador Dalì che lascia senza fiato.
Per il futuro già da alcuni anni i suoi lavori hanno il supporto del gruppo francese Autour de minuit, ma lui si è un po’ seccato di fare cortometraggi e vorrebbe provare a fare un lungometraggio. Sembra molto convinto di se e esorta scherzosamente i produttori seduti in sala a finanziarlo anche loro. La richiesta desta interesse e divertimento generale. Cosa potrà mai realizzare Donato Sansone in un lungometraggio? Quante tecniche ci metterà? Che trama avrà? Con chi collaborerà?
Fin dall’inizio i suoi cortometraggi sembravano contenuti in poco tempo a fatica e pronti a esplodere. Quanto potrà espandersi in un lungometraggio?
Chi scrive vorrebbe davvero poter vedere un opera simile. Quindi speriamo che il nuovo anno faccia partire una produzione come mai si era vista.
Questa è stata l’Aperitoon di dicembre. L’ultima del 2018. Un grande anno per l’animazione. Auguriamoci che il 2019 lo sia ancora di più e ricordatevi, se avete cortometraggi, progetti e volete presentarli a un piccolo pubblico di grandi intenditori potete farlo qui. L’appuntamento è ogni mese.