12 Dicembre 2018 17:01

Il Dr. Fleischman torna a Cicely… ma senza Maggie?! [Updated]

CBS ha confermato di aver messo in cantiere il sequel/reboot della sua ormai leggendaria serie ‘Northern Exposure’ (1990-1995), da noi nota come ‘Un medico tra gli orsi’. Il progetto vede già coinvolti uno dei principali protagonisti del serial, il dottor Joel Fleischman (interpretato dall’attore Rob Morrow, visto di recente in ‘Numb3rs’) e gli storici autori Joshua Brand e John Falsey.

L’idea è quella di realizzare una sorta di seguito dello show, vincitore all’epoca di numerosi Emmy e capace di dare origine a un vero e proprio culto il cui epicentro pulsa tuttora nell’uimmaginaria cittadina di Cicely, sorta di Macondo d’Alaska (e tra le fonti d’ispirazione degli autori c’era proprio il realismo magico del ‘Cent’anni di solitudine’ di Garcìa Marquez).

Lo spunto sarà, a quanto si evince dalle prime indiscrezioni, il ritorno del dottor Fleischman a Cicely in occasione del funerale di un vecchio amico (a intuito ci si orienterebbe sull’allora già anziana Ruth-anne Miller, la cui interprete Peg Phillips  é scomparsa nel 2002, ma in molti paventano possa trattarsi dell’ormai novantenne John Cullum, interprete di Holling Vincoeur): sarà l’occasione per una reunion con alcuni membri della vecchia comunità e per conoscere nuovi, eccentrici personaggi.

Northern Exposure (CBS) 1990 – 1995
Shown: Rob Morrow (as Dr. Joel Fleischman)

Brand sta scrivendo la sceneggiatura e sarà produttore esecutivo con Falsey, Morrow e Ben Silverman.
John Corbett, il mitico Chris Stevens signore e padrone della stazione radio KHBR, sarà a sua volta tra i produttori. Sarà della partita anche la Universal Television, produttrice della serie originale.

Di un possibile remake di “Un medico tra gli orsi” si era parlato sempre più con insistenza negli ultimi due anni, soprattutto grazie a Darren E. Burrows, l’interprete del giovane nativo alaskano appassionato cinefilo e seguace di Federico FelliniEd Chigliak, il quale aveva anche indetto un crowdfunding per realizzare nuovi episodi. Poi, nel 2017, in un panel in occasione dell’ATX Festival, Brand ha finalmente annunciato che Rob Morrow era all’opera sul revival della serie.

“A quanto pare tutti noi speriamo che accada – aveva rincarato Cynthia Geary, indimenticabile interprete di Shelly Tambo, giovanissima quanto innamoratissima moglie dell’ex cacciatore divenuto poi gestore del Roslyn Cafè, il già citato Olling Vincoeur.

Tale progetto si inserisce nel quadro di un più vasto piano di reboot di popolarissime serie del passato, tra cui quelli di “Buffy-L’Ammazzavampiri’, “Magnume PI”, “Murphy Brown”, “Will & Grace” e “Mac Gyver”: operazioni rischiose, che giocano con l’affetto di milioni di fans i quali assistono spesso con perplessità e preoccupazione a queste ‘operazioni nostalgia’.

Il cast originale di “Un medico tra gli orsi” includeva, tra le presenze fisse, Barry Corbin (Maurice Minnifield), Janine Turner (Maggie O’Connell), John Cullum (olling Vincoeur), Elaine Miles (Marilyn) e Peg Phillips (Ruth-Anne).

Rob Morrow abbandonò il suo ruolo nella stagione finale a otto episodi dalla fine, per motivi contrattuali e per tentare altre strade come attore (con alterne fortune, specie in campo cinematografico, in cui il suo ruolo migliore resta forse quello in “Quiz Show”), e il suo posto venne preso da Paul Provenza nei panni del nuovo medico Phil Capra, giunto a Cicely con la moglie Michelle per sostituire il dottor Fleischman tornato a New York.

Uno dei temi portanti della serie, ovvero la love story ‘elettrica’ e altalenante tra Joel e l’aviatrice Mary Margaret ‘Maggie’ O’Connell, venne così interrotto bruscamente, e proprio quando pareva finalmente stare decollando nella direzione che tutti avremmo voluto, dirottando il personaggio interpretato dalla bravissima Janine Turner verso una improbabile relazione alternativa, considerata dai più come un impacciato ripiego, con il dj Chris.

Questo reboot poteva essere l’occasione di ‘riparare il danno’, ma l’attrice texana (nata in Nebraska) ha proprio in questi giorni fatto sapere di essere stata ‘ufficialmente’ esclusa dal progetto, in quanto – parole sue – gli autori intendono ‘ringiovanire’ il cast.

Con molta ironia, Turner ha postato sul suo accontu fb una foto della reunion del 2017 rivolgendo ai propri followers la legittima domanda: “Sembro davvero più vecchia di Rob?” – considerato che i due ex colleghi sono coetanei.

La notizia ha sconcertato gli appassionati di “Un medico tra gli orsi”, che difficilmente riuscirebbero a concepire la serie senza i battibecchi e le schermaglie amorose della coppia Joel vs Maggie, ma soprattutto ha fatto insorgere quanti, e chi scrive ne fa parte, ritengono la motivazione dell’esclusione adotta dalla produzione, qualora comprovata, del tutto inaccettabile e dai connotati esplicitamente sessisti.

La palla comunque passa ora alla Difesa, e fin quando il sequel/reboot/remake non sarà pronto, di certo se ne diranno e se ne vedranno ancora delle belle.

Tra i quesiti più intriganti: ci sarà l’indimenticabile Marilyn Whirlwind (Elaine Miles), l’ineffabile ‘assistente’ indiana dell’ambulatorio medico di Cicely e punto fermo dell’originale?

La strada che (ri)porta a Cicely è ancora lunga.

[Aggiornamento]:

Come sempre, e chi scrive c’è cascato in pieno, abbandonarsi a giudizi sommari, in preda al cieco amore per i personaggi del cuore e prima di aver almeno ascoltato le due campane, non è mai una strategia lucida per informare: l’attore Rob Morrow, tra i principali promotori del reboot, ha invitato via facebook a “non dare ascolto ai rumor” sulla serie, implicitamente smentendo le esternazioni social della collega Janine Turner e dicendosi ‘speranzoso di poter coinvolgere tutti i membri del cast originale”… in qualche modo.

Dunque, l’incertezza resta, e da più parti viene ora sollevato il dubbio che Turner stia incontrando difficoltà a inserirsi nel progetto soprattutto a causa della sua storica militanza repubblicana (fu anche sostenitrice della campagna per la vicepresidenza di Sarah Palin), per la quale non di rado si è trovata a criticare apertamente l’ambiente hollywoodiano, da lei definito “asservito ai liberal”, criticando anche il celebre speech di Meryl Streep ai Golden Globes (“questa libertà di parola esiste solo per gli attori della sua parte politica!” – giunse ad asserire in tv), ma anche per un’ostentazione della fede religiosa cristiana sconfinante nel fanatismo intollerante.

Tutti elementi non proprio in linea con lo spirito di una serie che di ‘conservatore’ ha sempre avuto ben poco, pur sapendo narrare anche l’anima più ‘tradizionalista’ della Grande Nazione (su tutti, il ‘sindaco’ Maurice Minnifield, ex astronauta e convinto reaganiano).

Si sta dunque facendo largo tra i fans, dopo l’iniziale fronda ‘pro-Maggie’ – la quale  aveva in pratica data per certa la propria esclusione ‘per ragioni di età’ –  che in realtà possa essersi trattato di una mossa assai meno ‘giustificata’, una sorta di ripicca a sfondo politico se non uno spregiudicato tentativo da parte dell’attrice di aumentare il proprio potere contrattuale fomentando il risentimento dei fan del proprio personaggio, scatenando al contempo una ‘guerra al sessimo’ in salsa questa volta repubblicana.

Anche questa, ovviamente, è una pura ipotesi, un’interpretazione, cui ne seguiranno, siamo certi, molte altre.

Fino a quando le porte di Cicely non verranno riaperte ufficialmente.

Bon Hiver, Cicelians!

Uno degli episodi più belli: “Burning Down the House (Non arrendersi mai)”, stagione 3, episodio 14.

Maggie riceve la disastrosa visita della madre che non solo le annuncia il divorzio dal padre, ma accidentalmente dà fuoco alla sua casa, privandola di tutti i suoi beni e costringendola ad un nuovo inizio da zero.

Chris si dedica ad un bizzarro progetto di performance art, lanciare una mucca con una catapulta. Quando scopre che è già stato fatto in un film (Monty Python e il Sacro Graal), la sua ispirazione viene meno, ma la ritrova grazie a quanto è accaduto a Maggie: sostituisce il povero animale con un pianoforte sopravvissuto all’incendio, arricchendo il proprio lancio di un nuovo, più profondo significato di rinnovamento.

Chris: “I’ve been here now for some days, groping my way along, trying to realize my vision here. I started concentrating so hard on my vision that I lost sight. I’ve come to find out that it’s not the vision, it’s not the vision at all. It’s the groping. It’s the groping, it’s the yearning, it’s the moving forward. I was so fixated on that flying cow that when Ed told me Monty Python already painted that picture, I thought I was through. I had to let go of that cow so I could see all the other possibilities. Anyway, I want to thank Maurice for helping me to let go of that cow. Thank you Maurice for playing Apollo to my Dionysus in art’s Cartesian dialectic. And thanks to you, Ed, cause the truth shall set us free! And Maggie, thank you for sharing in the destruction of your house so that today we could have something to fling. I think Kierkegaard said it oh so well, “The self is only that which it’s in the process of becoming.” Art? Same thing. James Joyce had something to say about it too. “Welcome, Oh Life! I go to encounter for the millionth time the reality of experience, and to forge in the smythe of my soul the uncreated conscious of my race.” We’re here today to fling something that bubbled up from the collective unconsciousnessof our community. Ed, you about ready? The thing I learned folks, this is absolutely key: It’s not the thing you fling. It’s the fling itself. Let’s fling something, Cicely!”