In questo affascinante, quanto periglioso, periodo, in cui i “nuovi fascisti” accusano gli altri di “pensiero unico” (lo so, dovrebbe far ridere, invece no), mentre lavorano per ricostituire, de facto, il Partito Nazionale Fascista (che di pensiero unico era maestro e che qualcuno pensava la Storia avesse sepolto da tempo nel ricordo tragico dell’orrore e nell’ignominia), può essere il momento buono per rileggere un bel volumetto delle deliziose opere di Benito Jacovitti (il Benito più amato dagli italiani, nel dopoguerra).
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Eccone la presentazione ufficiale dell’editore:
EIA EIA BACCALA’!
Consideriamo questo periodo della vita artistica di Jacovitti come un contributo importante alla conoscenza di un’epoca e dei suoi passaggi, tra fascismo e democrazia, tra monarchia e repubblica, tra pensiero unico e pensiero plurimo, e dei suoi effetti sulla parte del popolo italiano che la guerra prima e la democrazia poi hanno travolto e sconvolto, rendendole difficile saper vedere e capire. Eia eia baccalà, lo slogan dissacrante usato da Jacovitti per commentare l’Italia che si trovò a vivere, riassume al meglio il contenuto del libro: un ritratto satirico, a volte feroce ma sempre divertito di un Paese in cui la normalità non è mai esistita. |
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