Dal 18 giugno è partita presso il Cinema Massimo di Torino la minirassegna “L’Arte dell’Emozione. Omaggio ad isao Takahata” un omaggio al cinema del sensei Isao Takahata scomparso il 5 aprile scorso. Sei titoli che ripercorrono l’Arte e la Cultura di uno dei registi e cultori dell’animazione che hanno contribuito, sia attraverso la loro opera, espressasi compiutamente nella fondazione dello Studio Ghibli insieme al suo amico e collega Hayao Miyazaki ed al produttore Toshio Suzuki, che il personale impegno ed esempio a dare una svolta definitiva all’animazione nipponica e mondiale. Nella rassegna è compreso anche l’ottimo Documentario di Sunada Mami dedicato ai tre fondatori dello Studio.
I Titoli della Rassegna.
Una tomba per le lucciole (Hotaru no haka)
(Giappone 1988, 89’, HD, col., v.o. sott.it.)
In una stazione ferroviaria, un ragazzo di nome Seita muore nell’indifferenza generale. In un prato illuminato dalla luce delle lucciole, lo spirito di Seita si ricongiunge con quello di una bambina, ovvero la sorella Setsuko, morta poco prima. In un lungo flashback, il film racconta l’amara e struggente storia dei due fratelli, fuggiti dai bombardamenti di Kōbe alla ricerca della salvezza e di un futuro migliore.
Lunedì 18 giugno, ore 20.30 e Mercoldì 20 giugno, ore 18.15
Pioggia di ricordi (Omohide Poro Poro)
(Giappone 1991, 118’, HD, col., v.o. sott.it.)
Okajima Taeko è un’impiegata ventisettenne, nubile e senza progetti di matrimonio, che vive strangolata tra gli stili di vita moderni e il peso delle convenzioni del pur recente passato. Stanca, decide di concedersi una breve vacanza per tornare alla campagna natia, a Yamagata, dove i ricordi dell’ infanzia la porteranno a rimettere in discussione la scelte della sua vita adulta.
Sabato 23 giugno, ore 20.30 e Martedì 26 giugno, ore 18.30
Pom Poko (Heisei tanuki gassen pompoko)
(Giappone 1994, 119’, HD, col., v.o. sott.it.)
La lotta dei tanuki per riconquistare la collina di Tama, nei pressi di Tokyo, strappata agli animali per farne un quartiere residenziale. I tanuki agiscono dapprima con le buone e poi con le cattive ma alla fine nulla possono fare contro la speculazione edilizia e la distruzione del loro habitat.
Lunedì 25 giugno, ore 20.45 e Venerdì 29 giugno, ore 18.00
Sunada Mami
Il regno dei sogni e della follia (Yume to kyoki no okoku)
(Giappone 2013, 118’ HD, col., v.o. sott.it.)
Lo Studio Ghibli immortalato nella sua routine di lavoro, durante la gestazione delle due ultime sofferte opere: Si alza il vento di Miyazaki Hayao e La storia della principessa splendente di Takahata Isao. Così ci si addentra in una delle più incredibili fucine di talenti del cinema degli ultimi decenni, anche se Takahata resta quasi costantemente fuoricampo per il suo carattere schivo.
Sabato 30 giugno, ore 18.00 e Mercoledì 4 luglio, ore 20.30
I miei vicini Yamada (Houhokekyo Tonari no Yamada-kun)
(Giappone 1999, 103’, HD, col., v.o. sott.it.)
Gli Yamada sono la tipica famiglia medio borghese giapponese di Tokyo. Takahata ne descrive la vita quotidiana in forma di commedia, realizzata con una colorazione ad acquerello voluta dallo stesso regista. Per ottenere questo effetto la tradizionale colorazione a mano dei cell è stata sostituita con il ricorso al digitale, rendendo il film la prima opera dello Studio Ghibli interamente colorata ed animata al computer.
Sabato 30 giugno, ore 20.30 e Lunedì 2 luglio, ore 18.00
La storia della principessa splendente (Kaguya-hime no monogatari)
(Giappone 2013, 137’, HD, col., v.o. sott.it.)
Un giorno Okina, un tagliatore di bambù, trova in un germoglio di bambù una minuscola creatura luminosa che ha le sembianze di una principessa. Decide di portarla a casa e questa si trasforma in una neonata, che l’uomo e la moglie decidono di crescere come una figlia. Dopo qualche tempo l’uomo torna nella foresta e trova un’altra sorpresa: da un bambù esce dell’oro e Okina lo interpreta come un segno divino, la richiesta di fare della bambina una principessa.
Martedì 3 luglio, ore 20.30 e Mercoledì 4 luglio, ore 18.00
La rassegna è realizzata in cooperazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Fonti Consultate: