Giovedì 14 nella Grande salle del Bonlieu di Annecy é stato presentato il Work in Progress di “How to Train your Dragon 3 The Hidden World”, terza e ultima parte della fortunata trilogia DreamWorks.
A presentarla sono stati i membri della DreamWorks tra cui la produttrice Bonnie Arnold, che spinse lo studio a fare il primo film dopo averne letto i libri nel 2005.
Felice di essere ancora una volta a Annecy, dice che il terzo film sarà il più ambizioso dei tre e tra i più complicati da realizzare tra quelli fatti dallo studio.
Con lei sul palco sale Brad Lewis, co produttore insieme a lei del film e di altri grandi titoli dell’animazione come “Shrek” o “Raratouille”, tornato alla Dreamworks dopo anni proprio perché Bonnie Arnold gli ha chiesto di unirsi al progetto.
Considera questo terzo film speciale. Soprattutto grazie al talento e alla dedizione di Dean DeBlois, regista e sceneggiatore di tutta la trilogia che con il suo impegno ha riunito persone di grandissima abilità riuscendo a farli lavorare insieme.
Sale finalmente sul palco Dean DeBlois accolto dalle grida del pubblico. Felice di trovarsi ancora una volta a Annecy ripensa agli inizi condividendo alcuni ricordi della produzione del primo film.
Dopo il successo avuto lo studio gli chiese di fare un seguito. Lui non amava l’idea perché i seguiti sono di solito cose che danno fastidio e propose quindi una trilogia. in quel modo avrebbe potuto ampliare degnamente il discorso.
Quando la proposta venne accettata, subito si mise al lavoro per sviluppare il terzo capitolo, prima ancora del secondo, per capire che tipo di conclusione potesse essere fatta.
Durante la sua ricerca avvenne l’incontro con l’autrice dei libri. Sa che le storie del libro sono piuttosto differenti da quelle che ha fatto nei film, ma l’incontro fu una tappa importante nello sviluppo del finale. All’epoca l’autrice stava progettando di scrivere il libro che spiegasse cosa fosse successo prima dell’inizio dei suoi racconti, ovvero come mai i draghi e gli uomini finirono col separarsi.
Ispirato da queste conversazioni, Dean DeBlois trovò il finale per la trilogia. Un finale dove la separazione di draghi e umani fosse un bel finale che potesse piacere alla gente.
Analizzando il personaggio protagonista, Hiccup, dal primo film all’ultimo, rivela che in ogni film avviene un rito di passaggio che porta cambiamenti per tutti. Nel primo era l’inserimento nella società, nel secondo la sua fuga dalla società avvicinandosi di più alla vita libera dei draghi seguito dal ritorno e l’assunzione delle responsabilità. Nel terzo è diventato il capo villaggio ereditando il posto del padre, ma il suo sogno di una società dove draghi e umani vivano insieme non gli fa vedere quanto l’isola sia diventata sovraffollata e questo sia un vero problema.
Il prendersi carico del bene del suo popolo mettendo da parte i suoi sogni, sarà parte integrante del terzo film, insieme al superare la paura di non essere nessuno senza il suo amico drago Toothless.
Artisticamente ci sono stati tanti cambiamenti. Nell’isola i draghi hanno influenzato un nuovo stile architettonico e Hiccup e gli altri cavalieri di Berk indossano tute fatte utilizzando le scaglie che i loro draghi perdono nella muta, apparendo più minacciosi e forti. Anche se in realtà sembra essere solo un’apparenza.
Inevitabilmente la fama del villaggio finisce con l’attirare persone molto pericolose, soprattutto un cacciatore di draghi specializzato nell’uccisione di Furiebuie, e un’armata di cacciatori di draghi.
Partono le immagini in anteprima di alcune parti del film, mostrano i protagonisti in azione per liberare draghi prigionieri, Hiccup e Astrid che si ritrovano a discutere di matrimonio e naturalmente la parte che ha colpito di più nel trailer, l’apparizione di una Lightfury.
La dragona bianca sembra ispirata a un furetto, non si fida degli umani, si muove con eleganza e ha una speciale tecnica di mimetizzazione che le permette di rifrangere la luce diventando praticamente invisibile.
Sarà lei il punto di contatto che riavvicinerà Toothless al mondo dei draghi selvaggi e ad accettare una protesi automatica, che in uno speciale televisivo aveva rifiutato, per poter volare libero.
La fuga del popolo li porterà a scoprire caverne nascoste popolate da draghi e che vengono illuminate da funghi fluorescenti. In questa occasione si mostrerà che anche i dragoni possono essere fosforescenti al buio, diventando ancora più spettacolari.
Il regista sembrava preoccupato nel mostrare queste immagini. Purtroppo questo era probabilmente dovuto a un’assurda polemica partita in seguito all’apparizione del trailer dove lo studio è stato accusato da molti “fans” di aver mostrato troppo rovinando il film.
Ma confida nel fatto che il pubblico di Annecy sia oltre queste polemiche e invita tutti a non raccontare le cose viste a persone che potrebbero non gradire di sentirle.
Come giornalista chi scrive sente di dover raccontare tutto. Confidando che i lettori sappiano gestire delle informazioni generiche sulla storia che non spiegano minimamente come questa storia potrebbe finire.
Questa era uno dei Work in Progress di Annecy. Per chi fosse interessato il festival chiuderà sabato, non sarebbe male passare a vedere.
Grazie per le informazioni ma ci sono davvero tanti errori grammaticali, non voglio giudicare qualcuno, sia chiaro, ma ci sono diversi errori, sia di punteggiatura che di disattenzione o mancanza di vocaboli.
State attenti a quello che scrivete e ricontrollatelo piú e piú volte, per assicurarvi che non ci siano errori.
Grazie per la segnalazione. Evidentemente è partita la bozza non corretta. Provvedo io e lo segnalo al redattore dell’articolo.