5 Aprile 2018 12:27

BcBf 2018 Vistinfiera: i libri di “Matilda”, per non soccombere alla grettezza e alla paura dell’era “virtuale”

L’ex Casa Editrice foggiana  Mammeonline di Donatella Caione dal luglio 2016 ha dato vita ad un nuovo, meritorio marchio editoriale: Matilda Editrice. Meritorio, in quanto in questi tempi arrabbiati e  confusi, fa piacere e regala fiducia che si continui a tenere accesa la fiamma della ragione e della bellezza di fronte all’avanzare protervo e sempre più istituzionalizzato” della barbarie e dell’intolleranza (spesso spacciate per “libertà di pensiero”).

Nata nel 2003,  Mammeonline prendeva il nome dall’omonima comunità online, e i primi libri erano stati realizzati raccogliendo esperienze e spunti dalle sue frequentatrici. Col tempo però è diventata una realtà autonoma, con autrici e le illustratrici (ma ora ci sono anche maschi tra i contributori) professioniste, e i libri, per lo più rivolti all’infanzia e all’adolescenza, sono opere letterarie autentiche, cartacee, distribuite nelle librerie, non più solo online come il precedente nome poteva far credere. Nasce così l’esigenza di un nuovo nome, che contenesse il senso e le parole dei libri pubblicati dalla casa editrice.

Ed è venuta in mente lei, Matilda, la protagonista del romanzo di Roald Dahl la quale, come spiega la stessa Donatella Caione: – “È un nome che parla di letteratura per l’infanzia, di bambine protagoniste, di genitorialità non solo biologica, di amore per i libri e per le biblioteche, del bisogno di non uniformarsi. Ma parla anche di famiglie imperfette e di insegnanti appassionate … ” (parole tratte dal sito di Matilda edizioni)

Multicultura Accoglienza Tenacia Identità Lettura Diversità Affettività

I nuovi libri dal settembre 2016 sono pubblicati da Matilda Editrice ma i libri della Casa Editrice Mammeonline sono comunque reperibili: accompagneranno i nuovi, aiutando questa bambina a crescere.

Ancora sotto la vecchia “bandiera” è per esempio questo titolo, a nostro avviso attualissimo e necessario:

Sguardi differenti: il punto su sessismo, gender e alienazione genitoriale / Autori Vari

Sessismo, gender, alienazione parentale, temi apparentemente slegati ma che hanno tutti una matrice comune, che ci proponiamo di svelare.
Temi che rientrano nel backlash, ovvero il ritorno indietro che le donne ormai da decenni stanno subendo, silenziosamente, a livello lavorativo, sociale, culturale. Uno degli ultimi ostacoli sul cammino dei diritti delle donne e della società in generale è proprio questa grande bufala, la cosiddetta ideologia gender, su cui ci proponiamo di fornire informazioni corrette. Ma c’è anche un’altra grande mistificazione che sta prendendo sempre più piede ed è quella della Pas, conosciuta anche come Ap (alienazione parentale o alienazione genitoriale) attraverso la quale si mira a colpire le madri separate (in genere a causa di violenze subite da mariti/compagni maltrattanti) colpendo ovviamente anche le bambine e i bambini. E poi c’è il linguaggio. Un linguaggio sempre più oltraggioso, sessista, irrispettoso, volgare. Un linguaggio che non nomina le donne, ma che non ha reticenze nell’insulto, nell’uso delle parolacce a sfondo sessuale. Desideriamo sottolineare quanto invece sono importanti le parole, ad esempio per raccontare in ambito giornalistico la violenza contro le donne. E quanto è necessario contrastare il sessismo sempre più diffuso e gi stereotipi di genere. È importante per noi trattare questi temi mantenendo il filo di continuità con le battaglie e le conquiste delle delle donne avvenute nei decenni appena trascorsi.

Eccone un  altro, appena ristampato col nuovo marchio editioriale, che abbiamo acquistato a Bologna, con soddisfazione:

Divagazioni in tema di genere / Donatella Caione: Maschi e femmine sono diversi/e? E quanto lo sono? E soprattutto, quanto queste differenze sono determinate biologicamente o sono costruite socialmente? Quanto influenza l’educazione nutrita di stereotipi? Quali sono gli ambiti in cui le differenze sono maggiormente “guidate” dagli stereotipi? Cosa possiamo fare, genitori ed insegnanti, per far sì che bambine e bambini crescano in modo libero, senza essere forzati da ruoli che vengono definiti per loro dal momento in cui nascono? E poi, cosa sono gli stereotipi? Perché sono così pervasivi? Perché vengono usati? Come difenderci? Il libro si pone l’obiettivo di rispondere a queste domande attraverso l’esperienza personale dell’autrice, che viene incrociata con riflessioni derivanti dalla lettura del libro Parenting beyond pink and blue di Christa Spears Brown, nel quale l’autrice ha ritrovato molte sue considerazioni, suffragate da esperimenti e ricerche. Relazioni sentimentali violente, bullismo, cyberbullismo sono fenomeni che vanno prevenuti, è inutile contrastarli se prima non facciamo niente per evitarli, ma anzi diamo campo libero a pessime trasmissioni tv e terribili modelli mediatici e pubblicitari. Sin dalla scuola dell’infanzia è indispensabile educare alle emozioni, spiegare che piangere non è da femminuccia, che la rabbia non è un’emozione positiva neanche per un maschietto, che non si risponde ad uno schiaffo con uno schiaffo, che non si dà un bacetto a una bimba che non lo vuole, che un maschietto può essere timido ed una bimba spavalda, un maschietto può avere paura ed una bimba può desiderare di dare calci ad un pallone.

Dal desiderio di continuità è nato il nuovo logo, sempre di Tiziana Rinaldi, simile a quello già noto ma lievemente rinnovato perché, dice Tiziana: “Anche se il nome cambia noi rimaniamo le stesse, dalla parte delle bambine e dei bambini e con il libro al centro. Il libro è mostrato dalla copertina perché visto in quel modo rappresenta per me proprio il simbolo del libro: del libro vediamo prima di tutto la copertina, lo riconosciamo da quella. Però ho voluto lasciarla senza titoli né immagini, perché ognuno possa metterci i suoi rendendola universale, e ho scelto il rosso per continuità con il cuore.” (parole tratte dal sito di Matilda edizioni)

Libri per bambine e bambini, per ragazzi e ragazze che trattano temi come amicizia, emozioni, intercultura, diversità, desideri e aspettative, identità e linguaggio di genere. Ci sta a cuore educare alle differenze e ai sentimenti. Per i grandi ci occupiamo di infertilità, adozioni, maternità, genitorialità, contrasto agli stereotipi.

“Matilda è libertà, anticonformismo, intelligenza: l’emblema di tutto ciò che dovrebbe rappresentare la cultura, ovvero, in sintesi, il mezzo per allargare i propri orizzonti e non lasciarsi sopraffare dalla grettezza.” (Matilda Caione)

Alcune novità viste (e prese) personalmente in Fiera dal Gatto e la Volpe:

“SE DICO NO E’ NO / testi di Annamaria Piccione, illustrazioni di Viola Gesmundo: è il divertente racconto del piccolo Nico da cui emerge quanto sia importante non rinunciare alla propria unicità e autenticità. Non è un libro che induce alla disobbedienza ma che invita a riflettere sull’importanza di non rinunciare ai propri desideri più profondi. È importante guidare bambini e bambine ad avere una voce forte e chiara sui propri diritti, sia affinché nessuno approfitti di loro, sia perché in futuro non diventino adulti/e che approfitteranno degli altri. Altrettanto fondamentale è insegnare sin da piccoli/e che può essere giusto dire NO quando qualcuno vuol decidere sulla loro vita senza tener conto dei loro desideri; a maggior ragione se e quando queste decisioni non sono supportate da validi motivi ma condizionate da idee stereotipate.
I grandi, i genitori in particolare, hanno il dovere di guidare i/le figli/e nelle scelte, ma ciò non significa che devono sostituirsi a loro. Devono consigliare sì in base alla propria esperienza, ma con la consapevolezza che non sempre ciò che ritengono “giusto” per loro lo sia anche per i propri figli. Ogni genitore dovrebbe poi sempre fare i conti con i propri pregiudizi e idee stereotipate, in modo da superarli e non trasmetterli a chi rischia di esserne suggestionato per sempre. Ancora più importante è che i bambini e le bambine comprendano la libertà affettiva e di relazione. Non devono cioè sentirsi obbligati ad abbracciare chiunque, ma devono anche capire che una loro dimostrazione di affetto invade la sfera personale di un altro o di un’altra e che dunque deve essere gradita: l’importanza del consenso va acquisita sin dalla prima infanzia.

Vi sono alcuni (ottusi) atteggiamenti adulti che inficiano i rapporti tra bambini e bambine, sessualizzando l’amicizia sin dai primi anni. Frasi come “Lo fa perché gli piaci” o “Scommetto che gli piaci” o “ce l’hai il fidanzato/a?” inculcano stereotipi dai quali non sarà facile liberarsi. Dire NO non si traduce dunque in egoismo o rifiuto di relazione, ma in consapevolezza e coscienza di sé: non è possibile instaurare rapporti armoniosi con gli altri se prima non si crea armonia in se stessi.

UNA STRADA PER RITA / testi di Maria Grazia Anatra, illustrazioni di Viola Gesmundo: La voce narrante è di Ettore, ma la protagonista è la sorellina Rita. Simpatica, brava e senza timori di dire quello che pensa! Rita e i suoi compagni e compagne hanno ricevuto un compito dalla maestra: scoprire quello che non va nella loro città per poi esporre le loro valutazioni al sindaco. Rita esplora con nuovi occhi la sua città, guarda, prende appunti, riflette e scopre che tutte le strade hanno nomi di uomini famosi. E le donne? Non ci sono donne di valore a cui dedicare delle strade? Rita ci pensa, si confronta con la nonna e propone al sindaco dei cambiamenti e il sindaco la ascolterà… vedremo come! Il racconto si collega all’iniziativa ormai diffusa a livello nazionale e portata avanti dall’Associazione Toponomastica femminile che si batte per fare pressioni affinché giardini e luoghi urbani in senso lato, siano dedicati alle donne. Toponomastica femminile è anche su Facebook.  Il racconto rappresenta un nuovo modo per educare alle differenze e al rispetto dei generi.