11 Marzo 2018 12:33

Insegnare a leggere e a pensare? No, meglio vietare: l’affaire “Pipelettes”

Il libro “On a chopé la puberté“, di Mèlissa Conté Grimard e Séverine Clochard, con le illustrazioni di Anne Guillard, pubblicato dall’editore Milan, è stato di recente all’origine di una polemica incentrata sui consigli, potenzialmente “fuorvianti”, che veicolerebbe tra le sue giovanissime lettrici. In una lettera aperta, sul suo sito web, l’autrice ha annunciato che metterà fine a questa serie, e non disegnerà più le sue eroine. Ve la proponiamo qui nella traduzione del Gatto (liberamente criticabile, ovviamente), mentre in fondo troverete il link alla petizione in atto contro (tutte) le liste di proscrizione contro libri, fumetti e pubblicazioni editoriali.

Il Gatto si limita ad aggiungere che, a suo sindacabilissimo parere, non esistono libri da mettere al bando, nemmeno quelli potenzialmente più “deleteri”, ma occorrerebbe saperli “maneggiare con cura”… servirebbe un contesto in grado di affrontarli senza paura, capace di distinguere senza isteria, o opportunistici pregiudizi, ciò che socialmente e culturalmente abbiamo stabilito, come comunità umana, essere universalmente “giusto” da ciò che lo appare solo per pochi, e per giunta in modo contingente. Non si tratta di “scacciare il lebbroso” per non dover pensare che il morbo esiste e può colpire chiunque, ma di conoscerne pro e contro, e scoprire in che modo esso possa eventualmente far parte del contesto sociale, se esistono i presupposti. Più importante di tutto, comunque, oserei dire decisivo, resta il “buon esempio”: la coerenza che si trasmette con gli atti, vale assai di più dei comizi dal pulpito, ed è l’unica via per creare cittadini autentici e consapevoli, piuttosto che una generazione di burattini dalla morale tanto intransigente quanto elastica.

Come, giustamente, fa notare Mademoiselle Guillard, si tratta di non (voler) vivere più nel Medioevo.

Ma nel presente.

Lettera aperta di Anne Guillard

In quanto illustratrice del libro “On a chopé la puberté“, è con rammarico che mi vedo costretta ad annunciare che, a seguito delle proporzioni esorbitanti assunte dalla polemica, e in seguito all’interruzione della commercializzazione dell’opera che ne è seguita, ho deciso di  concludere in via definitiva l’universo delle “Pipelettes“, sia i libri derivati che il fumetto mensile sulla rivista; e ciò nonostante l’insistenza delle edizioni Milan per continuare questa collana.

Mi risulta impossibile continuare a disegnare le Pipelettes come se niente fosse successo, cosa che equivarrebbe ad accettare tacitamente tale situazione. Il risultato di questa tempesta polemica sarà dunque la sparizione di un’intera collana ideata, scritta e editata da donne, e pubblicata da un editore per ragazzi che si è pubblicamente impegnato per l’uguaglianza di genere.

Le Pipelettes erano in orgine le eroine di un piccolo fumetto umoristico pubblicato da oltre 10 anni su una rivista, divenute assai popolari presso le giovani lettrici. A tal punto che l’editore Milan ha voluto farne le “mascotte” di una serie di libri tematici i cui testi sono stati affidati a due giornaliste esperte in pubblicazioni per pre-adolescenti. Avevamo già iniziato a lavorare sugli argomenti per i prossimi libri: il collegio, la fiducia in se stessi… Ci sarebbero volute appena 48 ore per rovinare pubblicamente questo universo.

Mi dispiace molto per le giovani lettrici che aspettavano il seguito della storia. Grazie per i messaggi individuali di sostegno, che purtroppo non hanno potuto arginare la mobilitazione e la pressione che grava sull’editore per non ristampare l’opera.

148.249 persone sono insorte contro un libro edito in soli 5000 esemplari: dunque, individui che non hanno letto l’opera prima di criticarla accusano l’editore di non averla letto prima di pubblicarla, e ritengono di dover impedire agli altri di leggerla.

Signori, Voi avete il diritto di pensare che gli autori avrebbero potuto fornire consigli un poco più “giudiziosi”, o che gli estratti che avete visto circolare non siano “adatti” ai giovani lettori; avete senza dubbio la libertà di considerare idiota questo libro, … o inappropriato…

Ma se pretendete di far scomparire un’opera perché non ne approvate il contenuto, allora siete Voi a vivere nel Medio Evo.

Ho perfino visto passare delle accuse di razzismo, per aver disegnato 4 eroine “tutte stereotipate, bianche, non abbastanza connotate a livello etnico!” … quando io non avevo fatto altro che rappresentare delle mie amiche d’infanzia, alle quali, peraltro, questi fumetti autobiografici sono stati fin dall’inizio espressamente e pubblicamente dedicati: esse ci rappresentano per come eravamo ai tempi della scuola, una banda di ragazze VERE con i loro caratteri AUTENTICI, e non dei concetti calibrati per rispondere alle esigenze di una (malconcepita, n.d.G.) “diversità”.

 

E’ un bene avere a cuore la tutela dell’anima dei nostri figliuoli messa a repentaglio dalla lettura di “libri pericolosi”.

E dato che voi siete degli adulti così vigili, di certo non vi dimenticherete di metterli in guardia contro i rischi dei social network e del linciaggio collettivo.

A. G.

P.S.: Grazie a tutti per i vostri messaggi di sostegno, e lunga vita a questa iniziativa (sperando che altri possano beneficiarne):

https://www.change.org/p/vincent-cuvellier-p%C3%A9tition-pour-interdire-les-p%C3%A9titions-non-%C3%A0-l-interdiction-des-livres-qui-nous-d%C3%A9plaisent