16 Novembre 2017 10:30

Aperitoon di novembre. Tra presunti capolavori, grandi cortometraggi e storyboard per grandi registi.

Mercoledì 8 novembre si è tenuta a Torino nel locale Blah Blah della centralissima via Po l’Aperitoon di Novembre.

La serata si è aperta con un doveroso tributo a Romano Bertola, torinese, poeta e storico scrittore di caroselli in rima mancato all’età di 82 anni. Sono stati proiettati diversi caroselli coi testi scritti da lui, tutti spot ormai entrati nella storia, come El Merendero, Mariarosa o Joe Condor, che saranno sempre piacevoli da vedere. Dopo la proiezione Emiliano Fasano ha letto alcuni degli scritti di Bertola, un umorismo elegante e spiazzante. Questa serata è dedicata a lui.

Finita la proiezione si è passato a un tema “caldo” che ha alimentato un gran dibattito.

Un articolo su La Repubblica.Net ha elogiato un videoclip musicale in CGI definendolo un capolavoro dell’animazione italiana. Il videoclip è in realtà molto elementare e Milena Tipaldo, animatrice professionista, ha trovato l’elogio un danno per l’immagine dell’animazione italiana perché mostra a un pubblico un’ immagine sbagliata della qualità nazionale presentando come capolavoro qualcosa che non lo è.

 

Milena Tipaldo ha scritto un post su facebook richiamando sul caso decine di professionisti, studenti e critici che hanno discusso calorosamente la questione chi indignandosi chi sostenendo che il corto era talmente brutto che faceva il giro diventando davvero un capolavoro da ammirare.

Il videoclip è nato come titoli di coda di un documentario su Don Gallo. La parte animata è stata fatta da un piccolo studio Pugliese con la regia di Cosimo Damiano Damato e con finanziamenti della “Apulia film Commission” e poi è stata rimontata come videoclip della canzone cantata da Sergio Cammariere.

La polemica ha spinto Maurizio Forestieri, presidente di ASIFA Italia, a scrivere una risposta dove dichiara che: sulla qualità del film non si può dire nulla perché potrebbe essere stato fatto da gente brava ma costretta a lavorare con un budget ridotto e a fare tutto in due settimane. Augura agli autori del corto di poter proseguire nella loro carriera, ma ribadisce quanto sia fuorviante indicarlo come capolavoro dell’animazione italiana.

Si invita sul palco Giorgio Bellasio, primo ospite della serata, a cui viene chiesto un parere sulla storia. Anche per lui senza sapere le modalità con cui questo video sia stato fatto non lo si può criticare. Lui ha cercato informazioni sullo studio che lo ha fatto. Secondo lui è formato da persone valide, sicuramente brave a disegnare e forse inesperte nel 3D. Ma è un piccolo studio probabilmente con poco personale su cui grava tutto il peso della produzione.

Finita l’opinione Giorgio Bellasio si presenta mostrando la registrazione di un programma di Video Music del ’95 dove lui e un suo amico erano ospiti perché con il loro cortometraggio animato “Run like hell” avevano vinto un concorso. Per la prima volta d’allora quel cortometraggio viene mostrato ancora a un pubblico (l’autore assicura non ci sarà un seguito). Praticamente un’esclusiva per Aperitoon.

Lui e il suo amico fecero quel cortometraggio da autodidatti guidati dall’amore per l’animazione. Da allora lo spirito è rimasto lo stesso, ma ha imparato qualcosa in più.

Dopo quel cortometraggio venne assunto in uno studio, fu lì che iniziò a imparare l’animazione digitale per gli effetti speciali.

La grande svolta venne quando nei primi del duemila decise di partecipare alla realizzazione del lungometraggio animato in CGI “Donkey Xote” prima coproduzione internazionale tra Italia e Spagna per realizzare un lungometraggio CGI. Il Lumiq Studios realizzò la parte italiana e Bellasio venne messo a dirigere tutto.

È molto affezionato a “Donkey Xote”, fu grazie a questo film che imparò molte cose su come organizzare il lavoro. Riuscì a mettere insieme praticamente dal nulla una squadra di ottanta persone e curare almeno il 40% del film e molti di quelli che ci lavorarono adesso sono professionisti dell’animazione.

Il film uscì nel 2007, dopo Bellasio andò a lavorare per la Ubic di Milano dove realizza varie pubblicità animate, effetti speciali e molti Storyboard.

Così è riuscito a mettere a punto una sua tecnica con cui riesce a lavorare bene. Adesso lavora in un suo studio dove realizza animazione 3D collaborando a progetti vari ma che danno libertà di fare, perché lavorare secondo rigidi schemi imposti rende tutto una routine.

Lavorano con studi russi, francesi, americani e in Italia hanno un ottimo rapporto con la “MAGA Animation” con cui collabora da anni. Ha lavorato al promo di una serie sui santi del giorno che ancora non si sa se verrà prodotta ma ha girato per molti festival vincendo premi.

Nel tempo libero lavora a un suo cortometraggio. La versione animata del racconto di Gianni Rodari “Il trionfo dello Zero”. Di cui mostra l’animatic. Chissà quando potremo vederlo finito?

È molto soddisfatto di essere indipendente e esorta gli studenti in sala a essere sempre curiosi e agitare le acque invece di rimanere fermi in un unico modo di fare sempre uguale.

Sale sul palco Jacopo Chessa, direttore del centro nazionale del cortometraggio. Parlando dei cortometraggi in generale la situazione nazionale non è delle migliori, ma vengono comunque fatti e si spera che la legge cinema possa aiutare i registi. La situazione dei cortometraggi animati è invece molto positiva. Ne vengono prodotti in gran numero e sono quelli che si vendono più facilmente.

Si parla del “Torino Short Film Market”, una sezione speciale del “Torino Film Festival” che serve a far conoscere autori e produttori di cortometraggi in modo da permetterne la realizzazione. Jacopo Chessa invita tutti i possibili autori a iscriversi.

Si parla dei prossimi Emile Award e poi viene chiamata sul palco Donatella Leone per annunciare solennemente che sono partiti i bandi per i contributi della legge cinema. Basta controllare sul sito.

Si chiama sul palco Roberto Biadi. Vecchia conoscenza di Aperitoon che ha portato il suo nuovo cortometraggio “H”, serie di animazioni su Hadolf Hitler dall’infanzia all’età adulta passando attraverso varie metamorfosi dei personaggi in organi genitali in un misto di fascino, grottesco erotismo comicità e orrore ( potete vederlo qui ) .

Che l’autore fosse interessato alla figura del dittatore si era già capito durante la prima Aperitoon, quando insieme al cortometraggio “Shunga” aveva mostrato parti di un suo libro illustrato in cui si parla di un isola/manicomio dell’antico Giappone dove Adolf Hitler veniva confinato diventandone la divinità.

In origine la sua idea era di realizzare una serie di cortometraggi su personaggi importanti. Ma finì col concentrarsi sul primo passandoci mesi sopra. Ogni immagine del corto è piena di riferimenti dovuti al periodo storico a cui fa riferimento. Una cosa che può essere notata solo guardando il corto più volte e che l’autore ha messo perché adora i particolari.

Il corto è stato messo in rete il 9 novembre. Anniversario de “La notte dei cristalli”. Alla fine del corto compare una frase in latino, che significa “Andiamo in giro nella notte consumandoci nel fuoco”. È una frase che lo ha sempre affascinato per il suo essere palindroma, contenendo così un senso circolare che richiama Guy Debord e filosofie. Un cortometraggio complesso, pieno di riferimenti storico/filosofici, grottesco e sconvolgente che è un piacere da vedere.

Segue un veloce resoconto del concorso The GifTer. Ne parla Andrea Pagliardi, che lascia la consolle da cui dirige le proiezioni per raccontare il successo che ha avuto la seconda edizione del Festival. Centinaia di partecipanti dall’Italia e dall’estero. Interesse dei media e i vincitori del festival sono stati proiettati alla Galleria Sabauda in un suggestivo allestimento tra le opere antiche che purtroppo è durato pochi giorni. Ma si spera di poter mandare i filmati in altre occasioni.

A sorpresa Emiliano Fasano chiama sul palco Andrea Bozzetto. Venuto come spettatore e invece deve salire per raccontare quello che sta producendo lo Studio Bozzetto.

Con grande allegria racconta che la seconda stagione di “Topo Tip” verrà consegnata a Dicembre e ci sono ottime probabilità che la fortunata serie venga rinnovata per una terza stagione. Stanno lavorando al progetto di una nuova serie intitolata “Bestiacce” e sperano di poterla fare.

Chiude la serata l’ospite speciale della serata. Cristian De Vita.Venuto dalla Francia, dove lavora alla seconda stagione dei “Super Pigiamini”, per tenere delle lezioni al CSC di Torino.

Avendo parlato abbondantemente dei “Super Pigiamini” in un’Aperitoon precedente questa sera parlerà del suo lavoro come Storyboard Artist per il regista Wes Anderson. Ha iniziato a lavorare con lui per il film in Stop Motion “Fantastic Mr Fox”, lo prese perché trovò il suo stile di disegno differente da quello più diffuso, soprattutto in America. Molto più interessante.

Lavorò per due anni a Parigi, il primo anno in una stanza d’albergo con letto e scrivania facendo ogni giorno centinaia di disegni su carta. Per mostrare l’evolversi della scena disponeva i disegni sul letto. Il secondo anno lui e un suo collega ottennero un piccolo ufficio dove lavorare, senza dover più disporre disegni sul letto.

Racconta di aver rifatto la scena del duello tra Mr Fox e il ratto almeno 35 prima che Anderson fosse soddisfatto, decidendo di utilizzare la prima versione che aveva realizzato… Cristian De Vita dice che gli è servito molto per capire come un regista debba avere la forza di tornare alla prima idea se pensa che sia la migliore.

Sentendolo si capisce che lavorare con Wes Anderson sia un insieme di fatica, impegno, fatti assurdi e apparizioni improvvise di attori.

Wes Anderson è molto esigente, ha in mente il film fin nei minimi particolari e quando si fanno gli Storyboard descrive minuziosamente ogni aspetto dei personaggi, non solo sguardo o postura, ma anche i minimi particolari negli abiti come etichette o pieghe. Per il ratto ha pensato che dovesse muoversi come l’eleganza dei ballerini dei Musical anni ’50, in particolare gli Sharke di “West side story”, che fortunatamente è uno dei musical preferiti di De Vita e così era già nel suo elemento. Il suo lavoro di Storyboard artist era così apprezzato che gli faceva rifare anche le scene assegnate agli altri.

Dopo “Fantastic Mr Fox” Wess Anderson lo ha chiamato per lavorare ai suoi successivi film.

Per “Moonrise Kingdom” ha avuto il compito davvero difficile di realizzare i sei cortometraggi a disegni animati dei libri letti dalla protagonista. Ogni cortometraggio è in uno stile differente, tra questi uno era basato sui disegni della compagna di Wes Anderson. I corti sono stati realizzati da uno piccolo studio italiano che ha fatto uno splendido lavoro.

Danzando al tempo col personaggio.

In “Grand Hotel Budapest” non ha potuto lavorare molto perché era preso da altri lavori. Ma ha fatto i disegni di un cosacco che ballava che è finito col diventare l’animazione dei titoli di coda del film.

Ancora adesso che lavora assiduamente alla sua serie Anderson lo chiama ogni volta che deve fare un film e anche se non ha tempo Christian De Vita fa sempre qualcosa per il film.

Chiude il discorso dicendo che lo studio per cui lavora sta cercando storyboard artist con esperienza o grande conoscenza del lavoro (si ricorda che Enanimation fa corsi specifici) perché purtroppo gli studenti non vengono istruiti molto su quest’aspetto importante della produzione e gli studi ne hanno bisogno.

La serata si chiude con la proiezione del trailer del prossimo film di Wes, “Dog Island” (che potete vedere qui ), da subito si capisce che sarà un film imperdibile.

Questa è stata l’Aperitoon di novembre. Sempre più grande e sempre più seguita.