15 Luglio 2017 12:21

Shannon Tindle ospite a View 2017: racconto le “nostre” storie che parlano a tutti

Vincitore di un Emmy (premio individuale per l’episodio “Go Goo Go” della serie “Gli amici immaginari di Casa Foster), quattro volte nominato agli Annie Awards, Shannon Tindle ha iniziato a lavorare nell’industria all’inizio del nuovo millennio dopo essersi diplomato presso CalArts, storica fucina di artisti dell’animazione. Nella sua carriera ha svolto incarichi da designer, story artist, sceneggiatore e regista sia per la televisione che per il cinema, collaborando con aziende quali Dreamworks, Disney, Cartoon Network e Universal Studios, collaborando a svariati progetti tra cui i lungometraggi “I Croods” (DreamWorks) e “Coraline” (Laika Studios).

La sua più recente fatica, “Kubo e la spada magica” (ancora con Laika) ha ottenuto due nomination agli Oscar e conquistato un BAFTA Award come miglior film d’animazione. Attualmente sta scrivendo un nuovo film per Sony Pictures Animation di cui curerà anche la regia.

“On Ice”

Nel 2015 presentò alla VIEW di Torino il corto interattivo in VR “On Ice”, realizzato per la serie Google Spotlight Stories.

Il titolo della keynote che terrà a VIEW CONFERENCE 2017 è “Our Stories” (Le nostre storie), e prende spunto da una citazione del dottor Carl Rogers, fondatore della psicoterapia non direttiva:  – “La cosa più intima è anche la più universale”.

Nell’era moderna dello storytelling, esiste una quantità di differenti modalità con cui il narratore può comunicare con il pubblico. Dalla tradizionale esperienza cinematografica in sala a quella, interattiva, fornita dalla tecnologia “mobile” che ci permette una vasta gamma di scelta. Il format, il mezzo, però non bastano se viene a mancare la capacità di coinvolgere l’uditorio tramite storie che siano universali:  storie che sappiano trascendere le barriere del linguaggio, le differenze culturali, di genere e di età.

Quest’anno, a ottobre, Shannon Tindle condividerà col popolo di VIEW CONFERENCE le sue esperienze di storyteller, e il suo tentativo di irrorare i film cui ha preso parte con tematiche che fossero tanto “intime” quanto “universali”, incluse le origini, assai “personali”, di “Kubo e la spada magica“.