29 Maggio 2017 15:43

L'”ammazzafilm” Disegni e l’idea “bestiale” del 3D

Stefano Disegni, l’arguto e graffiante vignettista satirico che da anni, tra le altre cose, regala le sue “cattivissime” recensioni a fumetti alla pagina di chiusura del mensile cinematografico “CIAK” diretto da Piera Detassis (al contempo sua vittima e persecutrice), starebbe lavorando al suo primo progetto in animazione 3D/CG.

A qualche “anno luce” di distanza dall’esperimento del “musical a fumetti” RAZZI AMARI, realizzato con l’ex “compagno di merende” Massimo Caviglia, questa volta l’umorista-centauro (è arcinota la sua passione per le due ruote rombanti) ha infatti deciso di portare in scena un manipolo di “bestie umane” prendendo spunto da un suo monologo teatrale e allargandolo al canovaccio (ipotetico) di dieci episodi dal titolo (provvisorio) “Che bestia sei?” – Comicità cinica e folle con sottofondo amaro, dunque, come è nelle abituali corde di Disegni, il quale proprio sulle pagine di CIAK di giugno spiega come il film, o la serie, sia allo stato attuale poco più un progetto, seppur assai incoraggiato da amici e colleghi, di cui è a buon punto un primo trailer realizzato dalla Taxfree di Parma (quelli, per intenderci, della famiglia di topolini con la “evve” che fan merenda solo col parmigiano): una volta ultimato, è nelle sue intenzioni presentarlo ad alcuni contatti americani dato che, come consuetudine, in Italia i potenziali produttori sono stati prodighi di complimenti ma assai restii a investire su idee nuove e potenzialmente “disturbanti”.

Dettaglio di uno dei bozzetti per i personaggi pubblicati su CIAK di questo mese, tutti i diritti sono dell’autore.

Noi, comme toujours, facciamo i migliori auguri a Disegni e alle sue “bestie” così tanto umane, permettendoci pure un piccolo consiglio: vada diritto per la sua strada e non si prefigga, come taluni troppo spesso annunciano all’atto di tuffarsi nei mari perigliosi dell’animazione, di voler “sfidare” chicchessia sul mercato, tantomeno Pixar, Disney o chi per esse. Trattasi di altri mondi, altri campionati, ed è giusto così. Dare il meglio nella propria categoria è sempre la strategia migliore, in attesa – perché no? – di fare un giorno il salto di qualità. Ma per davvero.