25 Maggio 2017 12:23

Prendi il Volo 714 per Sydney, in edicola!

Eh, sì, ci stiamo avvicinando alla fine della serie creata da Hergé, ormai un Classico della letteratura belga, anzi europea, anzi mondiale, del novecento. Volo 714 destinazione Sydney è il terzultimo albo e, come sempre, è al passo coi tempi. Vale la pena ricordarlo, qui, che Hergé raccontava storie contemporanee ai giovani lettori dei suoi anni. Senza nascondere la realtà che li circondava, pur rispettando il lettore – anzi, proprio perché rispettava i suoi lettori. Niente di strano, quindi, che i nostri vetusti eroi, sempre giovani (come sanno essere gli eroi della fantasia), non fossero artatamente congelati nel passato, ma pienamente inseriti nella contemporaneità, coi pregi e i difetti del momento. E, dopo le parentesi del Tibet e della Castafiore, si torna all’avventura classica.

L’episodio parte il 27 settembre 1966 sulle pagine del settimanale Tintin e si chiude il 28 novembre 1967, in 62 tavole, “con la regolarità di un orologio“. Ormai lo studio di Hergé lavora perfettamente, si sa: è solo Hergé stesso che ha ancora qualche periodica difficoltà a rimettersi al lavoro. L’albo uscirà in libreria nel 1968. Siamo, quindi, nella seconda metà degli anni sessanta del secolo scorso: nel mondo è successo di tutto, gli aerei vengono dirottati da terroristi e delinquenti d’ogni sorta, le antiche civiltà e i fantasiosi rapporti con ipotetiche civiltà extraterrestri sono di moda, i giovani sono entrati a pieno titolo nell’evoluzione della cultura popolare e colta, i trafficanti d’armi continuano a stimolare tensioni internazionali e guerre per far soldi, la tecnologia avanza… C’è, insomma, come sempre, tutto quel che serve per parlare ai più giovani tramite divertenti ed emozionanti avventure, descrivendo quel che realmente succede nel loro mondo, usandolo come “location” per divertenti avventure, sapientemente condite di colpi di scena, emozioni e gag, e nello stesso tempo aiutarli a interpretare il mondo e capire come saper autonomamente scegliere cosa è bene e cosa è male per l’umanità e per gli individui.

La cadenza italiana del Navigatore Colombani nell’edizione francese.

Il navigatore italiano parlava, nell’edizione originale in francese, con un marcato e riconoscibilissimo accento italiano. Per rendere lo stesso effetto nell’edizione italiana, l’abile traduttore Giovanni Zucca  gli ha dato una piacevole  cadenza napoletana.

Materiale di lavorazione – copyright consueti: Hergé-Moulinsart Rizzoli-Lizard.

Sempre ammirevoli i disegni tecnologici: gli aerei (gli appassionanti possono trovare i modelli originali, come per le macchine ecc.), poi, qui sono fondamentali.

In particolare il velivolo speciale, con ala a geometria variabile, il Carreidas C-160, trireattore commerciale da 4 uomini di equipaggio e 10 passeggeri, 2.000 chilometri orari, 12.000 metri di quota, reattori Rolls-Royce turbomeca, spinta da 84.00 chili… Questo non lo trovate negli elenchi degli aerei reali: se l’è inventato di sana pianta (ma teoricamente funzionante) Roger Leloup (il creatore della serie Yoko Tsuno), che lavorava per lo Studio Hergé ed era già allora un esperto appassionato di tecnologia aerea.

Nel 1991 Philippe Goddin realizza un albetto all’italiana (cioè orizzontale) nel quale si illustra didatticamente la creazione proprio di questo albo, dall’inizio alla fine. Sintetico, interessante e divertente, ricco di stimoli pratici, di solito mi accompagna quando vado a tenere i miei abituali interventi di volontariato didattico nelle scuole elementari e medie inferiori.
Al momento è piuttosto difficile trovarlo, ma in rete qualche esemplare c’è. Magari verrà ristampato, spero, e tornerà disponibile in quantità normale.

Parlavo di rispetto per i lettori. Lo scatto fatto alla buona con lo smartphone, qui di seguito, a un paio di pagine di uno dei miei carissimi volumoni con l’opera omnia di Hergé, mostra la cura abituale applicata a questo fumetto per ragazzi. Di una tavola praticamente finita, Hergé ha conservato solo 3 vignette, rifacendo tutto il resto, solo per migliorare l’effetto narrativo di questa pagina. Ha inserito un secondo livello di azione, nel quale si svolge una (seconda) gag di sottofondo. Certo, avrebbe potuto farne a meno, ma i Grandi lavorano in questo modo, quando hanno rispetto per i propri lettori.

Eh? Non so se mi spiego…

Carreidas C-160 e il signor Carreidas – modellino.

Come al solito, ecco per te un piccolo estratto dalle comunicazioni redazionali che avevo con Rizzoli-Lizard, quando si lavorava alla aderenza filologica della nuova edizione italiana della serie completa. Stavolta si discuteva di alcuni nomi:

Carreidas. Non è solo il nome del riccastro antipatico. E’ anche un marchio di fabbrica registrato: l’aereo su cui volano è un Carreidas. Se lo cambiamo non corrisponderà più alla grafica dell’aereo (che andrà ridisegnata dove appare) ne’ a quella dei cartoni animati (compreso il doppiaggio italiano). Io lo lascerei com’è.
Krollspell. A parte che anche questo, come tutti i nomi di persona della serie, viene utilizzato nei cartoni animati (anche nel doppiaggio italiano) e quindi creerebbe distonia, diciamo così, come sempre deriva dal Marollien e non c’entra nulla con le siringhe: cito “cf. les deux verbes allemand krollen – enrouler, et Spellen – fendre violemment, cf. aussi le marollien Krollspell – jeu de la boucle“.
Ezdanitoff. Detto quanto sopra, deriva dal marollien: “Is dat niet tof?” – “Non è bello, ciò?“, come avete visto, per cui le proposte di Giovanni possono andar bene, soprattutto quella con Mik, se vogliamo tradurre i nomi propri… Il personaggio è ispirato a Jacques Bergier, per cui non abbiamo problemi di sonorità rispetto al personaggio ispiratore.
Ophicleide. Quanto al vecchio strumento musicale, c’è, naturalmente, e in italiano si chiama Oficleide: http://it.wikipedia.org/wiki/Oficleide


Altro lo trovi sul sito ufficiale:
http://fr.tintin.com/albums/show/id/22/page/0/0/vol-714-pour-sydney

Gli albi usciti in edicola: https://www.afnews.info/wordpress/tag/tintinedicola/

[Copyright naturalmente Hergé-Moulinsart e Rizzoli-Lizard per quanto di loro competenza]