21 Maggio 2017 18:19

IL FUMETTO AL 30° SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO, c’è, oh sì!

Non ci posso credere! Il fumetto al Salone di Torino non solo è presente ma fa la parte del leoncino.

A cominciare dal manifesto ufficiale disegnato da Gipi, un volume che “scavalca” un muro con filo spinato. Una bambina è in cima e guarda al di là. Un mondo migliore? La fine di un incubo? Grande Gipi!

Si è continuato con convegni specialistici, di cui vi abbiamo già informato (Media e Fumetto, per esempio) ed con presentazioni di autori di culto ed esordienti di successo.

Al Salone sono passati in tanti. La Bao ha presentato David Cuello, Leo Ortolani, Zerocalcare. Coconino Press-Fandango offre tre novità in anteprima: “La Trilogia” di Guido Buzzelli, “Storie” di David Mazzucchelli e “Coltrane” di Paolo Parisi. Milo Manara, intervistato da Luca Raffaelli, ha raccontato le opere che l’hanno reso uno dei fumettisti più famosi al mondo. La Bonelli, la Panini, la Tunuè hanno fatto la loro parte, allestendo stand bellissimi e presentando novità e giovani di talento.

Alfredo Castelli (il papà di Martin Mystère) si è divertito a far divulgazione scientifica col fumetto (ma su quest’ultimo scriverò in un articolo a parte: Il Segreto di Babbage).

Tanti ne ho tralasciato, di altri scriverò nei prossimi giorni. Il fumetto ormai, come ha scritto su La Stampa Guido Tiberga “ è un modo di raccontare, non è cosa diversa dalla narrativa. Il fumetto è narrativa”. Ripeto, non ci potevo credere. In qualche momento mi è sembrato di essere in quel garage di Torino Esposizioni dove nacque Torino Comics (diciamo i primi anni, dal 1995 al 2000), dove Vittorio Pavesio e Gianfranco Goria, portavano a Torino gente del calibro di Jim Lee, Will Eisner, Jacovitti, Cavazzano, Silver, Bottaro, Rebuffi, Giardino. Oggi ci mancano Giovan Battista Carpi e Franco Fossati, che quell’avventura l’avevano vissuta. Oggi sembra scontato, allora era una rivoluzione per Torino.

Intendiamoci, Torino Comics ha fatto la sua parte in questa edizione del Salone e non solo col suo stand. Ha “lanciato” il Salone con la sua edizione di aprile (con convegni comuni ed incontri), andando in c. al Salone milanese organizzato nello stesso periodo (e, tra l’altro facendo gli stessi numeri di visitatori. Incredibile!) e si è messo a disposizione a maggio attivando tutte le sinergie possibili (dagli autori ai cosplayer, agli eventi al Borgo medievale). Un rarissimo caso di collaborazione tra organizzazioni torinesi. Di solito a Torino, lo sapete, ognuno vive nel suo bozzolo, cura esclusivamente il suo orticello, non guarda mai “Oltre i confini”. Sarà per la buona volontà dell’Anonima Fumetti, di Torino Comics, del direttore del Salone Nicola Di Gioia (che mi ha confessato quanto i fumetti, soprattutto i supereroi, abbiano influenzato la sua scrittura), dell’Assessora alla Cultura del Comune di Torino, Francesca Leon che, zitta zitta, senza personalismi ma con tenacia, ha voluto queste collaborazioni, trasformando (non so se l’avete capito) un Salone del Libro di qualche giorno in una kermesse ( tra Torino Comics, Salone ed eventi off) che dura due mesi. Altro che Milano! Che imparino come la politica culturale, senza grandi costi, diventa servizio ai cittadini.Di tutto ciò, i benefici per il fumetto (e i suoi derivati o, meglio, le sue ibridazioni) sono lampanti. E’ un nuovo inizio e stavolta non siamo perdenti.

[Nico Vassallo]

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