Seijun Suzuki (al secolo Seitarō Suzuki) si è spento lunedi 13 febbraio 2017, all’età di 93 anni, a seguito dell’aggravarsi di una malattia polmonare. La notizia è stata diramata soltanto ieri da Nikkasu Film Studios, casa di produzione con cui il regista aveva prodotto dal 1956 al 1967 una quarantina di pellicole.
“Seijun Suzuki ha debuttato alla regia con Harbor Toast: Victory Is in Our Grasp e da allora ha continuato a influenzare fan e registi di tutto il mondo: vogliamo esprimere il nostro cordoglio più profondo, la nostra gratitudine più sentita e rispetto per tutto il suo lavoro“.
Autore versatile e creativo, Suzuki era considerato lo specialista del genere tipicamente nipponico incentrato sulla mafia giapponese (la Yakuza), ma entrò in collisione con la produzione a causa di uno stile divenuto sempre più sperimentale, giungendo ad essere licenziato a causa del suo film “La farfalla sul mirino” (1967), divenuto ovviamente un cult per gli appassionati., tra i quali non poteva mancare Quentin Tarantino.
Ostracizzato dal mondo cinematografico per oltre un decennio, Suzuki fece il suo ritorno sul grande schermo alla fine degli anni Settanta, e nel 1985 fece un’apprezzata incursione nel cinema di animazione dirigendo con Shigetsugu Yoshida il lungometraggio “Lupin III – La leggenda dell’oro di Babilonia” (del celeberrimo ladro gentiluomo creato da Monkey Punch aveva anche diretto la seconda serie televisiva, durante il suo “esilio” forzato). Definitivamente sdoganato dal suo ambiente, ha fatto in tempo a vedere i suoi ultimi due film, “Pistol Opera” (2001) e “Princess Raccoon” (Operetta Tanuki Goten, 2005), sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia.