E’ molto lunga la strada per Tipperarry. Ancor più lunga quella che porta alla nonviolenza come strumento principe per la risoluzione dei conflitti, delle dispute, per il riconoscimento dei diritti civili, per l’agone politico… Purtroppo, finché non ci si arriva, si continua a usare la stupida e controproducente violenza.
Quando mi occupavo di queste cose, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, chi, come me ragazzino, aveva scelto la nonviolenza, convinto che fosse davvero lo strumento migliore, doveva fare i conti con la violenza altrui, sia di quelli che inseguivano ideali completamente diversi, sia di quelli che avevano, in fondo, ideali comuni, insomma si rischiava ogni volta di prendersele (fisicamente, certo) sia dai camerati, sia dai compagni, con o senza P38, tutti convinti di avere la sola ragione possibile e vera, e di doverla imporre facendo violenza agli altri, cosa che è stata (e purtroppo è ancora qua e là) caratteristica delle Fedi Assolute che non ammettono l’uso completo del cervello. Ma questa è una storia ancora in fieri…
Non è stato ne’ facile ne’veloce, dicevo, far entrare nelle zuccone testarde di umani arroganti e aggressivi il concetto di nonviolenza come mezzo adatto allo scopo, anzi, di quello probabilmente più adatto a raggiungere risultati positivi per l’umanità. Pure Gandhi era già morto da un bel pezzo e così Martin Luther King: i loro esempi (e quelli di tanti altri come loro) avrebbero dovuto stimolare anche i più retrivi. Ma, si sa, talora è più facile accettare un cattivo esempio che uno buono…
Nel lontano dicembre del 1957 la statunitense Fellowship of Reconciliation realizzò un fumetto, Martin Luther King and the Montgomery Story, di sole 16 pagine. Ma i contenuti erano decisamente più spessi. Girò il mondo e coadiuvò il movimento per i diritti civili. Parlava di Martin Luther King Jr, Rosa Parks, del boicottaggio dei bus a Montgomery e descriveva i principi della resistenza nonviolenta. Lo stesso King intervenne su alcuni testi del fumetto, scritto da Hassler e Resnik.
Il famoso fumettista Al Capp, che era un sostenitore di King, pubblicò tramite il proprio studio il fumetto a colori e lo distribuì in 250.000 copie.
Oggi l’oggetto originale, del quale ignoro chi sia stato il disegnatore, è ovviamente una rarità per collezionisti, visto che girò principalmente in ambienti non fumettistici. Ma è soprattutto un importante pezzo di storia della fattibile modificazione graduale delle coscienze degli esseri umani nella seconda metà novecento, e ha stimolato molti a riflettere. Ancora troppo pochi, forse, ma questo tipo di crescita umana non è rapida come quella tecnologica e richiede una pazienza enorme e altrettanta lungimiranza.
E’ stato poi ristampato, ancora alcuni anni fa, ma lo si trova anche in rete a un prezzo irrisorio. Se fai click qui di seguito, puoi leggerne alcune pagine in linea. Se poi lo compri, lo leggi e ci rifletti su, magari ti fa persino del bene, chissà. Il passaggio da ideologie dell’odio all’esatto opposto (sai, cose come l’amore, il rispetto per gli altri et similia), non è scontato, va aiutato, conquistato (spesso con fatica) e sarebbe assai gradito, per la sopravvivenza decente della specie umana.