Ho avuto il piacere di incontrare Marco Gervasio a Torino Comics, qualche mese fa e, dopo aver letto i quattro volumi Disney della Definitive Collection dedicata al suo Fantomius (di cui ho parlato qui), m’è venuta voglia di fargli qualche domanda. Quando gli ho gli ho proposto l’intervista in sei domande, che leggete di seguito, Marco è stato non solo disponibile, ma anche gentilissimo e di questo lo ringrazio molto. Per l’occasione mi ha anche inviato le scansioni di un paio di suoi schizzi che mi piace inserire in questo post.
Un appunto per tutti i fan di Fantomius (quindi me compreso): la prossima storia del ladro gentiluomo, “il cui diario darà i natali a Paperinik”, uscirà a San Valentino sulle pagine di Topolino.
Buona lettura.
MM: Innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Parto subito con le domande (6, come promesso):
Contrariamente alla gran parte delle storie che si leggono su Topolino, le avventure di Fantomius non sono mai completamente slegate le une dalle altre. Insomma, Fantomius ha una vera e propria continuity. La domanda è: ci sarà un epilogo della saga “Le strabilianti imprese di Fantomius – Ladro Gentiluomo”?
MARCO GERVASIO: È vero, la saga di Fantomius, essendo un po’ a se stante rispetto al resto del mondo Disney, in un’epoca storica precisa (circa dal 1920 al 1929), mi ha permesso di creare una continuity, anche se non così incisiva da non consentire la fruizione di un singolo episodio separatamente dagli altri. La storia di Fantomius avrà il suo epilogo, già presente nella mia testa molto chiaramente. Il “quando” però dipenderà da vari elementi che circondano la saga, tra cui l’ottimo successo di pubblico e di critica. Forse (permettimi di essere un po’ criptico) la fine arriverà prima della chiusura della serie. O forse no.
MM: Mi piacciono un sacco i “giocattoli” steampunk che Copernico prepara per Fantomius. Mi piacciono più di quelli che Archimede prepara per Paperinik, a dirla tutta! Qual è il processo creativo che ti porta alla creazione di questi marchingegni retrofuturistici?
MARCO GERVASIO: Negli anni 20, non c’era quasi nulla di quello che ora diamo per scontato, dalla TV al cellulare, per non parlare dei computer. Il trucco è stato di pensare a qualcosa di anacronistico, un cellulare, un apparecchio volante, un auricolare, apparecchi che l’umanità conoscerà solo più avanti nel tempo, che Copernico realizza con i mezzi a disposizione di quell’epoca, che poi è la base dello steampunk. Dunque mezzi volanti azionati dalla forza motrice del vapore, ali meccaniche, congegni a orologeria, telefoni anni 20 con la portata dei cellulari e così via. Poi ho dato loro un nome fantasioso: il girotore, il fantomarino, il telefono “portatile”, etc. e il gioco è fatto.
MM: Non sono riuscito a trovare informazioni sulla colorazione delle storie di Fantomius. Hai dato tu le indicazioni per la definizione della palette cromatica?
MARCO GERVASIO: Sì, volevo che fosse chiaro che la mia saga di svolgesse in un’epoca e in un contesto separato dal resto del Topolino, e nello stesso tempo che quei colori desaturati richiamassero immediatamente un tempo passato. Insomma volevo che il lettore anche solo vedendo il colore pensasse “è Fantomius”. Poi per ogni storia dò indicazioni di colore, che i coloristi, davvero bravi, seguono e infine faccio una supervisione finale.
MM: Hai preso un personaggio semisconosciuto, Fantomius appunto, e lo hai fatto diventare un caso editoriale. Poi dato a Francesco Totti la possibilità di giocare a calcio per sempre, grazie al tuo contributo su Papertotti e, anche qui, mi pare si possa parlare di successo. Mentre scrivo, mi viene da paragonare il tuo lavoro a quello che, per Marvel e DC, fece John Byrne negli anni ’80 (e dintorni). Personalmente, non ho mai pensato a Byrne “solo” come disegnatore e/o sceneggiatore, ma anche e soprattutto come uomo di idee ed ecco quindi la mia domanda: cos’altro hai in mente?
MARCO GERVASIO: Ti ringrazio per il paragone con Byrne, è un onore ma credo sia un pochino esagerato. Però mi piace essere considerato “uomo d’idee”. E, in effetti, ne ho molte in mente che aspettano il loro turno di esibirsi al pubblico. Posso dire che dopo Fantomius (o durante, chissà) vorrei riprendere in mano Topolino, in una versione molto “vicina” a Fantomius. Poi c’è il mio Top Ranger che scalpita per un seguito. E ancora un certo Cornelius Coot…
MM: Nel ’69 Giovan Battista Carpi ha disegnato la prima storia di Paperinik, nella quale c’è l’ormai famoso riferimento al diario di Fantomius. Ho poi letto che, nel ’96 (a cifre invertite, quindi), ancora Giovan Battista Carpi ha visto i tuoi disegni e ti ha introdotto all’Accademia Disney. Ti va di condividere un tuo ricordo del grande Carpi?
MARCO GERVASIO: Non avevo mai notato che le cifre invertite delle due date combaciassero. Bella coincidenza. Il Maestro G. B. Carpi è una figura importantissima per la mia carriera, a lui devo moltissimo. Condivido volentieri un ricordo del giorno in cui mi consegnò il Diploma dell’Accademia Disney (lo stesso giorno in cui mi fu data la mia prima sceneggiatura per Topolino). Io ero emozionato e forse un po’ spaesato (non avevo seguito i corsi a Milano regolarmente ma ero andato in accademia 2/3 volte lavorando da Roma). Lui mi si avvicinò nella sua figura esile e minuta ma che manifestava una grandezza senza rivali e con voce quasi sussurrata mi disse “Complimenti. Mi raccomando, rimani sempre umile e diventerai grande”. Ecco questo suo insegnamento lo porto con me sempre da quel momento e quando insegno alla Scuola romana dei fumetti lo consiglio ai miei allievi. Perché Carpi aveva ragione: essere umili non è segno di debolezza ma di una grande forza che ti permette di migliorare sempre.
MM: Me la fai una dedicace con Fantomius?
MARCO GERVASIO: Certo, volentieri. Non appena ci incontreremo.
L’ultima domanda è a titolo personale e non si dovrebbe fare, lo so, ma il fan sfegatato che è in me ha preso il sopravvento. Spero che il mio Direttore mi perdoni e non cancelli i miei diritti di pubblicazione.
Il Direttore, in pieno spirito natalizio, perdona, perdona… ;-)