31 Ottobre 2016 11:33

Gli “Sconfini” di Mattotti a Villa Manin di Passariano di Codroipo (UD)

MATTOTTI – SCONFINI

a cura di David Rosenberg con la collaborazione di Giovanna Durì

Inaugurazione: venerdì 28 ottobre 2016 ore 18.00

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Sconfini, la mostra organizzata a Villa Manin dall’Ente Regionale Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Fondazione Hélène & Édouard Leclerc e grazie al sostegno fondamentale della Fondazione CRUP, permette di sfogliare i diversi capitoli che narrano un grande viaggio introspettivo segnato dall’intensità dell’immaginario, dall’arte della composizione e dal potere espressivo del colore.

Questa mostra riprende e arricchisce il percorso espositivo presentando aspetti inediti che aprono nuove prospettive sullo sguardo e sul lavoro di Mattottiphotogallery_622

Dopo il successo della prima tappa a Landerneau, sede della Fondazione in Bretagna, che l’ha resa la prima esposizione francese non parigina per afflusso di pubblico, la mostra arriva in Friuli Venezia Giulia, rivisitata appositamente dall’artista per la sede di Villa Manin e arricchita di ulteriori pezzi provenienti da importanti collezioni private.

Dopo le mostre estive, Lorenzo Mattotti “Sconfini” rappresenta il nuovo corso di Villa Manin, non più Azienda speciale ma parte dell’Ente Regionale Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia.
Villa Manin si consolida quale baricentro dell’intero sistema culturale della regione, connotandosi sempre più come luogo di produzione artistica, per presentare tutti i linguaggi del contemporaneo e per ospitare prestigiose residenze nel settore delle arti performative e di quelle visive.

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LORENZO MATTOTTI

Pittore, illustratore, autore, viaggiatore, Lorenzo Mattotti(Brescia 1954) è un artista eclettico, difficile da classificare.

Curioso esploratore e sperimentatore di tecniche differenti, fin dagli anni Settanta passa con agilità dagli albi a fumetti – tradotti in tutto il mondo – alle illustrazioni per i classici della letteratura, quali Pinocchio di Carlo Collodi e Padiglione sulle dune di Robert Louis Stevenson; dalla creazione di manifesti per importanti festival come Cannes, agli interventi per quotidiani e riviste internazionali – tra cui Le Monde, The New Yorker, Süddeutsche Zeitung, La Repubblica – oltre alle collaborazioni con numerosi artisti quali Lou Reed, Wong Kar-wai, Steven Soderbergh e Michelangelo Antonioni.

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Circa 400 opere – tra quaderni, disegni, progetti per manifesti, illustrazioni, tavole originali, tele e filmati d’animazione – compongono il percorso espositivo della mostra, disegnando in diversi capitoli un grande viaggio introspettivo nel lavoro dell’artista, segnato dall’intensità dell’immaginario, dall’arte della composizione e dal potere espressivo del colore.

Mentre nello spazio della Fondazione Hélène & Édouard Leclerc, splendido volume industriale in antitesi con la dimora nobiliare settecentesca di Passariano, l’allestimento si basava su un rimando di sguardi in spazi semiaperti, a Villa Manin si sono imposte nuove esigenze espositive nella costruzione del percorso.
Non si è voluto costringere il lavoro di Mattotti in un percorso obbligato e cronologico, ma si è scelto di seguire gli umori e i pensieri dell’artista, con un andamento casuale e allo stesso tempo contingente, per raccontare come la sua espressione d’artista venisse improvvisamente interrotta dal mestiere dell’illustratore, chiamato ad affrontare urgenti temi di cronaca.

Tempi diversi, con cadenze diverse, ritmano infatti l’esposizione attraverso le sale di Villa Manin. Diverse sono anche le tecniche che lui utilizza, dal pastello luminoso alla china graffiante, dall’acquerello brillante alla pittura lieve e velata, per arrivare a quella nera, forte e carica di energia.
E anche i formati su cui lavora: da piccoli fogli – rimasti nascosti per anni – a grandi tele esposte da subito in importanti gallerie. Mattotti presenta qui i suoi mondi, fatti di amori, affetti, paure infantili e senili, angosce, catastrofi, frenesie cittadine e paesaggi mitici, fatti domestici e storie lontane in un incedere fluido e continuo, tra visioni e umori che cambiano.

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