25 Ottobre 2016 08:14

View Conference 2016. Conrad Vernon spiega come fare Storyboard per migliorare la storia.

Il secondo Work shop della View Conference lo ha fatto Conrad Verton, co-regista di “Saussage Party”, di Shreck 2 e altro ancora. L’argomento era come realizzare gli Storyboard senza essere bloccato dlla pagina bianca o rovinare tutto presentando male la propria idea. Consigli preziosi su cose che spesso i giovani autori non conoscono.

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Verton racconta che quando iniziò la sua carriera pensava che avrebbe fatto l’animatore. Ma nelle serie TV statunitensi, all’epoca, la produzione era scarsa mentre la pre produzione molto richiesta. In pratica si facevano molti Storyboard. Così ha dovuto imparare come farli per poter continuare a lavorare nel settore.

In quel periodo capì quanto si debba avere le idee chiare su quello che si vuole fare per poter realizzare Storyboard efficaci e inizia a spiegare quale sia il suo modo di lavorare.

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Uno dei grandi problemi che si hanno nel fare gli Storyboard è il terrore della pagina bianca. Per evitarlo lui studia le indicazioni di come dev’essere la scena e le battute che sono presenti. Per capirle meglio le trascrive e spesso le riscrive trovando idee migliori (sempre col benestare del regista). Dopo scrive il testo sotto il riquadro dove deve disegnare, questo lo aiuta a pensare a come rappresentare la scena. Un altro modo consiste nell’immaginare subito inquadrature, angoli di ripresa e “movimenti camera”.

Un’altra cosa essenziale è mettere i disegni fatti in sequenza su un muro. Aiuta a capire subito la direzione che l’azione sta prendendo e se questa funziona. Dice di disegnare qualsiasi cosa venga in mente anche se non convince. Se proprio non va si cambierà più avanti. L’importante è evitare di pensare a come fare una scena per dei giorni senza realizzare niente, questo è un tormento personale e un problema per la produzione visto che rallenta tutto. Il metodo migliore è disegnare tanto e rivedere sulla parete. In questo modo si trovano idee migliori e si rifanno molte scene. Alla Dreamworks Katzembergh era un grande sostenitore dello Storyboard attaccato alla parete piuttosto di quello digitale sul monitor, illustrare le cose dal muro da maggior coinvolgimento e capacita di capire cosa va e cosa no.

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Gli viene chiesto se davvero ha una libertà tale da poter riscrivere e cambiare scene. La risposta è che l’importante è riuscire a far passare la propria idea della storia e saperla vendere agli altri. Racconta che quando faceva lo Storyboard di “Shrek” gli dissero che doveva realizzare una scena dove il re costringeva l’omino di pan di zenzero a parlare. Fu lui a ideare tutta la parte della tortura e ricordandosi di un suo amico d’infanzia gli venne naturale dare al personaggio la stessa vocina, che piacque e rimase nel film.

Recitare la scena aiuta moltissimo, fa trovare il timing, fa inventare le voci dei personaggi, ti porta dentro l’azione facendoti inventare pure i rumori, scava nei ricordi personali e porta a soluzioni che caratterizzano interamente dei personaggi. Più si esagera nei movimenti e nei rumori e meglio è.

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Gesticolare tanto.

Un altra domanda riguarda come venga distribuita la realizzazione delle scene. Di solito sono regista e produttore che le distribuiscono conoscendo le abilità degli Storyboard artists e affidano le scene ragionando sulle inclinazioni degli stessi. Così quello bravo nelle scene d’azione avrà quellq, chi nella comica quell’altra e così via col permesso di fare cambiamenti che verranno valutati in seguito.

Dopo aver fatto lo Storyboard lo si deve spiegare agli altri. In quest’azione si deve recitare la scena con trasporto, gesticolare, fare voci, rumori ecc. MA ci sono delle cose assolutamente da evitare. Bisogna imparare a memoria il testo così da non fermarsi a leggerlo da sotto la scena (magari piegandosi mostrando il deretano, cosa non molto positiva da fare verso). Non si deve mai dare la schiena al pubblico ne mettersi davanti ai disegni impedendo agli altri di vederli. L’ideale è stare di lato, frontale avvicinandosi e allontanandosi. Proprio come ha fatto per tutto il tempo Vernon con noi durante il suo discorso. Che conclude ricordando quanto l’importante sia trovare sempre il modo migliore per raccontare la storia.

Le ultime domande sono su quale programma utilizzi per disegnare. Usa Photoshop, ma preferisce sempre disegnare a mano. Anche se un suo amico che fa gli Storyboard per “I Simpson” usa Toon B0om e da quanto gli ha detto sembra essere un buon programma.

Davvero un gran Workshop!