“Questa mia noterella sulla tradizione di Dylan Dog si riferisce a una sola immagine. Esemplare. Me la sono trovata nella forma di una singola pagina strappata da chissà dove e sperduta tra le copertine dei numeri di Dylan Dog in mio possesso. Sono conservati insieme a tanti altri, pubblicati da editori e autori diversi (italiani e stranieri) dai primi del Novecento sino ad oggi. La mia libreria non espone un tale genere di collezioni per autentica vocazione amatoriale ma in vista di un progetto che non sono mai riuscito a realizzare sistematicamente: utilizzare singole strisce e più ancora dettagli o frammenti di esse, in modo da isolarle dal loro contesto narrativo e farle invece funzionare su un altro piano espressivo, estraneo solo in parte al fumetto di provenienza e alle sue specifiche forme di affezione o culto, ma potenziato su altra scala culturale. Comprensiva di una testualità assai più espansa invece che localizzata in una striscia. Pratica di una serie di tagli di parti del disegno originale grazie ai quali la sua amputazione guadagna piuttosto inoriginarietà. Qualcosa di analogo a…”
Puoi leggere l’intero e decisamente interessante articolo (segnalato su Facebook da Sergio Brancato) di Alberto Abruzzese direttamente dalla fonte:
Fonte: http://www.albertoabruzzese.net/2016/10/21/il-medium-dylan/