1 Luglio 2016 17:03

Alix, la censura e altro ancora

Nel sito di Giancarlo Malagutti viene citata una vecchia (2001) intervista a Jacques Martin, creatore di Alix e collaboratore di Hergé, che tratta fra il resto, di censura sui fumetti:

Alix e la censura da una intervista a Jacques Martin…

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alix_censura - afnews

In effetti l’intervista a Jacques Martin citata da Giancarlo (che ha avuto luogo il 23 marzo 2001 alla biblioteca di Chassieu gestita da Jean-Louis Tallon) affronta una quantità di temi che interessano gli storici e gli studiosi del fumetto francofono. Tra questi l’attribuzione di un sacco di sceneggiature di Tintin e di Blake e Mortimer a Jacques Van Melkebeke (noto collaboratore di Hergé e di Jacobs) e di un sacco di disegni, idee e gag delle avventure di Tintin a sé stesso. La questione, sollevata da Martin dopo la morte di Hergé, è sempre stata assai controversa, ovviamente. Al di là di questo, Van Melkebeke ha veramente avuto un ruolo importante per le serie create da Hergé e da Jacobs (e non solo). Ne parla diffusamente il volume A l’ombre de la ligne claire, di Benoit Mouchart, del 2002, e fa chiarezza su questi aspetti.

Melkebeke non era uno “sceneggiatore occulto” che faceva il lavoro al posto dei creatori col nome in copertina. Era, invece e semplicemente, un buon amico di Hergé (fino al 1953) e Jacobs, per il quale servì anche da modello per l’immagine del professor Mortimer. Per loro, e per gli altri, lavorava volentieri (naturalmente retribuito) dando il suo contributo specifico, di grande qualità culturale, alle storie. Quando, subito dopo la seconda guerra mondiale, venne imprigionato come collaborazionista (per aver lavorato nel quotidiano Le Soir durante l’occupazione nazista), continuò, dal carcere, a fare la sua parte per le avventure di Hergé e di Jacobs. Continuò a farlo anche quando tornò in libertà, sia pure senza figurare ufficialmente nel settimanale Tintin, di cui era capo redattore, proprio per via dei suoi trascorsi. La sua collaborazione amicale e professionale è stata sicuramente molto importante per la Linea Chiara di quegli anni, senza nulla togliere ai titolari delle serie cui ha collaborato (che non sono solo quelle citate qui), ma, a dirla tutta, la sua vera passione non era il fumetto, anzi: era la pittura. I casi della vita…