Il Festival CinemAmbiente torna a coincidere con la Giornata Mondiale dell’Ambiente con un’edizione particolarmente ricca di anteprime
La 19° edizione di CinemAmbiente, il Festival che per primo in Italia ha presentato e promosso il cinema ambientale, si svolgerà a Torino dal 31 maggio al 5 giugno 2016. I film saranno presentati nelle diverse sezioni del festival: le tre competitive, Concorso Internazionale Documentari, Concorso Documentari Italiani, Concorso Internazionale One Hour, a cui si aggiungono le sezioni fuori concorso Eventi Speciali, Panorama e Panorama Cortometraggi, ed Ecokids, dedicata ai più piccoli.
Il festival CinemAmbiente torna a ricollocarsi nelle sue date storiche, che lo affiancano a due importanti eventi. Il primo è il programma Green Weeks 2016, che coinvolge Torino in iniziative di educazione e sensibilizzazione ambientale fino al 5 giugno. Il secondo è, proprio il 5 giugno, la Giornata Mondiale dell’Ambiente indetta dall’ONU, il cui tema quest’anno è “Illegal Trade in Wildlife”. In omaggio allo specifico tema della tutela degli animali selvatici, il Festival presenta tra gli eventi speciali in anteprima mondiale la copia restaurata in 4k del film del 1966 Nata Libera di James Hill. La famosa pellicola britannica, che quest’anno compie 50 anni, vinse due Oscar per la colonna sonora e la musica originale e ispirò una serie televisiva americana di successo segnando l’immaginario di tutta una generazione. La storia del rapporto tra la leonessa Elsa e la coppia che la alleva è estremamente toccante e rappresenta un capostipite del cinema che vede protagonisti gli animali, il loro habitat e il rapporto con gli uomini.
A inaugurare il festival sarà, in anteprima italiana, Demain (Francia 2015, 118’) di Cyril Dion e Mélanie Laurent, il documentario che in Francia ha registrato più di 800.000 spettatori. Il film è una carrellata sui più importanti temi ambientali contemporanei che cerca di evitare il catastrofismo, proponendo soluzioni positive e realizzabili. È diretto da Cyril Dion e Mélanie Laurent, quest’ultima una delle attrici più amate in Francia e nota al pubblico italiano per la sua interpretazione da protagonista nel film Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. Il film sarà distribuito in Italia in ottobre da Lucky Red. Sarà presente il regista Cyril Dion. La proiezione sarà preceduta da Il punto di Luca Mercalli con cui il noto meteorologo sintetizzerà gli ultimi sviluppi della situazione ambientale globale.
E ancora, come film di chiusura, sarà presentata l’ultima opera di Jacques Perrin e Jacques Cluzaud, Les Saisons (Francia, Germania 2016, 95’). Dopo aver viaggiato per il mondo con gli uccelli migratori e navigato in tutti gli oceani con balene e mante, Jacques Perrin e Jacques Cluzaud approdano su un terreno più familiare.
Accompagnano lo spettatore in un meraviglioso viaggio nel tempo, per scoprire quei territori selvaggi in Europa che l’uomo condivide con gli animali a partire dall’ultima glaciazione. Les Saisons, le cui riprese sono durate quattro anni, è un epico quanto sensibile racconto della storia lunga e tumultuosa che lega l’uomo agli animali. Il film sarà presentato a CinemAmbiente in anteprima nazionale dopo essere stato distribuito in Francia con successo. A Jacques Perrin sarà assegnato il premio alla carriera “MOVIES SAVE THE PLANET”.
Il Concorso Internazionale Documentari è composto da otto titoli tutti in anteprima, otto documentari che toccano i temi più scottanti del discorso ambientale mondiale contemporaneo. Il 2016 è il trentennale del disastro di Chernobyl e CinemAmbiente lo vuole ricordare con The Babushkas of Chernobyl (USA 2015, 70’) di Anne Bogart e Holly Morris. Con uno sguardo estremamente umano, il documentario ci porta nella così detta Dead Zone che circonda la centrale nucleare. Racconta l’incredibile storia di un gruppo di anziane che hanno deciso di tornare ad abitare nella loro terra nonostante tutti i rischi dovuti alla radioattività. Bugs (Danimarca 2016, 76′) di Andreas Johnsen esplora l’ultima tendenza nel campo dell’alimentazione sostenibile: gli insetti. Il film riprende la ricerca durata tre anni svolta dal Nordic Food Lab, una non-profit danese emanazione dello stellato ristorante Noma di Copenaghen, e illustra le virtù di questo possibile “cibo del futuro”, elogiato per il suo basso impatto ambientale dagli ecologisti e per il suo contenuto nutrizionale da scienziati di tutto il mondo.
La vivacità del cinema ambientale è testimoniata dalla quantità sempre crescente di documentari che vengono prodotti e della loro presenza sempre più assidua ai festival di tutto il mondo. Inoltre sono sempre di più i protagonisti del mondo dello spettacolo che si fanno testimonial di importanti battaglie ambientaliste. È il caso dell’attore Mark Ruffalo, che, in qualità di attivista, ha prestato la voce e ha partecipato alla produzione di Dear President Obama (USA 2016, 98’) di Jon Bowermaster, un importante documentario che approda in Italia in contemporanea con il tour negli Stati Uniti. Il film analizza la questione dell’estrazione di gas e petrolio negli States, mettendo in evidenza le conseguenti contaminazioni, le storie delle sue vittime, la falsa promessa di un boom economico, con particolare attenzione alle soluzioni energetiche pulite che permetterebbero di procedere verso un futuro meno dipendente dai combustibili fossili. Interviste con scienziati, economisti, operatori sanitari e geologi forniscono le informazioni di base con cui i produttori del film vorrebbero convincere il presidente attuale e quelli che seguiranno ad unirsi al coro di chi chiede negli Stati Uniti di lasciare i combustibili fossili nel sottosuolo.
Ghostland (Germania 2016, 88′) di Simon Stadler offre la straordinaria possibilità di guardare la nostra società e il nostro modo di vivere da un altro punto di vista. I Ju/’Hoansi Bushmen sono una popolazione della Namibia costretta ad abbandonare il proprio stile di vita nomade, dichiarato illegale dal governo. Il regista decide di portare alcuni di loro in viaggio per l’Europa, un viaggio che cambierà completamente i termini della situazione: quelli che erano stati scoperti diventano esploratori a loro volta, da attrazione turistica diventano turisti, da bisognosi si trasformano in maestri.
Dai film in gara emergono diversi temi portanti del discorso ambientale, come quello dell’accaparramento di terra in Land Grabbing (Austria 2015, 95′) di Kurt Langbein. Il land grabbing è un fenomeno tra i più sconvolgenti: l’acquisto di terra fertile nei Paesi più poveri da parte delle potenze economiche è in costante crescita e ha pesanti conseguenze sulla vita delle persone e sulla salute dei terreni stessi. Un altro tema fondamentale è quello del vegetarianesimo, affrontato da Need for Meat (Paesi Bassi 2015, 74′) di Marijn Frank con estrema onestà intellettuale. La regista, una giornalista olandese, ha avuto modo di vedere con i suoi stessi occhi come vengono allevati gli animali, sa perfettamente quale sia l’impatto della produzione della carne eppure non riesce a fare a meno di averne voglia e di mangiarla. Inizia così una ricerca psicologica su di sé in cui molti si potranno rispecchiare.
Gran parte delle multinazionali che controllano l’estrazione e il commercio di materie prime ha sede in Svizzera. La maggior parte delle estrazioni di materie prime avviene calpestando i diritti umani e inquinando territori. Questo è l’argomento al centro di Trading Paradise (Svizzera 2016, 78’) di Daniel Schweizer, che denuncia proprio la copertura offerta dalle banche svizzere a società simili. Le battaglie delle comunità locali che in tutto il Centro e Sud America lottano per salvaguardare il proprio territorio naturale sono da molti anni purtroppo sempre di attualità. When Two Worlds Collide (Perù 2016, 100′) di Heidi Brandenburg e Mathew Orzel ha ottenuto il premio come miglior documentario al Sundance Film Festival 2016 e segue la vicenda di una popolazione del Perù che difende il proprio territorio, nella foresta Amazzonica, contro le mire estrattive di alcune compagnie pronte a distruggere l’habitat naturale pur di andare avanti negli affari, con il beneplacito del governo.
Sono otto i documentari inseriti nel Concorso Documentari Italiani, storica sezione del Festival dedicata alle produzioni nazionali. Attraverso le Alpi (Italia 2016, 80’) di Giancarlo Bertalero e Filippo Ciardi vuole raccontare lo scenario globale e locale del trasporto merci attraverso le Alpi, con le parole e le esperienze delle persone che vivono quei luoghi o si occupano del trasporto. Il lavoro con la terra può diventare un’importante esperienza di convivenza e di incontro anche in zone fortemente colpite dalle guerre, come il confine tra Serbia e Bosnia Erzegovina, dove è stato girato DERT (Italia 2016, 62′) di Mario e Stefano Martone. Devil Comes to Koko (Italia 2015, 49′) di Alfie Nze è un viaggio attraverso la memoria storica del regista nigeriano, che si è trasferito in Italia nel 1990. È anche la storia di due episodi brutali che si sono verificati in Nigeria, filtrati attraverso gli occhi del regista che riesce così a visualizzare il filo che li unisce: la sanguinosa invasione britannica di Benin City nel 1897 e lo scarico di rifiuti tossici in Koko, un villaggio nel Delta del Niger nel 1987. Matteo Gagliardi, regista di Fukushima: A Nuclear Story (Italia 2015, 84′), ha compiuto un viaggio di quattro anni nelle zone colpite dallo tsunami, seguendo Pio d’Emilia, il primo giornalista arrivato sul posto dopo la tragedia. Uno straordinario documento che aiuta a capire cosa sia davvero successo in Giappone dopo l’11 marzo 2011.
La lunga strada gialla (Italia 2016, 80′) di Christian Carmosino e Antonio Oliviero è un viaggio poetico, ironico ma soprattutto di denuncia: protagonisti due giovani che, in groppa a due muli, da Palermo arrivano fino a Roma per portare al Quirinale il loro messaggio di ecologia e giustizia sociale. Lungo il percorso i due protagonisti fanno numerosi incontri, alla ricerca della loro identità, del contatto con un mondo rurale che ormai sembra scomparso, ma soprattutto di un confronto con persone che di quel mondo sono ancora attori. Sono storie di riscatto e di agricoltura sociale quelle raccontate da Nuove terre (Italia 2015, 70′) di Francesca Comencini e Fabio Pellarin. Il documentario racconta le attività delle cooperative agricole che utilizzano il lavoro come strumento di inclusione sociale. Oro blu – Conversazioni dal mare (Italia, 2016, 39′) di Andrea Ferrante e Marco Gernone è un inno alla bellezza e all’amore per la propria terra che mira a porre domande su una vicenda ancora oscura come quella della prospezione petrolifera in alcuni comuni salentini. Un grande amore verso la terra emerge anche nel documentario Sull’Etna (Italia 2015, 52′) di Francesco Di Mauro, regista che in questo nuovo lavoro descrive un giro di ricognizione alle pendici del vulcano. La normale amministrazione per una guardia forestale diventa ben presto un percorso fatto di meditazione e ammirazione. Attraverso lo sguardo di Salvatore Campanella, ex lottatore olimpico, si rivela una natura selvaggia che l’uomo non ha ancora del tutto domato.
Il Concorso Internazionale One Hour raccoglie le produzioni che si aggirano intorno ai 60 minuti di durata, format privilegiato da chi decide di realizzare un film di inchiesta. Chasse: main basse sur la savane (Francia 2015, 52’) è un’inchiesta di Olivia Mokiejewski che si reca in Kenya per capire come funzionano i safari a scopo di caccia. Una vera e propria branca del turismo dove i prezzi del tour sono calcolati in base alla stazza dell’animale che si intende uccidere. Per chi vive in Occidente sembra che ormai alcuni generi di lavori siano scomparsi per essere sostituiti dalle macchine: Coal India (Germania 2015, 47′) di Felix Röben e Ajay Koli mostra una realtà ben diversa, fatta di persone che lavorano solo con la forza delle proprie braccia, senza alcun supporto meccanico. Si torna a Fukushima con Demi-vie à Fukushima (Svizzera, Francia 2016, 61′) di Mark Olexa e Francesca Scalisi, un documentario che racconta la storia dell’unico uomo che ha deciso di non abbandonare la zona dell’incidente nucleare dopo lo tsunami. Gringo Trails (USA 2014, 52’) di Pegi Vail analizza gli aspetti devastanti del turismo di massa, mentre La Jeunne Fille et le Typhons (Francia 2015, 52’) di Christoph Schwaiger vede di nuovo il coinvolgimento di una protagonista del cinema francese, Marion Cotillard, in veste di intervistatrice di una giovane filippina che sta cercando di trovare un sistema per salvaguardare la vita dei suoi concittadini, colpiti dai cambiamenti climatici che minacciano la stabilità dell’arcipelago. My Hottest Year On Earth (Danimarca 2015, 58′) di Halfdan Muurholm è un viaggio intorno al mondo alla scoperta dei danni materiali causati dalle temperature che ormai hanno superato ogni record. A tutti piace potersi cambiare spesso di abito e ormai siamo abituati a permetterci di comprarne spesso di nuovi, buttando quelli vecchi: Out of Fashion (Estonia 2015, 60’) di Jaak Kilmi e Lennart Laberenz è un’inchiesta sull’industria dell’abbigliamento a basso costo e sul suo altissimo impatto ambientale. La povertà può essere un business, anzi lo è già diventata. Poverty, Inc. (USA 2014, 55’) di Michael Matheson Miller si concentra sull’“industria” legata alle cause umanitarie, ONG che muovono miliardi di dollari con risultati spesso discutibili se non catastrofici.
La sezione fuori concorso Panorama copre un ampio spettro di argomenti, toccando diverse aree del pianeta. Andermatt – Global Village (Svizzera 2015, 90′) di Leonidas Bieri ci porta nel cuore della Svizzera, dove un piccolo paese in mezzo alle montagne applaude l’arrivo di un ricco imprenditore egiziano che decide di acquistare un’enorme porzione di terreno per costruire un hotel di lusso. Una panacea per i mali economici e sociali degli abitanti o una trasformazione che stravolgerà troppo l’equilibro del luogo?
Si parla di migliori pratiche mondiali in campo agroalimentare e della nutrizione nei cinque filmati che compongono Best Sustainable Development Practices (Italia 2015, 34′) di Enrico Carlesi. E ancora si fa un viaggio approfondito nelle pratiche architettoniche della città più sostenibile al mondo con Copenhagen, a Flowing City (Italia 2016, 25′) di Michele Di Salle, mentre s’incontra una grandissima autrice grazie a Ella Maillart – Double Journey (Svizzera, Italia 2015, 40′) di Mariann Lewinsky e Antonio Bigini. Lo sci estremo si sta diffondendo sempre di più, ma non tutti ne conoscono la genesi. Viene raccontata in Monviso mon amour (Italia 2016, 52′) di Fabio Gianotti. Racing to Zero (USA 2014, 57’) di Christopher Beaver esplora il tema importantissimo dei rifiuti e si reca a San Francisco per dimostrare che l’opzione rifiuti zero è possibile. Dove finiscono gli oggetti tecnologici una volta che smettiamo di utilizzarli? La Tragedia electrónica (Spagna, Francia 2014, 86’) di Cosima Dannoritzer mette in luce l’enormità del problema. Caltabellotta è un piccolo paese della Sicilia dove sembra che le radici culturali legate alla terra siano scomparse. Leandro Picarella ritrova in Triokala (Italia 2015, 75′) alcuni elementi di questa antica tradizione culturale. I volti della Via Francigena (Italia 2016, 51′) di Fabio Dipinto offre un quadro vivace e poetico della varia umanità che per i più diversi motivi decide di percorrere questo antico cammino. Non poteva mancare un inno all’uso della bicicletta: ecco quindi Why Do We Bike? (Italia 2016, 55′) di Francesco Melloni e Elena Diana, documentario che racconta che cosa rappresenta l’utilizzo della bicicletta non solo come mezzo di trasporto, ma anche come scelta consapevole e stile di vita.
Panorama cortometraggi è suddiviso in sette programmi tematici: #1 Il mondo deve sapere, #2 Viva la (bio)diversità, #3 Sopralluoghi, #4 Si può fare, #5 Visioni, #6 Ecofantasy, #7 In cordata.
In cordata è, peraltro, una sezione tematica trasversale che rappresenta il proseguimento, all’interno del Festival, della rassegna annuale dedicata al cinema di montagna e organizzata da CinemAmbiente in collaborazione con il programma “Torino e le Alpi”, promosso dalla Compagnia di San Paolo con il supporto dell’Associazione Dislivelli, e il Circolo dei lettori. Oltre ai cortometraggi, comprende i già citati lungometraggi e mediometraggi Attraverso le Alpi, Sull’Etna, Andermatt – Global Village, Monviso mon amour, Triokala, I volti della Via Francigena e i film per le scuole Heidi e Belle & Sebastien – L’avventura continua.
Ecokids è la sezione più importante del festival perché è rivolta ai giovani spettatori, agli adulti del futuro. Oltre alla proiezione dei film per le scuole e per il pubblico al Cinema Massimo e al MAcA – Museo A come Ambiente, quest’anno sono previsti momenti laboratoriali grazie alla collaborazione tra CinemAmbiente e Xké? Il laboratorio della curiosità, un centro per la didattica delle scienze aperto alle scuole. Numerosi film saranno preceduti o seguiti da incontri con ospiti che introdurranno al pubblico l’argomento trattato. È una novità di questa edizione, che mette in luce la tendenza di CinemAmbiente a integrare le proiezioni con dibattiti e interventi di esperti di settore.
Gli Ecotalk, i consueti momenti dedicati agli approfondimenti con esperti di diversi argomenti legati all’ambiente, saranno quest’anno tre e vedranno la partecipazione di: Luca Mercalli, Walter Facciotto (presidente Conai), Massimiliano Tellini (esperto di economia circolare), Beppe Rovera, Wu Ming 2, Tiziano Fratus (Premio Le ghiande CinemAmbiente 2015).
Non mancheranno neppure gli Ecoeventi, iniziative che escono dalle sale per coinvolgere i cittadini direttamente sulle strade e nelle piazze di Torino: il Mercato del Bio, in collaborazione con Coldiretti Piemonte e con il patrocinio del Comune di Torino, Abi-tanti. La moltitudine migrante, il work in progress collettivo itinerante a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea, la mostra In cammino verso Santiago, nata dal progetto fotografico di Fabio Simone Sebastiano. Sarà allestito in via Riberi, di fronte al Cinema Massimo, Bike me App, un parcheggio temporaneo per biciclette, a disposizione degli spettatori del Festival per tutta la durata della manifestazione.
Il più importante evento di cinema e cultura ambientale in Italia, CinemAmbiente è diretto da Gaetano Capizzi e organizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e dall’Associazione CinemAmbiente.
Il Festival CinemAmbiente è membro fondatore del Green Film Network.
L’ingresso a tutte le proiezioni sarà gratuito.
Cinema Massimo: occorre ritirare i biglietti gratuiti (max.2 per spettatore) da un’ora prima della proiezione.
EcoKids: proiezioni del 31 maggio e 1 giugno riservate alle scuole prenotate.
LUOGHI DEL FESTIVAL:
Cinema Massimo Sala 1, via Verdi 18
Cinema Massimo Sala 2, via Verdi 18
Cinema Massimo Sala 3, via Verdi 18
Il Piccolo Cinema, via Cavagnolo 7
Centro Studi Sereno Regis – Sala Poli, via Garibaldi 13
Circolo dei lettori, via Bogino 9
Mercato del Bio, via Montebello e via Verdi
Amantes, via Principe Amedeo 38 A
Cinema Elios, Piazza Verdi 4, Carmagnola
Xké? – Il laboratorio della curiosità, via Gaudenzio Ferrari 1
MAcA – Museo A come Ambiente, corso Umbria 90
Per informazioni al pubblico:
www.cinemambiente.it
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