9 Maggio 2016 18:24

Merletti e borotalco. Anteprima nazionale del nuovo corto animato del CSC di Torino al TGLFF.

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Come accade ormai da diversi anni il prestigioso Torino Gay & Lesbian Film Festival ha avuto una parte dedicata al cinema d’animazione.

Chi legge da anni afNews sa bene che nei tre anni passati il festival ha presentato una selezione di cortometraggi animati inviati da tutto il mondo che corrispondevano alle tematiche LGBT, con l’aggiunta che questa selezione era almeno un po’ più divertenti rispetto alla media dei film proposti.

Quest’anno, purtroppo, la selezione dei film fatta da Massimo Fenati, che stava progressivamente crescendo d’importanza essendo l’unica esistente in un festival a tematiche LGBT in tutto il mondo, non si è potuta fare per motivi tecnici (ma state tranquilli, mi hanno assicurato che il prossimo anno tornerà).

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Quindi il compito di mantenere alta la presenza dell’animazione è caduto tutto sulle spalle di quattro giovani talenti proveniente dal CSC di Torino. Peso non da poco, ma il gruppo formato da: Riccardo Di Mario, Lilia Miceli, Anna Peronetto e Sara Tarquini ha presentato il loro corto di diploma in anteprima mondiale senza mostrare di sentire l’oppressione di alcuna responsabilità.

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Quattro talenti su un balcone.

Con molta allegria e sicurezza parlano del loro cortometraggio. “Merletti e borotalco” è la storia di un bambino del settecento vestito secondo la sua epoca, quindi con abiti pieni di merletti, viso reso pallido dal borotalco e la tipica acconciatura candida a boccoli con codino. Improvvisamente il bambino si ritrova in una metropoli occidentale contemporanea dove la divisione estetica/culturale tra maschile e femminile è netta. Tanto da portare la gente a guardarlo come uno strano essere sbagliato che non rientra nel modello prestabilito e deve essere corretto o deriso.

Tutto è partito da un’idea di Riccardo Di Mario, che già molti anni prima di cominciare il corso al CSC aveva iniziato a disegnare ripetutamente il personaggio per caso passando poi giorni a riflettere sul perché gli venisse naturale disegnare un bambino in abito settecentesco.

Così quando è venuto il tempo di scegliere una storia per fare il corto di diploma lui ha subito proposto alle altre l’idea. E sia per la simpatia del personaggio, sia per la validità della storia hanno deciso di realizzarla confrontandosi e discutendo fino a sviluppare l’idea definitiva.

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Nel corto lo stile di disegno è fondamentale. L’inizio che inquadra il ritratto del bambino in uno stile pittorico molto particolareggiato è una diretta citazione di “Barry Lyndon”, dice ridendo Riccardo, ma subito cambia diventando più libero e semplice. Perché questa è la forza del cinema d’animazione. Il fatto che tutto sia realizzato tramite disegni (o qualsiasi altra tecnica) permette una sintesi in grado di dare un messaggio più chiaro e diretto dei film live acrion. Un messaggio che riesce a raggiungere e coinvolgere maggiormente qualunque tipo di pubblico, di qualsiasi età e cultura.

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L’intero gruppo è fortemente convinto che sia giusto fare animazioni che trattino qualsiasi argomento esistente, trovano sbagliato o non corretto evitare di dei temi, soprattutto quelli ritenuti delicati e facilmente ignorati per quieto vivere. È giusto parlare di un bambino che si vuole forzare a vestire contro la sua volontà seguendo un modello che la società gli impone. Esattamente come è giusto affrontare il tema del razzismo, la paura dei “diversi” e il vero significato dell’essere poliziotti in “Zootropolis” o dell’affetto famigliare in “Kung Fu Panda 3” (e vi risparmio i riferimenti alle serie animate di Giappone e USA perché rischiamo di non finire più).

È giunto il tempo di parlarne anche in Italia meglio di come sia stato fatto in passato e questo corto lo fa Finalmente!

Chiedo sulla distribuzione del corto. Come tutti quelli fatti dal CSC i diritti sono della scuola, che si occuperà della distribuzione, mentre gli autori possono iscriverlo ai festival.

Finita l’intervista si va tutti a vedere il corto, che viene proiettato durante una proiezione che presenta anche altri corti a tema LGBT fatti dai CSC di tutta Italia.

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Merletti e borotalco” apre la selezione. È un bel corto, lo stupore del protagonista per la nostra epoca e i suoi costumi nel presentarsi è davvero coinvolgente e si sente un genuino dispiacere con un retrogusto di colpa. Ma resta la speranza in un futuro dove ognuno possa essere libero di apparire come più gli piace senza per questo essere motivo di derisione.

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