Ci si interroga ancora, su quali siano stati (e siano tuttora) i meccanismi che hanno fatto di Tintin un “classico”, cioè qualcosa che riesce ancora a parlare alla gente. Sui meccanismi del successo si è scritto assai, e lo stesso Hergé non si capacitava bene, all’inizio, del perché il suo lavoro, fatto con cura e dedizione ma artigianale, piacesse così tanto. Ma il successo, si sa, è cosa effimera quanto strana e può facilmente arridere anche a cose che valgono davvero molto poco. Invece, diventare un Classico è altra cosa. Vuol anche dire avere dentro molto più di quel che appare. Nattiez prova a esplorare questo lato, nel suo saggio (purtroppo privo di immagini, per i noti motivi non dipendenti dalla volontà dell’autore, nonostante meriterebbe, come altri, la possibilità di avvalersi del diritto di citazione che è naturale per ogni Classico). I fan della serie non avranno problemi a seguirlo. Per gli altri sarà opportuno avere a fianco le avventure (le trovi qui: click).
Renaud NATTIEZ, Le Mystère Tintin. Les raisons d’un succès universel, Bruxelles, Les Impressions nouvelles, 370 p., 22 €
