28 Gennaio 2016 09:30

Le fauci dello “Sharknado” minacciano pure il povero Nemo!

Ammettiamolo: Lo Squalo di Steven Spielberg già ebbe le sue brave colpe nell’affossare la pur non elevatissima popolarità del povero Selachimorpha, soprattutto nella sua, invero non facilitata dal minaccioso sembiante, versione Carcharodon carcharias, l’ormai “mitico” Grande Squalo Bianco.

Ma poco a poco, grazie al certosino lavoro degli esperti e di una finalmente valida controinformazione, eravamo riusciti poco a poco, chi più e chi meno, a guardare “oltre il pregiudizio” e a cogliere, oltre alla sua assai relativa pericolosità, anche l’affascinante bellezza e complessità di quella che, a tutti gli effetti, costituisce una vera e propria testimonianza vivente degli albori del mondo: una “macchina perfetta” che l’intelligenza evolutiva ha ritenuto di preservare tale e quale nel corso dei millenni. Qualcosa vorrà pur dire… forse anche solo per il fatto che questi magnifici e bistrattati animali non se ne vanno in giro a seminare orrende calunnie su di noi, specie decisamente più colpevole di orrendo sterminio nei confronti dei loro simili ma dotata di apparato mediatico e propagandistico assai superiore e invasivo.

Solo che poi spuntano i tipi “ganzi” come quelli di The Asylum” (d’infanzia, presumo?) che, per legittima brama di quattrini e un po’ meno legittima convinzione che tutto sia lecito nel farlo, riprendono in mano il manuale delle leggende nere marine, et voilà: gli squali tornano ad essere le solite “streghe”, i consueti indomabili serial killer di Madre Natura cui Jason Voorhees e Freddy Krueger possono tutt’al più “lisciare la pinna dorsale”.

Almeno, dico io, Spielberg aveva concesso al suo vorace protagonista un plot e una regia degna di questo nome, e un contesto “melvilliano” in cui preservare, se non esaltare, la propria dignità; questi, invece…

sharknado
Eccerto… sbatacchiati in un tornado, scaraventati tra esplosioni e fiamme, ‘ste povere bestie devono anche farsi venire appetito… soltanto il primo capitolo di ‘sta colossale vaccata vede un’impressionante e gratuita mattanza di squali di ogni ordine e dimensione, roba da scomodare il WWF, ma figuriamoci: vogliamo mica far sentire in colpa i nerd di tutto il mondo che si ingozzano di pop corn e cocacola strillando di gioia ogni volta che un pescione viene sventrato o crivellato di colpi? Non sia mai.
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Và, gli squalacci che tiran giù la Statua della Libertà! Che, povera, ogni anno le tocca almeno un par de volte, perché così i critici dicono che sotto la patina superficiale del film “si nasconde la paura dell’America sotto attacco del dopo 11/9″… cioè, anche ‘sti pescioloni li manda il Califfo? Occhio, che magari qualche seguace dell’Isis (che secondo me ‘sti film se li guardano, eccome!) è capace pure che la giudichi un’idea brillante!
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Dunque, il tizio con la motosega è preso di peso dall’Ash de “La Casa” di Sam Raimi, e va bene perché, come si dice, “so’ omaggi” (ammazza, quanti!); ma ‘sta povera bestia che se ne sta in volo per ore fuori dall’acqua? Gli squali devono nuotare sempre, altrimenti affondano, e da bravi pesci non sopravvivono a lungo lontani dal mare… sofismi, eh? Cos’è la scienza, di fronte alla possibilità di una “scena mmitica”? Niente, appunto.
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Proprio come l'”eroe” di “Venerdì 13″, anche lo Squalone Bianco ‘Sassino” irrompe nello spazio… e a differenza dell’Uomo, che come si vede ha ancora bisogno dello scafandro, fuori dall’atmosfera terrestre si muove come nelle acque limpide (?) di casa sua… ormai enorme, come impone la “Legge del sequel”, si appresta a minacciare anche l’equipaggio dell’Enterprise nell’attesissimo sequel: “Star Shark: Jaws of Foolishness”… e Ortolani al confronto sembra Kubrik!

Notizia qui: http://www.cartoonbrew.com/dvd/sharknado-studio-found-way-cash-finding-dory-132801.html

Già. Perché, sull’onda del successo “virale” (virale, ma come parli?!) di questi capolavori all’incontrario, e soprattutto delle carrettate di dollaroni che si fan su e che li rendon sempre più popolari tra i grandi produttori, anche i critici si sentono obbligati di scriverne, non dico bene, ma capovolgendo la semantica al punto da sostenere che “sono talmente brutti da esser belli“… e io a leggere certe cose mi sento così:

Moralista? Si, grazie; in casi come questi lo reputo senz’altro un complimento… e almeno io non mando la pornografia antropofagica di gente come Eli Roth ad aprire i grandi festival del cinema sostenendo senza ridere (o piangere) che La festa di morte di Eli Roth è soprattutto una festa, mentre il gore punta a sbeffeggiare l’horror vacui della generazione social…”. Bello. Ve lo meritereste un bello Sharknado, va là.

Non si meritano questa continua e proditoria diffamazione, invece, i poveri squali che, forse non tutti lo sanno, hanno già le loro belle gatte da pelare in quanto messe a rischio da inquinamento dei mari, caccia indiscriminata (ah, le pinne afrodisiache!) e fama funerea che li precede di chilometri, cosicché appena incrociano a distanza visibile da una spiaggia manca poco che intervengano i Seals a disintegrarli! Altro che, come si vede nella baggianata in questione, strisciare fino alla battigia col passo del leopardo per rapire i bei giovanotti stolidi che giocano a volano sulla riva: ma dove?! ma quando?! In queste baggianate, appunto.

Per la cronaca, li ho visti (purtroppo) questi filmoni, e pur sostenendo io stesso che ogni categoria di spettatore abbia diritto a farsi del male nel modo che ritiene più opportuno, sostenere che un prodotto recitato da (pesce)cani, con una trama basata unicamente su un assunto assurdo e demenziale (le trombe d’aria che portano in giro gli squali come in taxi), dalla fotografia che ricorda i rudimentali fotomontaggi che si facevano anni fa con Photoshop (non sapendolo usare), e soprattutto con degli effetti speciali che fanno sembrare i documentari di Quark realizzati dalla Industrial Light & Magic, bè, sostenere che una simile fetenzia possieda qualche minimo pregio è come pretendere per Ed Wood l’Oscar alla carriera. E in effetti, al confronto, quest’ultimo (forse) lo meriterebbe… se non altro per il suo genuino amore per il cinema!

Astioso ed esagerato? Certo che sì. Ma la cosa più grave non sono i miei personali mal di pancia; quello che risulta davvero stucchevole e disonesto è il modo in cui l'”Asilo d’Infanzia” si permette di plagiare, in peggio, ogni tipo di blockbuster in circolazione, un po’ come si fa nei porno. E ora il disonore dovrebbe toccare pure al povero, piccolo Nemo che già tante ne ha passate in vita sua… ennò!

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Giù le mani, turpi malcreati! Nemo non si tocca, e se ci provate… lo diciamo ai suoi amici, che son pure fatti meglio e vediamo se non le suonano ai vostri squalacci da quattro soldi, ah!

Scusate, ma se mi toccan l’animazione… divento una bestia!

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Tranqui, raga… vi difendiamo noi da ‘sti gianchetti d’acqua dolce!

Nota: spero sia chiaro che questo è un post volutamente sopra le righe e semiserio, in cui esprimo un sincero fastidio verso un prodotto che reputo  brutto sotto ogni punto di vista ma ben consapevole che tutto ciò resta il MIO fastidio e la MIA opinione, che non necessariamente coincidono con la posizione di AfNews. E chi osa criticarmi, gli scateno addosso le mie tartarughine, capito?!