18 Gennaio 2016 14:00

A ciascuno il suo pregiudizio nell’Atlante di Yanko Tsvektov

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Il 28 gennaio uscirà in libreria la traduzione italiana de L’Atlante dei pregiudizi dell’illustratore e “alphadesigner” Yanko Tsvektov, edito da Rizzoli.

Un’opera intelligente, di certo provocatoria, ma soprattutto assai divertente nel suo rigore grafico e statistico che sottolinea a perfezione l’assurdità e, al contempo, la persistenza “fisica” delle convinzioni, radicatissime quanto infondate, che ciascun popolo elabora, e coltiva pervicacemente, nella rappresentazione di se stesso e degli altri. Declinata sulla concezione, affatto spregiativa, per cui NOI siamo un popolo, mentre GLI ALTRI appartengono a una “razza”, spesso bizzarra e, soprattutto, dai profondi e connaturati difetti.

Ne parla, con grande arguzia, Gabriele Romagnoli su La Repubblica: http://gossip.libero.it/focus/34646672/il-giorno-del-pre-giudizio-ecco-l-del-mondo-per-gli-italiani-i/atlante-giudizio/?type=

Un’opera che, mai come oggi, andrebbe utilizzata nelle sempre più numerose classi “multietniche”; ma non per distinguere i locali “civilizzati” dai nuovi arrivati “barbari”, o per aumentare il carico di astio e inimicizia che le nuove generazioni si sentono purtroppo in dovere di ereditare, e alimentare, per non deludere od offendere i propri padri.

Usiamolo per ridere, anzitutto, di noi stessi. Contagiando poco a poco i nostri simili, anche quelli che non si pensano, e noi stessi non consideriamo, come tali.

Sapete, è più difficile sparare in fronte a qualcuno con cui si è condivisa una bella risata. Si fa più fatica a vederlo come un nemico, o a scacciarlo come un appestato. In fondo – viene da pensare – se entrambi abbiamo in testa tante bestialità… saremo mica, per davvero, un po’ (tanto) simili?!

Non dico che una risata seppellirà l’odio e l’intolleranza, ma forse li renderà meno giustificati e “necessari” agli occhi di coloro che dovranno decidere, un giorno, se mandare ancora avanti o meno questa litigiosa casa di matti.

Eccesso di qualunquismo? Non badateci: è tipico della mia razza.

Meow…

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