17 Dicembre 2015 10:00

(Re)Finding Ms. Travers

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Il 23 aprile 2016 si festeggerà (spero) il ventennale della scomparsa di Pamela Lyndon Travers, meglio nota come la “mamma” della tata più famosa del mondo, la “praticamente perfetta” Mary Poppins.

Oscurata a lungo dal successo planetario non tanto del suo personaggio, quanto dell’alter ego del medesimo creato da Walt Disney per la propria versione cinematografica “ad alto tasso di saccarina”, P. L. Travers risulta pressoché una sconosciuta per il grande pubblico che a malapena conosce, o così crede confondendolo spesso con il film omonimo, il primo libro del ciclo di Mary, ignorando quasi del tutto il resto della sua produzione letteraria, forse non altrettanto riuscita e significativa ma di certo meritevole di una riscoperta.

A mio parere, è stata vittima anche di una irriguardosa e superficiale campagna diffamatoria che nel tempo ha plasmato la sua immagine nell’immaginario collettivo, riducendola a una sorta di megera tanto ninfomane quanto anaffettiva, schiava di manie esoteriche e vittima di turbe psicanalitiche dovute alla sua “difficile” infanzia (peraltro mai descritta come tale dall’interessata, anzi, e a tal proposito consiglio la lettura dei racconti contenuti nel neo tradotto per Sellerio Zia Sass). Per rimediare, almeno in parte, a questo “torto”, da adesso in avanti proporrò periodicamente alcuni documenti bibliografici e letterari (la vita e l’opera di Travers risultano intimamente intrecciati pur senza mai “esibire” questo legame), oltre a spunti e riflessioni che, almeno così mi auguro, contribuiranno a fare un po’ più di chiarezza su un’artista, un’intellettuale e una persona assai più profonda e sfaccettata di quanto sia emerso dalla caratterizzazione fattane dalla pur brava Emma Thompson nel discutibilissimo biopic disneiano Saving Mr. Banks.

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Anche di questo film torneremo a parlare, ma come approccio propedeutico proporrei un piccolo documentario girato dalla giornalista e campionessa di poker(!) Victoria Coren Mitchell per la BBC.

In esso sono presenti alcuni dati corretti e altre cose molto più vicine alla vulgata e al sentito dire sulla scrittrice, come del resto è capitato allo stesso Walt Disney, soprattutto dopo la sua morte. E’ un lavoro che non può e non vuole prescindere dal legame tra l’opera letteraria Mary Poppins e la sua versione sul grande schermo, in linea con un’analisi interpretativa ormai data per scontata; ma, come cercherò di dimostrare più avanti, tale simbiosi non è in effetti stretta come si vuol credere.

Per ora, comunque, immergiamoci nella, più o meno credibile, “biografia” di Pamela Lyndon Travers: buona visione e, come forse borbotterebbe Mary Poppins, occhio a “stuff and nonsense!”.