Ne avevo parlato a suo tempo, qui su afNews. Ora lo sto sfogliando, grazie a Francesco Lentano, che me lo ha regalato scegliendolo dalla mia famosa Lista dei Desideri che tengo su Amazon. Regalo assai apprezzato, Francesco!
E’ un volumone di oltre 230 paginone belle spesse, ovviamente riccamente illustrate, come si può vedere più sotto dagli scatti veloci che ho fatto, posandolo su un tappeto di Off-Side d’annata che erano sulla scrivania per altri motivi.
Realizzato da Pierre Stercks (che è stato scrittore, critico d’arte, insegnante e, naturalmente, collega tintinologo, nonché amico personale di Hergé), il librone, L’Art d’Hergé, ha come sottotitolo Hergé et l’Art, perché affronta anche questo aspetto, il rapporto stretto di Hergé con l’Arte. Rapporto che vede una esplosione di interesse consapevole in gioventù, quando Hergé conobbe l’amico Chang che lo avvicinò all’arte figurativa cinese. Con il passare degli anni, e con l’evolversi della personalità di Georges Remi, il suo gusto si raffinò e la sua scelta si ampliò, fino all’arte contemporanea, la Pop Art, l’arte astratta. Quest’ultima, addirittura, fu il soggetto della sua ultima avventura incompiuta, Tintin et l’Alph Art, della quale restano solo schizzi, bozze, appunti e alcuni storyboard, ma che si trova, ci mancherebbe!, nel volume 8 dell’edizione completa edita da Rizzoli Lizard in italiano (che abbiamo completamente ritradotto, con attenzione filologica, e persino “corretta” in un punto – correzione unica al mondo, a quanto pare).
Qui di seguito ecco la prima delle citate fotografie di stamattina. Sono le pagine 120 e 121 che ospitano un dettaglio di una vignetta tratta da Le Crabe aux pinces d’or nell’edizione pubblicata nel giornale Le Soir Jeunesse del 1 maggio 1941. E’ molto famosa perché su di essa è stato scritto molto. In effetti, a causa dell’ira del capitano Haddock espressa coi suoi famosissimi epiteti, i guerrieri del deserto, intimoriti dal folle che avanza, fuggono. Hergé rappresenta questa azione con un campo lungo, creando una curiosa sequenza di movimenti che potrebbero benissimo essere attribuiti a un sol uomo in momenti diversi dell’azione. Particolare ed efficace. Tanto più se si considera che è rappresentato tutto in una sola vignetta e che siamo in un fumetto per ragazzi degli anni quaranta del secolo scorso.
Hergé aveva una predilezione per Roy Lichtenstein, maestro della Pop Art, qui ospitato con una riproduzione di una sua serigrafia del 1969.
All’inizio degli anni sessanta Hergé era già un ammiratore dell’italiano Lucio Fontana. Nella sua collezione aveva ben quattro opere di Fontana, che valgono assai… così come gli originali di Hergé, peraltro.
La fisicità del capitano Haddock, unita al suo carattere focoso, generoso e irruento, offrono grandi possibilità narrative e figurative all’arte fumettistica di Hergé…
Ed ecco la copertina. Un libro decisamente consigliato, non solo ai fan di Tintin, ma a chi si occupa di arte figurativa.