11 Novembre 2015 09:14

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, nel feuilleton di Hergé

Dalla Luna al traffico di esseri umani…

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto…”, scriveva l’Ariosto nel suo Orlando Furioso, e questo, in effetti, è ciò che si deve “cantare”, perché sono proprio le vicende umane, i sentimenti e le emozioni delle persone, a fare la storia, piccola e grande, e a vibrare empaticamente dentro ciascuno di noi, quando vengono raccontate come si deve.

Nello scorrere la cronologia in fondo all’immane volumone Hergé – le feuilleton intégral – 1950-1958, l’intersecarsi di avvenimenti (professionali, sociali, storici, personali…), aiuta a trasformare la figura di un Autore in quella di ciascuno di noi: un essere umano, nel quale tutto s’intreccia, tutto scuote, ferisce, lenisce la fragile mente umana, e colora l’opera delle sue mani.

Nulla che un vero Tintinologo non sappia già, posso confermarlo, su Tintin, Hergé e i suoi altri lavori. Ma, oltre al fatto che è vero solo in rari casi (non sono poi così tanti, in realtà, i Tintinologi più esperti), la stupenda opera realizzata da Jean-Marie Embs, Philippe Mellot e Benoît Peeters (che si svilupperà in parecchi tomi) offre la possibilità di accedere a materiali altrimenti impossibili da ottenere (sia per i costi improponibili, sia perché depositati in luoghi non accessibili a chiunque) a cominciare dalla quantità di vignette e intere scene che i lettori delle sole versioni in albo (forzatamente rimontate sacrificando pezzi di storie per stare nei limiti editoriali) non hanno potuto apprezzare. Nelle mie foto, qui di seguito, si intravede solo qualcosina, giusto per dare una vaga idea…

Tra queste cosucce che spuntano, come nulla fosse, tra pagine di fumetti ristampati esattamente (colori compresi) come quando uscirono per la prima volta in rivista, si scopre (a pagina 299), per chi già non lo sapesse, che i “Fumetti in TV” non furono una esclusiva dell’Italia degli anni settanta, no. In Belgio, negli anni cinquanta, c’erano. Non te l’aspettavi?

298-299 Tintin in TV nel 1958
298-299 Tintin in TV nel 1958

Eppure è andata così, con la Belvision che propone, alla giovane TV del Belgio, una versione di Tintin e lo scettro di Ottokar non animata, ma “semi-animata” come s’usava dire all’epoca (coi dialoghi letti dalla voce più famosa della televisione belga, Jean Nohain), molto prima che i nostri geniali compatrioti inventassero (o reinventassero ex novo) i mitici Fumetti in TV! Coproduzione franco-belga, trasmessa dal 28 novembre 1958, nella quale la Belvision mette la realizzazione delle immagini e i tecnici francesi il suono, con immagini fisse (accuratamente rielaborate dal fumetto originale) e movimenti di camera. Va detto che nemmeno questo fu una novità: in Europa già lo si faceva da tempo, nelle trasmissioni per bambini, e, ovviamente, anche negli USA, dove la tecnica veniva chiamata “semi-animated” e i francesi definivano “dessin d’animation”.

E quel che emerge dal volume, dagli inserti tra i fumetti e le riproduzioni delle copertine dei numeri della rivista Tintin belga, è anche che nello Studio, come nella vita, di Hergé, ci sono state persone e collaboratori eccezionali che hanno dato un contributo importante alla sua creatività, arricchendolo di stimoli e suggerimenti che ha saputo rielaborare e sviluppare in modo originale e personalissimo. Qualcosa di probabilmente irripetibile.

Questo è solo il primo volume uscito e offre ai lettori il periodo 1950-1958, con le avventure di Tintin sulla Luna, l’episodio spionistico con Trifone Girasole, e quello, tragicamente sempre attuale, del traffico di esseri umani. Sono più di 400 paginone dal peso considerevole più del prezzo. Peraltro la spesa la vale tutta, per chi vuole sapere di più, capire di più e, compiendo una sorta di viaggio nel tempo, leggersi delle gran belle storie a fumetti. O metterlo da parte per venderlo all’asta, a caro prezzo, tra qualche annetto…

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