23 Ottobre 2015 04:45

View Conference 2015. Videogiochi di ieri, oggi e (soprattutto) domani.

 

Uno dei grandi temi del View Conference sono i videogiochi. Ecco qui alcune delle conferenze che li hanno riguardati.

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Mercoledì 21 ottobre Davide Strumendo e collega (a cui chiedo scusa, non ho segnato il nome) hanno portato la voce del gruppo Medusa. Vincitore della Global Game Jam tenuta a Torino a gennaio che ha portato avanti il loro progetto e hanno intenzione di finirlo e distribuirlo. Grazie a questa esperienza si offrono di dare consiglio a chi vorrebbe fare videogiochi e dicono le regole che stanno adottando per continuare a lavorare al progetto senza mollare. Regole giuste come: “Non incontrarsi per discutere se non si ha un motivo”, “Scrivere sempre quello di cui si è parlato per evitare incomprensioni e ripetizioni” o “non prendere decisioni da solo.

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Il loro gioco si intitola “Get2gether” e consiste ne far incontrare due innamorati posti in stanze diverse. A ogni incontro si passa in un livello con due stanze e uno deve aprire la porta dell’altra schiacciando dei pulsanti sul pavimento. Più si va avanti più la cosa si complica. L’idea è interessante, l’ambientazione semplice ma con riferimenti al Liberty e alcuni esperti hanno molto apprezzato il gioco. Assicurano che tenteranno di finirlo al più presto.

Rispondendo alle domande sulle Game Jam dicono che sì, i gruppi si formano sul posto. Ma sono tutte persone che lavorano già nel Gaming e se non si conoscono direttamente hanno almeno un amico in comune, inoltre dovendo lavorare per 48 ore consecutive al gioco impari subito a conoscere con chi ti ritrovi. Considerano le Game Jam utili perché ci sono buone idee e conosci altri appassionati di videogiochi pieni di talento.

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Mercoledì 22 si è parlato molto del Gaming a partire dalla nuova proposta della Natural Motion, “CSR2”. Un gioco di corse tra automobili sviluppato per essere giocato su dispositivi mobili in qualsiasi ambiente ci si possa trovare. A parlarne sono Harvey Parker, il Game Art Director con anni di illustrazioni alle spalle, e Scott Harber, il Technical Artist convinto che l’arte debba essere pratica. Il gioco consiste nel guidare sei auto a scelta in diversi ambienti naturali o urbani. La cosa che colpisce subito è il grande realismo di colori e luci. Gli ambienti sono rappresentati molto fedelmente e si riflettono sulle lucide carrozzerie delle auto in corsa rendendo il gioco visibilmente accattivante. I due oratori sottolineano continuamente quanto sia stato importante per loro ottenere questo risultato. Per le ambientazioni l’ispirazione è venuta soprattutto dai film, città industriali inquietanti e sporche, deserti, porti e altri luoghi con o senza piogge o tempeste e che possono essere una sfida. Molto belli anche i vari segnali che compaiono segnalando partenza, vittoria ecc fatti con bandiere o semafori stilizzati geometricamente che possono anche riflettersi sull’asfalto bagnato.

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v-37Anche quest’anno l’IT Manager, Video Game Evangelist, manager dello studio Ovosonico e fra i fondatori di T-Union, gruppo che unisce i Gamer torinesi e organizza le Global Game Jam. Marco Mazzaglia e venuto al View per condividere il suo vasto sapere sui videogiochi e parlare dell’evoluzione delle loro tematiche narrative valorizzandone l’uso videoludico e la possibilità di far passare messaggi in grado di mettere davanti a chi gioca tematiche sociali importanti. La storia raccontata dagli esordi alla grande esplosione fine anni ottanta arrivando al presente, dove i videogiochi prodotti sono centinaia e alcuni stanno toccando tematiche sensibili a livelli diversi dal passato facendo leva sul sociale e l’identificazione con situazioni estreme che obbligano a farsi domande morali.

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v-39Tra gli esempi il Gioco “The Firm” dove un giovane impiegato deve semplicemente comprare o vendere delle azioni, se sbaglia viene licenziato e il gioco riparte con un nuovo personaggio mentre il precedente si suicida. Cosa piuttosto angosciante da vedere e decisamente critico. Poi c’è “The war of Mine”, gioco basato su un gruppo di civili che cercano di sopravvivere durante un assedio. Tra le varie prove da superare ogni notte (di giorno ci sono i cecchini) sono costretti a fare qualsiasi cosa e a vedere scene terribili. Il gioco ha una continua voce narrante e le storie sono tratte da ricordi di sopravvissuti all’assedio di Sarajevo. Chi l’ha provato dice che alcune cose non ha avuto il coraggio di farle anche se significavano la sopravvivenza del personaggio. Davvero un gioco impegnativo, come “What is…life is strange”, dove la giovane protagonista andata a studiare lontano dalla sua città scopre di avere il potere di viaggiare attraverso il tempo. Questo le darà la possibilità di cambiare il suo passato. Ma a seconda delle scelte fatte modificherà irreparabilmente la sua storia e sarà (nell’esempio mostrato) più o meno capace di evitare che un’amica si suicidi e moto altro ancora.

v-40Giochi che spingono a pensare, a farsi delle domande e a essere coinvolto con i personaggi in maniera del tutto diverso e che fanno capire che nel videogame siamo ancora alla preistoria dello Storytelling. E per colmare il Gap e avanzare bisogna giocare ogni genere di gioco e intanto acquisire la teoria e la pratica necessaria per fare videogiochi. In Italia oltre gli istituti dove si insegna a fare videogiochi alcune facoltà umanistiche stanno aprendosi e esistono corsi di Storytelling, speriamo nel futuro.

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Ultimo incontro col videogame della giornata è stato con Ben Brudenell anche lui dalla londinese Natural Motion, iniziò la sua carriera a Londra per poi trasferirsi in Australia e Canada prima di tornare nella capitale inglese a lavorare come Game Art Director a “Dawn of Titan”, anche questo sviluppato per tecnologia mobile ma in questo caso si tratta di un epico gioco fantasy di guerre tra cinque diversi eserciti di creature. Questi cinque tipi di esseri tra l’umano e l’animale hanno caratteri e fisici diversi che sono state attentamente studiate per renderle realistiche. Così come i Titani, esseri colossali ispirati a varie figure mitologiche di diverse culture, come diversi sono gli ambienti dove si svolgono le battaglie. La cura dei dettagli è stata fondamentale, gli abiti degli umani sono splendidi e ispirati a quelli dell’antico Egitto. i movimenti dei guerrieri sono stati fatti anche grazie all’uso della Moction Capture.

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v-44Da tutto ciò si capisce che il futuro dei videogiochi sarà sempre più nei dispositivi mobili che nelle consolle. La qualità si alza sempre più e anche il problema delle differenze tra marche e risoluzioni degli schermi sembra si stia lentamente riuscendo a risolvere.

Qualsiasi sia il futuro faccio il tifo per i videogame a alto coinvolgimento emotivo, sarà il caso ma giusto una settimana fa un amico entusiasta mi aveva parlato di “What is…life is strange” dicendo che era un capolavoro e dovevo provarlo. Adesso non vedo l’ora.