22 Ottobre 2015 08:00

Gutierrez apre il suo “libro della vita” per il pubblico della VIEW

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L’incontro alla VIEW Conference di Torino con Jorge R. Gutierrez, regista, sceneggiatore e illustratore messicano, ha un inizio in stile “Blues Brothers”: mentre Gutierrez scatta le consuete foto al pubblico (“Per la mamma”), il suo collega Shannon Tindle, protagonista più tardi della presentazione del corto per Google Spotlight Story “ON ICE”, lo introduce come Elwood Blues farebbe con il fratello Jake!

 

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Poi parte subito il treno della memoria: dai natali nella turbolenta Città del Messico alla “tranquilla” Tijuana(!), vera e propria “porta” verso la California e la sua Accademia delle Arti Visive ove affinare la già sbocciata passione per il disegno; numerosi fallimenti nel proporre un repertorio “americano” fino a rendersi conto dell’originalità di quello fecondato dalle proprie radici, le uniche capaci di esprimere il suo talento e la sua ispirazione, ma anche un tramite per comunicare “alla pari” con la cultura ospitante…
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“El Sponge”

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Li riconoscete?
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… e nascono i primi frutti di questa rielaborazione: il corto 3D “Carmelo”, vincitore dello Student Emmy Award (2001)…
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La web serie per Sony Pictures, “El Macho” (2001), in cui la lotta libera, sorta di sport nazionale messicano, diventa la metafora di una fiera resistenza all’assimilazione culturale: “La maschera è la mia cultura, e io non voglio farmela strappare da nessuno.”
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Con Disney un rapporto altalenante: dalla nomination agli Annie per il character design della serie “The Buzz on Maggie” (2006)…
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… al rifiuto di sviluppare un’interessante serie, “Carmen got expelled”, in quanto la protagonista appariva “troppo moralmente complessa”(!)
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Peccato…
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… ma quando si ha al fianco la persona giusta, nel suo caso la collega e moglie Sandra Equihua, tutto è possibile; e dall’agguerrito connubio ecco nascere il capolavoro:
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“El Tigre: The Adventures of Manny Rivera”: l’opera forse più personale di Gutierrez, in cui alle identificazioni immediate nei personaggi (Manny è lui stesso, l’amica Frieda la moglie) giocano un ruolo decisivo (e di grande impatto) le memoria d’infanzia; così come nel cartoon l’anima di Manny è contesa fra il padre supereroe e il nonno supervilain, così anche il piccolo Jorge si sentiva diviso in due fra i modelli maschili del padre architetto, con il potere meraviglioso del disegno, e il nonno generale sempre impegnato a “cospirare” al telefono: modelli di vita contrapposti come nel caso del protagonista di questa serie tv, diventata un piccolo “cult”…
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… la serie fa incetta di premi, e nel 2008 “sbanca” gli Emmy permettendo alla coppia Gutierrez/Equihua di festeggiare insieme con una statuetta a testa: il regista sottolinea continuamente quanto sia stato fondamentale l’apporto della consorte nella riuscita di questo e altri progetti. – “Mi reputo assolutamente un femminista. Per me il femminismo si realizzerà soltanto quando uomini e donne riceveranno a tutti i livelli il medesimo trattamento, senza distinzioni né eccezioni.”
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“El Tigre” diventa una piccola “icona”, e la sua popolarità permetterà a Gutierrez di proporre l’idea più ambiziosa della sua vita…
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Dopo un primo tentativo, naufragato per non aver voluto “svendere” la propria anima e quella del film, arriva l’occasione di un “pitch” davanti al “leggendario” conterraneo Guillermo Del Toro (che lo chiama da subito “Gordo”, o più affettusamente “Gordito”): l’incontro è disastroso quanto un’incursione di Peter Sellers, ma a quanto pare Del Toro ha “captato” l’anima messicana che li unisce e accetta di produrre il film… ancor più convinto dopo averne annusato la sceneggiatura, impregnata accidentalmente di tequila: “This is a good script!!!”
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Le splendide e volitive donne di Gutierrez/Equihua: la protagonista Maria, divisa fra due spasimanti…
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… La Muerte: chi non vorrebbe “andar via” con lei, lontano dal dolore e dagli affanni? Essa rappresenta la morte nella concezione latinoamericana, una dama elegante e bella, pietosa e consolatrice…
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Lord Xibalba, l’antagonista di La Muerte, di cui è anche il compagno: rappresenta l’Angelo della Morte, il Tristo Mietitore della cupa visione occidentale, spauracchio dei viventi.
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Purtroppo il film non ha incassato abbastanza al botteghino per pensare attualmente di girarne un seguito (l’idea era di dedicarne uno a ognuno dei protagonisti!), ma visto l’eccellente esito dell’home video… chissà?!
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Il viaggio è finito, il capitano ci ha riportati tutti a casa… e ora si merita la nostra “standing ovation”!
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Per poi ritornare a dedicarsi al proprio pubblico, ricordandoci il senso del suo film: – “The Book of Life è la storia della mia vita. All’inferno e ritorno. Il Libro della Vita non è ancora scritto, e non dobbiamo farcelo scrivere dagli altri o dalle circostanze avverse: sta a noi compilarlo ogni giorno, sta a noi redigere la nostra storia nel libro della nostra vita.”
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“Quando avevo sei anni, mio padre mi disse: – Jorge, ora sei una tigre, ma devi diventare una pantera! Ogni prova, ogni vittoria o sconfitta che sperimenterai nel corso della tua vita aggiungeranno una tacca nera sul tuo corpo riempiendola di strisce poco a poco, se avrai il coraggio di affrontare la vita per davvero. Alla fine, sarai completamente ricoperto dalle cicatrici lasciate dalle prove che avrai superato o fallito, comunque provandoci, e solo allora sarai diventato una pantera. – Quando vide “The Book of Life” terminato, mi abbracciò dicendomi: Vieni qui, mia pantera.” – Jorge Gutierrez

Una risposta a “Gutierrez apre il suo “libro della vita” per il pubblico della VIEW”

  1. Troppo moralmente complesse= Messicana con carnagione olivastra, capelli ricci e spirito battagliero che le fa odiare le ingiustizie rendendola una piccola Che Guevara.
    Mi domando come facciano Alex Hirsh e Daron Nefcy a fare le loro serie totalmente geniali ma spesso direttamente contro il modello che si ritiene disneyano.

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