7 Settembre 2015 16:09

“Il Mantello di carta” conquista Venezia

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Si è svolta con successo Venerdì sera 4 Settembre alla 72^ Mostra del Cinema di Venezia la proiezione de “Il Mantello di Carta”, cortometraggio di sensibilizzazione al diritto alle cure palliative pediatriche dal trio pordenonese Giulio De Vita, Omar Leone e Pasqualino Suppa tratto dal libro omonimo di Carlo Lucarelli.
La presentazione svoltasi al Palazzo del Cinema di Venezia in piena kermesse lagunare gremita di fan per l’arrivo della star hollywoodiana Johnny Depp, ha richiesto ben due proiezioni per essere vista dal folto pubblico.
La pellicola interamente realizzata a Pordenone che solo qualche settimana fa era stata proiettata al Festival di Giffoni, rassegna cinematografia per ragazzi più importante al mondo è approdata al festival di Venezia in uno dei suoi giorni più importanti ed affollati per la presenza del divo hollywoodiano.
Il film, avvallato dal patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, interamente prodotto da Fondazione Maruzza D’Ovidio Lefebvre, con la partecipazione volontaria di gran parte del cast artistico, dal racconto da cui è stata tratta la sceneggiatura di Carlo Lucarelli, i disegni dell’artista multimediale Ugo Furlan, le splendide musiche di Vittorio-Lemuri-Centrone, e la partecipazione emozionante dei Papu al secolo Ramiro Besa e Andrea Appi, Erica Alberti, Carla Manzo, Silvia Corelli e Giulio Raffin, e la piccola sorprendente Giovanna Zambon Bertoja per la prima volta sullo schermo senza contare gli autori stessi è un emblematico esempio di collaborazione di talenti del territorio per una buona causa.
L’obiettivo di questa operazione non è tanto quello artistico, pur essendo una emozionante storia di finzione, quanto quello di divulgazione di una problematica seria e dolorosa come il diritto per i bambini gravemente malati di potere godere di cure palliative pediatriche e di esser curati a casa o in strutture dedicate alternative a quelle ospedaliere permettendo loro di poter stare con i propri familiari e di poter essere curati con competenza e continuità. Le cure palliative infatti vengono spesso erroneamente associate a cure fittizie o inutili per un fraintendimento del termine palliativo. Invece questo termine deriva dal latino “pallium” (mantello) che un tempo cingeva interamente il corpo del malato a simboleggiare la protezione completa così come le cure palliative si prendono in carico in maniera globale del malato, ma anche delle necessità psicologiche e pratiche di tutta la famiglia offrendo loro la miglior qualità di vita possibile ritenendo che si possa curare anche chi non può guarire.
La legge italiana infatti prevede la creazione di reti di cure palliative pediatriche e terapie del dolore in ogni regione per i quasi 30.000 bambini affetti da malattie inguaribili.
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Pordenone, che pur è molto avanti in questo processo, con la collaborazione tra associazione Maruzza FVG e il reparto di pediatrica Santa Maria degli Angeli di Pordenone su un progetto all’avanguardia nazionale di assistenza domiciliare pediatrica a cure palliative attivo già dal 2011 vuole fare di più ed essere un faro per altre realtà. Per questo giunge la scelta di spingersi oltre il territorio con “Il Mantello di Carta”, una sapiente e originale operazione di divulgazione e sensibilizzazione per portare questi argomenti in contesti non medici o accademici, gridando al mondo l’esigenza e l’urgenza di un diritto universale per chi non ha forza e tempo per ottenerlo.
Il progetto, nasce dal libro omonimo pubblicato solo un anno fa da Vastagamma con la favola scritta appositamente da Carlo Lucarelli e la partecipazione di alcuni tra i maggiori maestri mondiali del fumetto presentato a Pordenonelegge.
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“Il Mantello di carta” ora continua il suo percorso, con il libro che già giunto alla sua seconda ristampa e con edizioni in lingua straniera, la presentazione del cortometraggio ad altri festival di prestigio internazionali e probabilmente in qualche passaggio televisivo, e altre operazioni artistico-divulgative con altre declinazioni in altri linguaggi questo per far giungere il messaggio alla più ampia platea possibile.