4 Giugno 2015 10:47

Hai un blog o un sito? Allora paga!

Snoopy su cookie - foto Goria
Snoopy su cookie – foto Goria

Paga… cosa? Lo scotto di una legge un po’ così così, a prima vista? Paga una multa da 120.000 euro? Paga qualcuno che ti risolva il problema? Paga il programmino che ti crea la soluzione al problema? Paga pegno?
O Rinuncia al tuo diritto costituzionale di scrivere (ovunque e quindi anche in rete) con un banalissimo blog “normale”?

Si potrebbe facilmente fare dell’ironia. Ma eviterò, per ora, lasciando quest’arte ai vignettisti.
L’Italia si adegua a una normativa europea del 2009. Nel 2015. Ok. Si tratta dei famosi (quanto non ben conosciuti dal popolo) “cookie” (biscottini) che di per sé non sono niente di male, anzi.
Ma poiché possono essere usati anche per “profilare” (ma che razza di termini si usano?) chi naviga sul web per potergli dare pubblicità mirate ai suoi interessi invece che a casaccio, allora l’Europa decise (nel 2009) che bisognava intervenire. Ed ecco la la cookie law, un provvedimento comunitario (direttiva 2009/136/CE) che avrebbe voluto arginare la diffusione dei cosiddetti cookie di profilazione e dei connessi rischi per la privacy degli utenti di Internet.

Manco a dirlo in Italia l’adeguamento (oltre a essere non proprio fulmineo) è peggiorativo rispetto al resto d’Europa (stando a  quanto leggerete nel link seguente, compresi i commenti in coda). I dettagli (e le relative cose che non si capiscono, che paiono contraddittorie, che creano inutili complicazioni di cose semplici a tutti, gestori di blog e semplici lettori compresi) della norma italica, che passa dal Garante per la Privacy (ma parole italiane non ce ne sono?), li trovate spiegati per benino facendo click qui. Scoprirete, fra il resto che i cookie non sono cattivi, che ce ne sono di diversi tipi e che magari altre soluzioni di questa faccenda sarebbero state assai più gradite. Poi andate a controllare i vostri piccoli siti da semplici cittadini rispettosi delle leggi, i blog dei vostri figli ecc…

Ovviamente, però, la vera e grossa “profilazione” viene fatta altrove, in realtà, e cioé… coi telefonini, coi numeri di telefono, con le email. Avete presente tutte le noiose telefonate che ricevete per offerte di ogni tipo? Altro che cookie! Questo vien detto, con tutti i dettagli, su Wired, che potete leggere facendo click qui.

Ma tant’è, la legge è legge, anche quando ci sarebbe da questionare un bel po’. Tutto ciò detto per spiegarvi come mai, da ieri, in cima a questa pagina (e a tutte le pagine di questo blog) trovate un fastidioso spazio in più, destinato a ottemperare alla norma (finché sarà in vigore), onde evitarmi una multa di soli 120.000 euro (che, non avendoli mai visti in vita mia potrei solo scambiare col carcere).

Ovviamente mi auguro che i nostri legislatori trovino, in futuro, soluzioni migliori, più semplici, meno invasive, gratuite, magari automatiche e che non richiedano l’intervento (e le impossibili competenze) dei semplici cittadini ecc., che non creino, insomma, ulteriori ostacoli al diritto costituzionale alla libera scrittura e diffusione del pensiero e delle notizie.

[Aggiornamento 5 giugno 2015: http://www.wired.it/internet/regole/2015/06/04/cookie-law-chiarimento-garante/]