27 Aprile 2015 08:00

Lo Scultore @scottmccloud (so beautiful!): recensione senza spoiler

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LO SCULTORE

di Scott McCloud

Bao Publishing

Scott McCloud guarda lontano - foto Goria
Scott McCloud guarda lontano – foto Goria

E’ estremamente difficile “recensire” il talento puro. Ti fugge dalla vista, ti intorbidisce il cuore, conservi nella mente meno immagini di quante puoi immagazzinarne nella lettura. Con Scott McCloud succede continuamente, nell’affrontare la narrazione straordinaria di un giovane scultore newyorkese, asociale, sfortunato, incontenibile nel tentativo ossessivo-compulsivo di creare “arte”. McCloud si legge sempre tre volte: la prima per corrergli dietro, la seconda per passeggiare con calma fra le sue tavole fregandotene dei suoi ritmi, la terza per fermarti alla fine con lui, per goderti la commozione, il senso della vita che ti ha regalato. Un talento puro derivante dall’ecclettismo di un uomo al quale il destino ha regalato molti doni ma anche il senso del lavoro indefesso (fare fumetti è un affare lungo e difficile, ragazzi!). Vedete, Scott è un ottimo disegnatore (ma nel mondo esistono talenti migliori), è un ottimo sceneggiatore (ma, anche in questo caso, ci sono professionisti dello stesso livello), ma è uno straordinario, inarrivabile esperto delle tecniche del fumetto. McCloudSculptor1-444x630Combinate questi tre elementi e vi troverete davanti ad un caso unico nella storia dell’arte sequenziale. Nella lettura de Lo Scultore le vignette volano letteralmente, quasi non fossero “incollate” ad un volume cartaceo. Le sequenze delle tavole, composte da migliaia di accuratissime vignette (solo le bozze, le ha rifatte 4 volte. Cinque anni complessivi per tutto il lavoro!), raccontano un’architettura delle emozioni, in cui la prospettiva, la consequenzialità, la plasticità dei materiali disegnati, le “prove di resistenza” degli stessi, riescono a commuoverti come un’opera d’arte e, se preferite, un grattacielo fantastico ma, allo stesso tempo, solido, saldo sulle fondamenta, resistente a qualsiasi terremoto. Quest’ultimo l’Autore lo riserva unicamente alle emozioni dei suoi lettori, dei quali ha un rispetto infinito.

Pare non li consideri come un “pubblico”, ma come i suoi complici, i suoi compagni di viaggio, spesso dei parenti affezionati. sculptorbg

Il faustiano “patto con la Morte” del protagonista (200 giorni di vita per produrre sculture in grado di ricordarlo ai posteri) è un espediente per attivare il cronometro dei ritmi della storia, che scandiscono il “conto alla rovescia” anche quando l’Amore fa irruzione (nella maniera caotica, inaspettata, anarchica e irrazionale, tipica di questo sentimento, quando è puro) nella vicenda, nel tentativo impossibile di “romperli” quei maledetti ritmi, di sfidarlo il destino.

Sfida impossibile, giacché il dono della vita, non presuppone pause, non contempla compensi di alcun che, detesta i compromessi.

Su questa sublime contraddizione, McCloud costruisce il suo capolavoro. Crea un Patto dove i patti non possono esistere, esistono solo termini perentori inconoscibili, che si rivelano solo quando muori. E te lo dice pure, visto che i suoi personaggi tutto ciò che fanno è proprio vivere.

Pantone653Vivere in un fumetto (detesto il termine graphic novel, è una roba da fighetti!) naturalmente, disegnato col nero e con un blu (pantone 653, credo) efficacissimo nel rendere emozioni, panorami, stati d’animo immergendoli in una sorta di sogno realistico (altra, voluta, contraddizione). Fantastiche le immagini di sfondo a volte sfocate come le scritte di alcuni balloons, a rappresentare il confuso vociare di una folla che ruota intorno ad un protagonista, chiaramente ammalato di agorafobia. E’ un fumetto e, quindi, lo scambio del Patto è una sorta di superpotere che permette allo scultore, di plasmare la dura materia come pietra o cemento, con le sue mani o, meglio, col pensiero. Non riuscendo a sfondare nel mafioso mondo dei galleristi, si rivolge alla street art, rivolta la città, sorprende con opere grandiose, costruite in pochi minuti, spaventa, colpisce. Sculptor_1_620

Colpisce la forza vitale di questo fumetto imperdibile, la caratterizzazione dei personaggi, esplorati, quasi vivisezionati a volte, commoventi nella loro umanità dolente, stemperata, quando serve, da atteggiamenti o battute divertenti, che ne allentano la sofferenza (la lezione di Woody Allen è percepibile, d’altronde siamo a New York).

Piano piano, inevitabilmente e giustamente, McCloud si allontana dalle sue creature, le osserva da lontano come un padre fa o dovrebbe fare coi figli e ce li consegna, ce li affida, con un po’ d’orgoglio, anche se sopito, per la lezione che hanno impartito a tutti noi.sculptor-1

[Recensione di Nico Vassallo]

LO SCULTORE

di Scott McCloud

Bao Publishing

pagine 491- Euro 21,00

Anzi, un pochino meno, qui:

comics-scott-mcloud-the-sculptor

[La conferenza torinese di Scott: click qui.]