L’8 marzo è una “festa” o una “giornata”? Il distinguo è fondamentale. Se è una festa, si regalano fiori, cioccolatini, sorrisi, carinerie et similia. Se è una giornata di lotta per la conquista (e/o il mantenimento) di diritti fondamentali, si fa ben altro. L’8 marzo non è una “festa”, si sa (o lo si dovrebbe sapere, ormai), ma è la Giornata Internazionale della Donna e “venderla” al pubblico come “festa” è un modo (voluto o no) per svilirla, per annullarne l’effetto sociale (oltre che per lucrarci su). E’ il caso di fare molta, molta attenzione, a “sdrammatizzare” le Giornate, se non si vuol fare un brutta fine…
Il 22 aprile è la Giornata della Terra. Qual’è il modo più efficace di proporla ai nostri giovani eredi? Sdrammatizzare con sorrisini, carinerie e con un (più o meno finto) ecologismo all’acqua di rose (che non costa nulla, non denuncia nessuno e non produce niente), o approfittare dell’occasione per presentare seriamente i drammi da risolvere, sia pure usando l’arma matitosa del disegno umoristico?
Il settimanale per ragazzi Spirou ha scelto (naturalmente, diremmo, avendo visto come si sono comportati con la tragedia di Charlie Hebdo) questo secondo modo di affrontare la questione, nel suo numero 4019, come potete vedere voi stessi facendo click qui.
Le riviste italiane per ragazzi quale linea hanno scelto? La stessa usata per Charlie Hebdo (che noi abbiamo disapprovato a suo tempo) o magari un’altra, anche solo un pelino più coraggiosa e rispettosa dell’intelligenza dei loro lettori?
Giovani lettori e lettrici, pretendete che le vostre riviste vi trattino come esseri pensanti e non come peluche.
Ammorbidire, edulcorare, nascondere… e diventare complici.
“… Siete lo stesso coinvolti…” Fabrizio de André, Canzone del Maggio.