21 Aprile 2015 09:36

Costruire l’Italia di Matilde: un appello

“Faccio l’editore per ragazzi da ormai 25 anni. E ho incontrato tantissimi ragazzi e insegnanti. Ogni volta, dopo ogni incontro, torno ricca di ragionamenti, emozioni, sorprese. Ma ogni volta è chiaro che a scuola libri e lettura sono una attività extra, a volte sovversiva (e questo mi piace molto), troppo spesso vista come una perdita di tempo.

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Perché non solo non sono previste biblioteche nelle nostre scuole, ma non c’è tempo per leggere. Qualcuno dirà: ma non è vero! Le biblioteche ci sono. Ci sono laddove c’è impegno volontario di insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, cittadinanza. Ci sono legate a progetti, che per loro natura sono precari e si chiudono se non li si sostiene. Altrimenti ci sono armadi chiusi, libri vecchi.

E non c’è nessun obbligo istituzionale ad avere una biblioteca.

Noi siamo saltati direttamente alla Lim e ai tablet. Ottusamente pensando che le nuove tecnologie dovessero contrapporsi alla lettura, considerata un optional nella formazione.

Quanto possiamo essere sciocchi e a volte dannosi noi adulti!

Penso sempre ai genitori di Matilde (Rohal Dhal) che finalmente se ne vanno. Lasciando libera Matilde di godersi, libri, aria aperta, desideri, e di avere una mente libera e aperta.

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In questi giorni sono in giro per Adotta uno scrittore. I ragazzi spesso pongono domande non banali. E leggendo le storie delle 15 donne inserite nella graphic (Cattive Ragazze ndr) mi chiedono: ma perché queste storie non le abbiamo mai sentite? Perché non avete a disposizione una pluralità di libri, che sono contenitori di storie, informazioni, riflessioni, tesi scientifiche,  nei quali potete trovare risposte, e formulare nuove domande.

Perché non avete una biblioteca.

Che – lo sappia chi pensa che la biblioteca sia uno spazio polveroso e noioso, e la lettura una battaglia di retroguardia – deve essere spazio aperto, dove si può accedere alla rete, ai libri, alla musica: ci sono biblioteche scolastiche nel mondo bellissime, ariose e importanti. Biblioteche come “luogo terzo”, dove ci si incontra fisicamente, si parla, ci si confronta e dove – come mi  ha detto una insegnante di Savigliano – si può avere un rapporto con gli studenti diverso, per costruire formazione e didattica diverse.

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E spero che l’incontro del 14 maggio, la petizione di Torinoretelibri, la proposta di legge sul libro che è in commissione cultura alla camera, le buone pratiche che dovrebbero essere messe a sistema una volta per tutte, portino all’istituzione delle biblioteche scolastiche nel nostro paese. Perché il diritto di leggere sia finalmente accessibile a tutti. E per costruire cittadinanza attiva, responsabile e – forse – più felice.

Come Matilde.”

Della Passarelli

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