18 Febbraio 2015 09:00

Miyazaki e gli ‘errori’ della satira

Durante un’intervista all’emittente radiofonica giapponeseTBS, il Maestro Hayao Miyazaki ha espresso la propria opinione in merito alla questione se la ‘satira alla Charlie Hebdo’ sia o meno opportuna o non addirittura controproducente: – “Secondo me, è un errore mettere in caricatura o sbeffeggiare ciò che è sacro per culture differenti dalle proprie. Sarebbe una buona idea smettere di farlo.”

Miyazaki-le-dernier-empeur_article_landscape_pm_v8

Senza ovviamente giustificare l’ingiustificabile assassinio dei fumettisti francesi, Miyazaki pare collocarsi, come del resto altri esponenti del mondo dell’arte e della cultura, dalla parte di coloro che non approvano il cosiddetto ‘eccesso di satira’ (sebbene, occorre dirlo, una satira ‘rispettosa’ risulti quasi un ossimoro!), o almeno di chi non si ritrova(va) nelle provocazioni ‘irrispettose’ di Charlie Hebdo.

 hebdo-la-cena-dei-cretini

Posizione legittima, e di certo non sospettabile di faziosità visti i precedenti di assoluta coerenza etica del Maestro, ma leggendo il seguito dell’intervista l’impressione è che per una volta Miyazaki non sia informatissimo sull’argomento, dato che auspicando che gli strali della satira si rivolgano verso obiettivi ‘interni’ parrebbe ignorare che il periodico francese prendesse abitualmente di mira tutti, a 360°, anche in patria. Ecco, il dubbio è che ormai la tragedia di Charlie abbia identificato, nell’immaginario collettivo, la rivista satirica francese come un nemico giurato dell’Islam e del mondo musulmano, come se gli unici ad avercela con le loro vignette fossero gli integralisti fedeli (si fa per dire) a Mumà.

charlie-hebdo-650x700

Wolinski, Charb & Co. ne avevano parecchie anche, se non soprattutto, per i propri ‘simili’, e più volte si son trovati a dover fronteggiare polemiche e attacchi frontali da parte di persone e istituzioni che ‘non avrebbero dovuto offendere’ in Francia, Italia e resto d’Europa. Certo, nessuno li aveva ancora crivellati di colpi, ma sarebbe ora che questo crimine venisse addebitato a chi lo ha davvero commesso, ovvero un commando di fanatici al soldo di un sedicente ‘stato’ che utilizza la religione come pretesto per farne di cotte e di crude e per creare una cappa di terrore che attanagli tutto il mondo. Insomma, gente che non ha alcun bisogno di ‘provocazioni’ per essere omicida, lo è per statuto e per inclinazione. In quest’ottica, quello se la satira di Charlie, e la satira in generale, debbano o no ‘avere rispetto’ per la fede altrui è un falso problema. Almeno, in questo contesto.

7-image

Non si tratta di essere PRO o CONTRO Charlie Hebdo (e tutti coloro che ci ‘danno fastidio’ con la loro arte), quanto di non confondere un legittimo richiamo al ritegno di fronte a convinzioni espresse con civiltà e, soprattutto, rispetto reciproco (perché, come dicevano le nonne, il rispetto bisogna anzitutto meritarselo) con una pelosa difesa dell’intolleranza altrui (e propria, di riflesso) dietro la quale spesso si nascondono in realtà malanimo e ostilità faziosa contro un modo di pensare, e di esprimersi, che va ad urtare non tanto la sensibilità, quanto gli interessi e lo status quo di chi davvero la benzina sul fuoco continua a gettarla ogni santo giorno, e con premeditazione.

Talvolta, per timore di essere considerati ‘qualunquisti’ o per semplice fastidio verso le manifestazioni di solidarietà di massa (talora effettivamente un po’ opportunistiche), si tende a dimenticare l’ENORME sproporzione fra la presunta offesa e la ritorsione effettiva: signori, sono state massacrate delle persone perché ad altre persone non garbava ciò che loro avevano disegnato. Questo è il punto. Non se ciò che disegnavano fosse o meno discutibile e inopportuno. La vediamo, o no, la tremenda pericolosità di sposare, anche solo per un momento, una simile mentalità? Rispondere col sangue a un’offesa è solamente un crimine, non la legittima reazione di un’anima pia che si è sentita lesa nei valori più cari. E’ un crimine. Stop.

Altrimenti, per coerenza, smettiamo di parlare di ‘femminicidio’, ‘infanticidio’, ‘genocidio’, etc, e torniamo a chiamarli ‘delitti d’onore’, ‘eccessi di disciplina’, ‘regolamentazione demografica’, e stabiliamo che d’ora in poi ognuno si regoli le proprie faccende a modo suo. O, perché no, tramite qualche tribunale religioso o tribale. Tutto molto più semplice, giusto? Basta con quella noiosa democrazia: legge del taglione per tutti!

E, sempre per lo stesso principio, si suppone che un convinto darwinista, o qualche granitico razionalista, potrebbero legittimamente pretendere di farsi vendetta da sé su coloro che arbitrariamente considerano menti ottenebrate dalla superstizione e dall’ignoranza, ‘offensive‘ e ‘pericolose‘ per il mondo come loro lo intendono… oppure, il diritto di risentirsi vale solo da una parte?

Non dimentichiamoci mai di quante mostruosità sono state perpetrate ‘con le migliori intenzioni’ e ‘per il bene dell’Umanità’.

vignetta-vauro-bergoglio-papagno-633179_tn

Miyazaki non è certo il solo ad essere caduto nell’equivoco: anche papa Francesco I ha definito inaccettabile il dileggio della fede altrui, e del resto il pontefice risulta impossibilitato dal proprio ruolo a trovare una posizione imparziale… ma faccia attenzione, il Santo Padre, a non ‘benedire’ troppo la legittimità dei ‘cazzotti a difesa della mamma‘, perché certi ‘credenti’ non sanno mai quando fermarsi con le legnate, a maggior ragione se le disposizioni dei vertici in merito non sono gran che esaustive. Il popolo ebraico ha imparato a ridere di se stesso durante lunghi secoli di persecuzione e sterminio, è sperabile che anche quello cattolico sia in grado di prendersi un po’ meno sul serio senza vedere complotti ovunque, come purtroppo sembra orientato a fare di questi tempi.

Io credo che, in parallelo all’istanza di non ferire la suscettibilità dei credenti, ci si dovrebbe porre un’altra domanda altrettanto importante, forse decisiva per il futuro dell’umanità: con quale diritto la religione, qualsiasi religione, può ancora oggi offendere e prevaricare i non ‘fedeli’, ovvero coloro che non ne riconoscono l’autorità? E questo nella vita reale, non sulle pagine di un giornalino.

Ribadisco: il rispetto, se non è garantito da entrambe le parti, risulta soltanto un privilegio estorto da chi lo pretende.

E poi, come si dice, chi è senza peccato scagli la prima… AHIA!!!

satira_atei_religioni_intolleranza-520x580

I commenti sono chiusi.