6 Febbraio 2015 17:58

Mille scuse, dottoressa Kyenge.

Ancora oggi ho una decina di cause che ho deciso di seguire personalmente. Devo ringraziare la magistratura, che è molto avanti. Un consigliere regionale leghista è stato condannato a una multa di 150mila euro per aver sostituito il mio volto con quello di un orango in una foto istituzionale. E sa perché posso dire che la Lega è un partito razzista? Perché sono stati loro a pagargli l’avvocato. Sono le azioni, non le parole, che la qualificano come tale. Sfruttano la crisi. Le persone hanno paura, cercano un colpevole, e il colpevole perfetto diventa quello che ti stanno offrendo. Molti partiti fanno coscientemente quest’operazione per dividere la società. Mi rammarica la mancanza di coraggio della classe politica e delle istituzioni”. (Cécile Kyenge, ex ministro dell’integrazione dello Stato Italiano, in seguito alla decisione della giunta per le immunità del Senato di non considerare come tale un’orrenda battuta razzista di Roberto Calderoli nei suoi confronti, in quanto riconducibile a termini «insindacabili», «pronunciati nell’esercizio delle funzioni politiche», e di conseguenza non perseguibili penalmente. )

Il trionfo dei seguaci della morale del Marchese del Grillo.

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Mentre i solidali dell’ineffabile umorista verdevestito stappano lo champagne per brindare al trionfo dell’opportunismo politico e della cafonaggine impunita, mi permetto di scusarmi con la dottoressa Kyenge a nome di chi pensa ancora che questo Paese possa sopravvivere allo strame in cui certi figuri vorrebbero definitivamente annegarlo: non è facile, di questi tempi, ma occorre continuare a resistere.

Per non ritrovarsi ad assomigliare a personaggi come Calderoli.

Mille scuse, dottoressa, e mi creda: è una sconfitta per tutti. Anche per coloro che credono di aver vinto.

Kyenge