4 Febbraio 2015 10:11

#JeSuisCharlie ma non è successo niente?

nonesuccessoniente

Allora, alla fine della fiera, quali riviste italiane per ragazzi hanno avuto il coraggio di affrontare seriamente e in profondità coi propri lettori la strage terrorista del 7 gennaio 2015 che tanto ha colpito l’Europa intera? Quale messaggio arriva, o non arriva, alle nuove generazioni dalle riviste italiane? Quali sono state le nette prese di posizione? “Non è successo niente“?
Forse è il caso che ci si rifletta su per bene? Magari, eh, magari.

Le riviste per ragazzi hanno una responsabilità etica nell’aiutare i più giovani a rapportarsi col mondo, a comprenderlo, a sviluppare gli strumenti per farlo autonomamente. Possono permettersi il lusso di essere solo strumenti di intrattenimento (per quanto intelligente)? In rete inevitabilmente il paragone è stato fatto con il Corriere dei Ragazzi, si è logicamente ipotizzato come si sarebbe comportato il direttore di quella rivista, in una circostanza come questa. La risposta è facile, giacché quel settimanale, con quella direzione e quei giornalisti, affrontava in modo adeguato tematiche scomode coi suoi giovani lettori, terrorismo compreso. Ci si dovrebbe aspettare anche oggi, allora, che i direttori delle riviste per ragazzi si facciano forti del loro precipuo ruolo giornalistico e della loro specifica funzione di Indiscusso Capitano della Nave per opporsi a qualunque tentativo della proprietà di impedire loro di trattare adeguatamente argomenti che loro, come direttori, ritengono invece importanti per i ragazzi. E’ comprensibile che non tutti i giornalisti Direttori di testata se la sentano di metter sul piatto una lettera di dimissioni, piuttosto di cedere su fondamentali questioni di principio di questo tipo, ma, invece, questo è proprio ciò che legittimamente ci si dovrebbe aspettare da chi ricopre quel ruolo, visto che di Giornalismo stiamo parlando. Per giunta di Giornalismo per Giovani Lettori, quindi con una responsabilità se possibile ancora maggiore.

E non è questione di fare paragoni con come negli USA è stato affrontato l’11 settembre da parte delle riviste di intrattenimento per ragazzi. Quel che conta è solo ciò si fa o non si fa, non ciò che fanno o non fanno gli altri.

Impossibile non parlarne. Impossibile non ragionarci su. Le due principali riviste per ragazzini e ragazzine a fumetti in Italia sono Topolino e Il Giornalino. Come hanno affrontato la questione? Hanno aiutato i propri giovani lettori a comprendere ciò che è successo, ad affrontare il trauma che ha scosso l’Europa? O “non è successo niente”?

Meno male che se ne è parlato a scuola“, abbiamo sentito dire, ma è un po’ triste, per l’editoria per ragazzi italiana, che sia andata così.
Intendiamoci, non è detta l’ultima parola. Non c’è una scadenza per parlare di terrorismo, di libertà di espressione, dei principi fondamentali della nostra civiltà, e di farlo come si deve (non “per finta”).

Perciò, ragazzi e ragazze, se trovate riviste per voi che hanno parlato seriamente di quanto è successo, mandateci le scansioni e le pubblicheremo volentieri. E anche se le vostre riviste non ne parlano, parlatene voi. Perché questo è il vostro mondo.

Una risposta a “#JeSuisCharlie ma non è successo niente?”

  1. Questo post è in linea con quanto penso anche io. So che la storia non si fa con i “se”, ma sono convinto che il Corriere dei Ragazzi non si sarebbe mai comportato come il Giornalino e Topolino.

    Che triste l’attuale mondo dell’editoria italiana delle riviste a fumetti per i giovani!

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