4 Febbraio 2015 11:43

E se anche Topolino fosse Charlie? Sorridiamoci su!

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«Manca poco e, assecondando la tirannia del pensiero unico a vocazione pedagogica, arriveranno le copertine arcobaleno affinché le sensibilità Lgbt possano radicarsi al resto dei dispotismi psicologici reclutando giovani pionieri tra i piccini. Se vale la lectio di Giulio Giorello – filosofo della scienza, l’unico titolato a spiegare Topolino – il mondo di Walt Disney è il mondo della ribellione per eccellenza. Quei fumetti dai colori pastello, con la matita in pugno, infatti, non meritano di ricalcare la posa di Julie Gayet, l’amante di François Hollande, con le matite nello chignon. Mettiamola, quindi, così: ridurre Topolino, in una palestra dell’ovvietà, ci priva dei fondamentali anticorpi, quelli dell’immaginazione. L’orrore ridotto a pretesto della convenzionalità bohémien è solo un regalo al Califfo.» (Pietrangelo Buttafuoco, ‘Se anche Topolino è Charlie’, su Il Sole 24Ore del 1 febbraio 2015)

A parte che l’accostamento con la signorina Gayet lo scrittore se lo poteva risparmiare per ovvie (quelle sì) ragioni di buon gusto (riterrei fuori luogo utilizzare qui il gossip come argomentazione), una valida risposta all’articolo di Pietrangelo Buttafuoco, noto giornalista e scrittore ‘controcorrente‘ (così dicono, così soprattutto dice lui) la trovate qui; ho voluto riportare soltanto il passaggio in testa al post poiché mi è parso alquanto emblematico dell’isteria collettiva che gli alfieri del Monismo nostrano stanno ormai esibendo in ogni settore. Pure nel caso di Charlie Hebdo, eccoli vedere agitarsi nell’ombra le trame oscure del ‘pensiero unico’ (buffo come coloro che reputano concetti quali ‘relativismo’ e ‘modernità’ a stregua di bestemmie si vedano spesso come una sorta di argine contro l’omologazione delle idee) guarda caso sempre incarnato da quelle ‘perfide’ lobbies Lgtb contro cui sembra essere in atto una vera e propria offensiva da parte delle forze teo-con.

Sono, le suddette, lobbies assai subdole e, a quanto pare, potentissime (benché non venga concessa loro nemmeno l’approvazione nei programmi scolastici di un opuscolo sulla discriminazione , in quanto inviso alle associazioni cattoliche e quindi ‘sospeso a divinis’), ansiose di traviare la ‘Natura’ dei poveri ‘piccini‘ – termine insopportabilmente paternalistico, tipico di una certa cultura tradizionalista italica che ‘presume’ insindacabilmente  cosa è giusto e cosa no per la propria e l’altrui prole – sulle cui virtù per fortuna i custodi della Morale Unica vigilano indefessi. Dimostrano però – come nel caso di Buttafuoco – un implicito disprezzo per ciò che fingono di proteggere – in questo caso Topolino – avendo bisogno di ricondurre un prodotto che non si pone certo dilemmi intellettualistici alla sacralità della scienza e al serioso universo dell’Adultità – nell’eleggere, del tutto arbitrariamente, il luminare di turno quale garante di tale ‘rigorosità’ – qui l’incolpevole professor Giulio Giorello, definito ‘l’unico titolato a spiegare Topolino’ (perché? perché l’ha deciso Buttafuoco?). Parrebbe invece, dai toni, che sia proprio lo scrittore a ritenersi l’unico a poter parlare a nome di Topolino.

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Il signor Buttafuoco ha scritto alcuni libri affascinanti, come ‘Il lupo e la luna’ (in cui riprende la leggenda del Sinàn Capudàn Pascià cantato da Fabrizio De André trasformandolo in un eroe leggendario), dalla prosa ipnotica e che denotano un’evidente erudizione sulla cultura islamica e sulla storia dei suoi rapporti con l’Occidente; ma vi è in essi un’eccessiva esaltazione del valor militare, una poetica del guerriero e della guerra, una giustificazione eroica delle nefandezze compiute in nome del Cielo (che si chiami Dio o Allah) che li rendono carenti di pietà, di comprensione e di empatia nei confronti di personaggi e situazioni più ‘normali’, forse meno gloriosi e per questo, semplicemente, ‘umani’. Pur definendo ‘macellai’ i terroristi di ISIS, in realtà Buttafuoco dà spesso l’impressione di ammirare il ‘vitalismo’ e l’aggressività dell’estremismo di matrice islamica, e di ritenere che l’Occidente si sia invece rammollito, gettando le armi prima ancora di combattere; non è il solo a pensarla così, ma la Storia non l’hanno fatta soltanto gli eroi (o i presunti tali) e di quest’epica del prode condottiero abbiamo già avuto esperienza in Italia. Un’esperienza che gradiremmo non ripetere.

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Sì, signor Buttafuoco, il mondo Disney è il mondo della ribellione: ma di certo non è ribellione ciò che lei cerca di contrabbandare come tale. Ammantare, come fa Lei, nostalgie totalitarie e passatiste e teorie omofobe e maschiliste di un linguaggio pseudo erudito o filosofico è già espediente assai stantio (ma efficacissimo in un Paese in cui nessuno legge più un libro a pagarlo e si pende inebetiti dalle labbra del primo che pronuncia parole come ‘zeitgeist‘ o ‘orwelliano‘), ma soprattutto rigirarla vittimisticamente sul ‘politicamente corretto’ e su presunte derive modaiole di fronte a problemi concreti e reali come la violenza di genere, la discriminazione omofobica e la pedofilia dei prelati, mi pare, sarò franco, più un espediente retorico da azzeccagarbugli dello Statu Quo che ardita speculazione anticonformista.

La destra non è altro che la sinistra al culmine della sua fase senile. La guerra al sacro, mai portata a termine dalla sinistra, viene più efficacemente condotta dalla destra occidentalista, e non con la costruzione razionale della scienza, ma con le bandiere della libertà e della democrazia, due illusioni che non hanno neppure bisogno di nutrire utopie ma solo di formale enunciazione. Là dove il materialismo scientifico ha fallito, infatti, riesce il Pentagono, con il pensatoio destra liberale che impone il modello unico dell’individuo costretto a un solo destino: il consumo. E la consunzione di sé.” (Pietrangelo Buttafuoco, Cabaret Voltaire. L’Islam, il sacro, l’Occidente, Bompiani)

Insomma, a me sembra la classica tiritera di chi vede minacciato il proprio ‘piccolo mondo antico’: si stava meglio quando si stava peggio, niente di nuovo sotto il sole nostrano. Il Consumismo come misura di ogni male, i biechi Americani che comandano tutti, e la libertà e la democrazia che sono illusioni soltanto perché non esistono dappertutto (però che fortuna vivere dove, almeno apparentemente, ci sono, eh?) e i Valori che crollano, e il ‘materialismo scientifico’ che non si sa cosa vuol dire ma suona sempre bene, e il ‘Sacro’ che occorre ripristinarlo (che bello! si tornerà a fondare monasteri e cattedrali e a far incoronare i sovrani dal Papa) per ‘salvare’ l’Occidente corrotto dal degrado dei costumi e dall’invasione dei pederasti. Il consueto campionario della dialettica reazionaria: ma cosa c’entra Topolino?

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Alzare una matita al cielo non significa per forza appartenere a un’ideologia e una parte politica, signor Buttafuoco, non vuol dire necessariamente seguire una moda o aderire alla ‘convenzionalità bohémien‘ (sic!), né volere offendere la sensibilità di chi la pensa diversamente.

Lei forse ci vedrà l’esaltazione della retorica modaiola, ‘gauchista‘ o chi per essa, il riflesso dell’acconciatura di un personaggio da rotocalco; vi leggerà la minaccia di dar eco e rilevanza alle malefatte di coloro che vorrebbero farci vivere nella Paura; financo la banalizzazione dell’orrore mediatico cui ci costringono i tempi odierni. Purtroppo, signor Buttafuoco, quell’orrore E’ mediatico per sua natura intrinseca: nasce e viene programmato affinché, come lei dice, ‘varchi anche i confini delle camerette’. Ignorarlo non lo ricaccerà indietro. Un sorriso, magari, servirà a ridimensionarne l’impatto. Io ci credo. E in quella copertina vedevo proprio questo: i bambini, insieme ai loro beniamini, che opponevano un sorriso incondizionato alla cultura della brutalità e rivolgevano un caloroso saluto a qualcuno Lassù, distogliendo lo sguardo dall’abisso in cui certe immagini (e certi discorsi) vorrebbero farci sprofondare.

Lo sguardo, non il pensiero.

La realtà non sono soltanto le esecuzioni, i rapimenti, i bambini-soldato, le spose-bambine o le baby-kamikaze; la realtà sono anche Malala Yousafzai ed i suoi fratellini che studiano per diventare medici, scrittori o soltanto persone migliori degli adulti che hanno intorno; la realtà sono anche i giovani figli di questo ‘smidollato’ Occidente che provano in silenzio a spalare il fango che ricopre la nostra vecchia, stanca e litigiosa civiltà. La realtà si esprime, e spesso, con un semplice sorriso che si oppone al grugno feroce di chi ha smarrito ogni altro linguaggio che non siano la violenza e la sopraffazione.

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Non tutti, insomma, vedono la vita come una contrapposizione di eserciti in lotta, non tutti credono che, nella vita, ‘o si è con me, o si è contro di me’. Soprattutto, non è questo che Topolino, e i personaggi Disney in generale, ci hanno insegnato a pensare.

Certo, non siamo obbligati a pensarla tutti allo stesso modo. Ma, per favore, non usiamo gli eroi della Fantasia come pretesto per propagandare i nostri mal di pancia. Signor Buttafuoco, proviamo tutti a farci una risata, o almeno… un sorriso.

I fumetti, e l’immaginazione, servirebbero anche a questo.

Per cui… in alto le matite!

(Eric Rittatore)

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