19 Gennaio 2015 11:04

Perché la satira è satira e non insulto gratuito

Dopo la tragedia di Charlie Hebdo è riesploso il dibattito sulla satira, o almeno su cosa possa o non possa considerarsi tale. E’ una questione complessa, e qualcuno tende a fare confusione: è normale.

Ma credo che nessuno considererebbe la volgarità fine a se stessa, praticata solo per dileggiare il prossimo, una forma di ‘libertà di pensiero’: semmai di idiozia compiaciuta. O di ignoranza proterva.

E questo vale nel caso dello squallido ‘umorismo’ omofobo, ma anche per l’insopportabile sessismo di cui è impregnata la nostra pia società, sempre pronta a fischiare e ad ammiccare invece di affrontare seriamente la questione della parità di genere.

parita

Insultare gratuitamente categorie già abbastanza discriminate di per sé, magari con battutacce grevi da bar, allo scopo di compiacere quelli che la pensano come te e ridacchiano sentendo parole come ‘frocio’, ‘bingo bongo’ e affini, non si può definire ‘satira’. E nemmeno sganasciarsi di fronte ad ‘allusioni’ a sfondo sessuale, come quelle dell’avvocato Simone Pillon, del direttivo nazionale del Forum delle famiglie, nei confronti dell’associazione Omphalos, ‘colpevole’ di aver diffuso nei licei perugini volantini in cui si illustravano norme di educazione sessuale rivolte ANCHE a persone non etero e – apriti cielo! – condite con qualche consiglio per rendere i rapporti soddisfacenti oltre che sicuri.

Probabilmente, il signor Pillon e il suo sodale, l’immancabile senatùr Giovanardi, Ncd, (sempre in prima linea quando si tratta di difendere la morale), i quali invocano comme d’habitude “la libertà di pensiero, di critica e di sferzante ironia(sic!)”, lamentando il clima di censura che si scatena tutte le volte che ci si azzarda a “sfottere i gay” (testuale), proprio non riescono a comprendere che un conto è attaccare, anche pesantemente, dei simboli universali o dei personaggi che incarnano istituzioni al potere o problematiche su cui si vorrebbe attirare l’attenzione; un altro è sputare insulti gratuiti sulle persone che non ci piacciono al solo scopo di ridicolizzarle, o darsi di gomito coi compagni di partito e di parrocchia ridacchiando sulle abitudini nel talamo dei soggetti su cui amiamo sparare a zero per opportunismo e abitudini socio-culturali. Arroccati nella difesa dei nostri privilegi.

Per spiegarlo a loro, e ad altri, ripropongo qui sotti una strip di ‘Doonesbury‘ che ci illumina sull’argomento. Buona lettura.

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