“Don’t Indian comics and graphic novels need writers anymore?
In the panelled world of Indian comics, with original content becoming a rarity and the medium’s visual nature favouring artists, where do writers stand?…” Il problema della qualità e della fondamentale importanza delle sceneggiature è sempre-sempre-sempre presente ovunque. Costantemente irrisolto, perché se è “immediato” praticamente per chiunque capire quando un disegno è bello o brutto (cioé, quando ci piace e quando no), rendersi conto dell’inconsistenza di una sceneggiatura richiede una fase successiva, più complessa e lunga, quella della “lettura” e della relativa comprensione.
Vecchissima questione, che periodicamente si ripropone (non solo nel campo del fumetto, ovviamente). Ma sarà mai veramente possibile ampliare il parterre degli sceneggiatori veramente in grado di raccontatore bene cose che vale davvero la pena raccontare?
Il busillis viene proposto, stavolta, nella Grande India: click qui. Essendo Grande (è un intero sub continente, mica una piccola penisola, eh!), ogni cosa assume proporzioni enormi: è così anche per il fumetto, come potrete leggere.
Vecchissima questione, che periodicamente si ripropone (non solo nel campo del fumetto, ovviamente). Ma sarà mai veramente possibile ampliare il parterre degli sceneggiatori veramente in grado di raccontatore bene cose che vale davvero la pena raccontare?
Il busillis viene proposto, stavolta, nella Grande India: click qui. Essendo Grande (è un intero sub continente, mica una piccola penisola, eh!), ogni cosa assume proporzioni enormi: è così anche per il fumetto, come potrete leggere.