30 Ottobre 2014 10:20

E da noi, forse, c’è poco da celebrare …

Disney boccia la tv dei ragazzi. Considera inadeguata la qualità dei cartoni anjmati italiani e l’Autorità garante delle comunicazioni (AGCOM) le dà ragione. Così ha esonerato la multinazionale dall’obbligo di legge di destinare il 10% della programmazione e degli introiti netti a “opere europee di produttori indipendenti e opere cinematografiche di espressione originale italiana” sui suoi canali tv (Disney Channel, Disney Xd, Disney Junior, Disney in English).” (incipit dell’articolo di Alessandro Longo su Repubblica di oggi).

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Iginio Straffi, presidente di Rainbow

Fin qui la notizia. Ovviamente, son già fioccate le reazioni e le repliche piccate di produttori, esercenti e rappresentanti delle varie istituzioni di settore che si sono sentiti colpiti nell’orgoglio e, soprattutto, nel portafoglio da una decisione che in effetti non fa fare all’animazione nostrana una bellissima figura … alcuni, come Iginio Straffi, patron di Rainbow e artefice del fenomeno ‘Winx‘, hanno provveduto a tirar fuori i consueti italici richiami alla nostra cultura negletta e derisa da perfidi colonizzatori stranieri (con cui però si fanno spesso ottimi affari quando si tratta di vendere un brand, nevvero?): “L’Italia è debolissima nella difesa della propria cultura rispetto ai grandi gruppi che vengono a sfruttare il mercato … ” – ma prima di lanciarci in facili ‘leghismi’ imputando al bieco monopolismo disneiano tutti i mali di questo bistrattato settore, proviamo a riflettere un momento: e se in realtà avessimo avuto bisogno di un richiamo di questo genere?

Intendo dire: proviamo a confrontare la qualità delle produzioni estere rispetto alle nostre, e chiediamoci sul serio se siamo così all’altezza! E lasciamo perdere le tematiche, sto parlando anzitutto di linguaggio espressivo e inventiva: se ‘Mya&Me’, come sostiene Anne-Sophie Vanhollebeke di Cartoon Italia, rappresenta il meglio che possiamo offrire in quanto “fiction per ragazzi” e il resto son serie per bambini molto piccoli, tratte peraltro da libri di successo, come ‘La Pimpa’ e ‘TopoTip‘, e considerando al contempo cosa sta sfornando oggi la stessa Disney nel campo delle serie tv, davvero c’è da stupirsi che non trovino il nostro solito ‘minestrone della nonna’ particolarmente appetibile? E, soprattutto, a furia di rincorrere i mercati, esiste ancora un vero ‘stile italiano’ nell’animazione?

Ne riparleremo presto.

Una risposta a “E da noi, forse, c’è poco da celebrare …”

  1. Il fatto, innegabile e evidente a tutti, è che l’animazione Italiana è ferma agli anni novanta per tematiche, stile narrativo e stile di disegno.
    Non nego che ci siano eccezioni significative tipo la ‘Mad Entertainment’. Ma se l’unica serie davvero interessante (oltre ‘Mia and Me’) adesso è la co produzione Italia/Francia per ‘Calimero’ forse è il momento di svecchiarsi.

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