29 Ottobre 2014 18:13

Hideaki Anno: “Animazione giapponese su un binario morto’

… the Japanese animation industry has hit a dead end—it will be tough to escape unless we can make animation without commercial considerations… It may even be too late.” (dichiarazione rilasciata dal regista e animatore giapponese Hideaki Anno in occasione dell’ultimo Tokyo International Film Festival) – fonte: AnimeNewsNetwork.

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Parrebbe proprio che gli artisti più rappresentativi dell’animazione giapponese, da Miyazaki allo stesso Anno, non siano ottimisti riguardo alla (presunta) deriva ‘otaku‘ che il settore parrebbe aver intrapreso da qualche tempo, preferendo un’estetica e una narrazione platealmente ‘ammiccanti’ nei confronti del pubblico più commerciale e televisivo, e penalizzando sempre più un’autentica evoluzione artistica ed espressiva.

Personalmente, ritengo che si possa fare buona animazione anche ottenendo eccellenti incassi, e che il successo di un manga o un anime televisivo, come ad esempio ‘One Piece’, abbia permesso anche una certa ‘sperimentazione’ in campo cinematografico se si ha coraggio e soprattutto talento a disposizione.

E’ probabile che l’ideale di cinema di animazione che nello Studio Ghibli trovava il suo più emblematico rappresentante, sia in effetti destinato, almeno per ora, a doversi fare da parte, anche soltanto per l’enorme dispendio di energie fisiche e mentali che esso richiede .. ma a ben guardare non direi che il mondo produttivo nipponico sia messo così male!

E la televisione ha dimostrato spesso, ultimamente,  di saper ‘fare cinema’ anche meglio del cinema stesso … come la mettiamo?

Spesso, è veramente una questione di gusto personale.

Ma la questione sottolineata da Anno è attualissima, non solo per quanto riguarda il Giappone: abbagliati dagli enormi incassi dei Blockbuster globali, non ci saremo in effetti dimenticati che cosa sia la qualità?

Già: che cos’era, poi?!

Una risposta a “Hideaki Anno: “Animazione giapponese su un binario morto’”

  1. Certo che vista la serie di lungometraggi che sta facendo dichiaratamente solo per trovare soldi queste parole non è che abbiano un suono molto sincero.
    E anche ammettendo che in questi ultimi anni il numero di lungometraggi o serie nipponiche innovative sia scarso restano sempre quattro o cinque idee geniali che brillano in mezzo al fan service imperante.
    Per il resto qualsiasi opera d’arte deve essere fatta pensando anche che qualcuno la deve voler comprare.

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