9 Ottobre 2014 09:50

Superchicche … o supersexy?!

Powerpuff-girls 

Abbiamo recuperato questo post di Amid Amidi su Cartoon Brew in quanto ci pare susciti interessanti interrogativi: quanto è legittimo ‘rinfrescare’ un brand come questo, seppur in declino, attribuendogli una patina ‘sexy’ e ammiccante che però ‘cozza’ pesantemente con il suo spirito originario? Certo, tale nuova ‘estetica’ appartiene (per ora) alla trasposizione giapponese della serie, ma il tentativo di rendere ‘più mature’ le Superchicche, ammiccando così a nuove categorie di fans, appare evidente … ebbene, è il destino di tutte le eroine al femminile, dover ricorrere ad una sempre più ostentata ‘femminilità‘, o il punto è che ormai nessuno può più sfuggire a questo processo di ‘eroticizzazione’ mediatica?

powerpuffgirlcomics

E ancora, dato che in questo caso l’artista ‘incriminato’ non è maschio, come nel caso dello ‘scandalo Spiderwoman’ di Milo Manara, bensì una donna, ovvero Mimi Yoon, la quale come si può vedere dall’immagine sotto non è nuova a queste rappresentazioni ‘conturbanti’ di protagoniste celebri del mondo dei comics, il fenomeno va dunque inserito in un contesto di ‘riappropriazionefemminile della propria anatomia anche in campo artistico e mediatico, oppure ci si è semplicemente arrese al cliché più ovvio e ‘redditizio’ 

mimi-yoon-comics-art

Chissà. Il discorso è troppo complesso per esaurirlo in poche righe … però, egoisticamente, noi auguriamo alle mitiche ‘superpesti’ di potersi ancora a lungo dedicare a ‘salvarci la giornata’ senza troppe preoccupazioni per il trucco o  per la biancheria intima coordinata.

2 risposte a “Superchicche … o supersexy?!”

  1. Non è strano che si facciano cose simili a fumetti e penso si possano considerare più scherzi che cose fatte puntando al conturbante.
    Ma ammetto che io di queste cose non sono in grado di capirne molto.
    Ricordo un episodio dove le Suprechicche diventavano adolescenti e invece di salvare il mondo passavano la giornata al centro commerciale a parlare con ragazzi non vedendo i disastri che si scatenavano intorno a loro. Ovviamente era una parodia. Ma mica tanto!

    1. A mio parere l'”alibi” dello scherzo vale solo in certi casi: un conto è, come nell’episodio che citi, in cui si vuol evidentemente prendere in giro una certa fatuità tipica dell’età adolescenziale, un conto quando si ammicca pesantemente al lato ‘guardone’ che, oggigiorno, non è più soltanto appannaggio maschile ma è divenuto affatto trasversale, dato che ‘pin-ups’ come quelle qui mostrate riscuotono alto gradimento anche presso il pubblico gay … il punto, come scrive la Volpe, è lo spirito con cui vengono fatte queste operazioni: a me personalmente non pare che sprizzi fuori molta autoironia e giocosità da illustrazioni tanto patinate e allusive, che per posa e ammiccamenti somigliano più ai poster che occupano gli stipetti delle palestre o le cabine dei camionisti … poi, tu mi insegni che fanfictions & co. sono zeppe di queste reinterpretazioni, anche molto peggiori, però quando tale modo di rappresentare i personaggi diventa ‘ufficiale’ io provo la netta sensazione che tutto si riduca a motivazioni meramente commerciali: come sosteneva l’attricetta pettoruta di ‘Boris’, “la tetta vende”, ecco tutto.
      Far ‘crescere’ le protagoniste delle serie animate deve comportate per forza estremizzare la loro carica erotica?
      Non lo so, ma ritengo che le Superchicche, così come tutte le altre eroine, si siano conquistate sul campo il diritto di non doversi conciare come playmates per meritarsi una copertina. Ma questa è soltanto la mia opinione.

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