22 Settembre 2014 18:07

Omofobia televisiva: il ‘caso’ Porta a Porta

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Riceviamo e diffondiamo:

“La televisione è un linguaggio. La funzione dell’ospite in studio è quella dell’esperto. Può anche essere la persona più ignorante ed intrisa di preconcetti del mondo: basta sederla in uno studio televisivo e piazzarle davanti una telecamera accesa, per accreditarla agli occhi del grande pubblico come una che “ne sa”. Figurarsi se è anche Ministro della Salute: le sue parole sembreranno Tavole della Legge.
Peccato che ciò che è andato in onda mercoledì 17 settembre, in seconda serata, sul primo canale broadcasting dello Stato, sia una carrettata di sciocchezze. L’avevamo già detto qui ma questa volta lo ripete un comunicato stampa ufficiale del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Fulvio Giardina.

Mercoledì scorso NON abbiamo assistito ad una trasmissione di contenuto informativo, in cui fossero eventualmente rappresentati punti di vista diversi, ma ad un vera e propria operazione di omofobopoiesi (produzione di omofobia), da parte di un parterre di “esperti” composto da omofobi DOC ed astanti impreparati, come il ministro della Salute.

Non è sfuggito al dott. Giardina, che scrive : «Probabilmente considerazioni meramente ideologiche possono aver portato la ministra alla Salute, Beatrice Lorenzin, a dichiarare testualmente, nella puntata di “Porta a Porta” del 17 settembre scorso, che “la letteratura psichiatrica, da Freud in poi, riconosce la necessità per un bambino di avere una figura materna e paterna“, visto che questa tesi non è assolutamente supportata da ricerche e fonti scientifiche accreditate».

Nella trasmissione TV nulla traspare della realtà. Bruno Vespa e i suoi ospiti hanno saltato a pie’ pari il “piccolo particolare” che da anni l’Italia è ufficialmente succube di una minoranza omofoba che fa sui media e nei ministeri il bello e il cattivo tempo, un Paese in cui la cittadinanza ha o non ha diritti e doveri derivanti dall’ordinamento giuridico, per il solo fatto di costituirsi in un’unione etero piuttosto che omoaffettiva.

Ci sembra rilevante che, a causa di questa discriminazione omofobica, una pletora di cittadini e cittadine italiani, non goda della medesima considerazione di tutti gli altri e le altre da parte della legge, specie i minori che hanno l’unico torto di avere genitori omosessuali.

Quanto al discorso del ministro Lorenzin, per completezza d’informazione riportiamo le altre parole del presidente dell’Ordine degli Psicologi, Fulvio Giardina: «Non è certamente la doppia genitorialità a garantire uno sviluppo equilibrato e sereno dei bambini, ma la qualità delle relazioni affettive» e «La letteratura scientifica e ricerche in quest’ambito sono concordi nell’affermare che il sano ed armonioso sviluppo di bambini e delle bambine, all’interno delle famiglie omogenitoriali, non risulta in alcun modo pregiudicato o compromesso».

Ufficio Stampa Famiglie Arcobaleno

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4 risposte a “Omofobia televisiva: il ‘caso’ Porta a Porta”

  1. Che bello il nostro paese. Con la nostra televisione di stato e il nostro pensiero unico e incrollabile.
    Non guardo mai ‘Porta a porta’ e continuerò a farlo. Ma questo non cambia niente di ciò che è stato detto durante lo spettacolo.

  2. Se capisci bene, Aladar, ti accorgi che il comunicato stampa “ufficiale” dell’Ordine degli Psicologi è una semplice comunicazione, senza intestazione e senza firma; una dicharazione generica.
    In quanto alla carica di Presidente, dal web capisco che l’elezione è oggetto di controversia legale, quindi nulla.

  3. Ho visto un filmato con scambio di tenerezze fra persone dello stesso sesso, embè, cosa si vuol dimostrare?
    Piuttosto stona l’immagine della pancia di una donna incinta; cosa ci azzecca con l’amore fra omosessuali?
    Siate più seri!

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