20 Agosto 2014 20:21

Barzellette sui gay: perché non ci fanno ridere

Ricevo e rilancio:

“No, non riusciamo proprio a ridere perché centinaia di migliaia di persone come noi sono ancora costrette a vivere nella disperazione della solitudine, nella paura di vedersi discriminate a scuola, sui luoghi di lavoro, in famiglia e questo perché lo Stato non solo ci nega la parità di scelte e opportunità di fronte alle leggi ma non fa nulla per lottare contro l’omofobia sociale che affligge le nostre esistenze.
A chi argomenta che la satira colpisce tutti e nessuno alza, per questo, le barricate, rispondiamo così: «La satira è uno strumento fondamentale in democrazia perché critica il potere», afferma Federico Ferrari, responsabile ricerca di Famiglie Arcobaleno. «Quando qualcuno sale sul piedistallo (Totti), o siede su un trono (il premier), o detiene un potere sociale o istituzionale (preti e carabinieri)», prosegue Ferrari, «la satira è ciò che permette di guardarlo nella sua dimensione umana, ricordando a tutti che svolgiamo funzioni diverse ma siamo cittadini alla pari. Quando invece si rivolge ai più deboli e ne fa oggetto di scherno», conclude il dott. Ferrari, «si trasforma in una giustificazione dello status quo e della loro condizione di oppressi».
Per lo Stato italiano, le nostre famiglie, le nostre mogli, i nostri mariti ed i nostri figli non esistono. Per ognuna ed ognuno di noi che, a costo di enormi sacrifici, si reca all’estero per sposarsi e per avere dei figli, decine di migliaia di altre persone vivono nell’ombra, rinunciano a seguire la voce del cuore o vi sono costrette per motivi economici, si consumano nell’esclusione dalla possibilità di realizzare la propria personalità, a cominciare dall’affettività, per finire con la possibilità di metter su casa.

È l’Italia del 2014: un Paese che si dice democratico e liberale nega ai propri cittadini il diritto fondamentale e costituzionale di vivere come preferisce.
Rideremmo volentieri delle barzellette sui gay, anche delle più stupide, se non vivessimo in un regime di apartheid, che ci priva del riconoscimento dei diritti fondamentali. Rideremo di noi stessi quando avremo la stessa dignità sociale di tutte e di tutti. Ma fino ad allora combatteremo contro ogni forma di discriminazione e di scherno. Questo libretto non è altro che l’ennesimo insulto inflitto a milioni di persone e chiediamo al direttore di Visto di rendersi conto che non fa altro che nutrire l’odio e l’omofobia.
Quando vivremo in un Paese dove tutti i cittadini e le cittadine saranno veramente liberi e tutelati dallo Stato, senza discriminazioni, quando vedremo le nostre famiglie garantite dallo stesso diritto che tutela ogni altra famiglia, allora forse le barzellette sui gay riusciranno a strapparci un sorriso, sempre che siano scritte bene.”

giuseppina la delfa
presidente@famigliearcobaleno.org
associazione genitori omosessuali
www.famigliearcobaleno.org

Sottoscrivo (Gatto Zeneise)

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2 risposte a “Barzellette sui gay: perché non ci fanno ridere”

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