4 Agosto 2014 09:09

I ricordi di Angelo: Il Vittorioso

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Negli anni cinquanta c’era un settimanale, in formato quotidiano, edito dalla casa editrice AVE di ispirazione cattolica che si chiamava “il Vittorioso” ed era in vendita solo negli oratori o all’uscita delle Chiese.

Non ho mai capito come mai non fosse presente nelle edicole, comunque non lo compravo e lo leggevo perché me lo passavano due fratelli, miei amici d’infanzia.

Sicuramente non l’ho compravano neanche loro, forse perché avevano uno zio monsignore che li forniva settimanalmente.

Il Vittorioso iniziò le pubblicazioni nel 1937 e fu concepito per contrastare i fumetti di natura laica, pieni di violenza e di azioni rocambolesche, per cui presentava storie improntate alla correttezza di comportamento ed aveva lo scopo evidente di educare i giovani al reciproco rispetto.

A me non piaceva tanto ma lo leggevo per le storielle disegnate da Jacovitti, che ricordo come un innovatore dell’iconografia dei personaggi, tutti singolari nella loro forma e linguaggio, disegnati con umorismo trasgressivo e surreale.

Pippo, Pertica e Palla erano gli eroi del fumetto, le cui avventure seriose rispondevano poi ad una sana ironia e comprendevano la presenza discreta del cane Tom, che correva sempre in mezzo a loro integrandosi nella storia rappresentata.

Quasi tutte le vicende segnavano, in un angolo vuoto delle vignette, un salame affettato e terminavano con la firma dell’autore rappresentato da una lisca di pesce.

Seppi dopo che Benito Jacovitti, giovanissimo disegnatore iniziato proprio con il Vittorioso era, all’epoca, magrissimo e veniva soprannominato, appunto, lisca.

Jacovitti poi crebbe e diventò un omone alto e grosso, ma continuò a firmare i suoi fumetti con la lisca di pesce.

Nel 1957, quando passò al Giorno, disegnò per la pagina dei ragazzi, il suo personaggio più famoso: Cocco Bill, reso popolare su Carosello per la pubblicità dei gelati Eldorado.

Nel 1952 il Vittorioso lanciò una collezione di figurine intitolata “Le meraviglie della tecnica”, che ebbe successo fra i ragazzi ma ebbe vita breve tanto che pochi riuscirono a completare la raccolta.

Se non ricordo male l’albo per la raccolta veniva distribuito gratuitamente, mentre le bustine si compravano a parte e contenevano poche figurine.

Anche io non riuscii a completare l’albo e restai contrariato perché gli argomenti, cui era suddiviso l’albo, erano interessanti. C’erano, in progressione, le figurine che mostravano l’evoluzione della ferrovia, delle automobili, dell’aviazione che terminavano con figurine avveniristiche sulla conquista della luna.

Conservo ancora quell’albo incompleto; proprio perché incompleto non l’ho potuto regalare ai vari ragazzini dei parenti e vicini di casa, come successe all’albo degli animali, completo di 600 figurine e storia del Risorgimento, dove appresi delle gesta di Garibaldi e dell’unità d’Italia.

Col senno di poi mi pento di quei regali, oggi costituirebbero una testimonianza di come si dilettava e si formava un ragazzo degli anni Cinquanta.

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NdR – Per sollecitare ulteriori ricordi di Angelo, ecco una piccola gita negli albi dell’epoca: click qui. Dal Museo Virtuale delle Figurine.

Una risposta a “I ricordi di Angelo: Il Vittorioso”

  1. Correggo quanto da me affermato circa la raccolta delle figurine. L’albo costava 70 lire ma non lo ricordavo perchè non l’ho comprai.
    Sicuramente mi fu regalato dai due fratelli miei amici d’infanzia, i quai mi passavano pure i doppioni della loro collezione.

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