19 Luglio 2014 08:47

Come Prima

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COME PRIMA

di Alfred

Bao Publishing

Bella prova di un fumettista francese (all’anagrafe Lionel Papagalli), colto e talentuoso, con già una bella carriera che gli ha assicurato, nel 2007 (con Oliver Ka) il “Prix du Public” e “Prix Essentiel” al festival del fumetto di Angoulême per Per­ché ho ucciso Pierre.

Come prima era già stato pubblicato in Francia dalla Delcourt e bene ha fatto la Bao a riproporlo al pubblico italiano, in un bel cartonato.

E’ la storia di un viaggio, tema già collaudato ma che in questa storia assume caratteri d’originalità inconsueti, tra alternanze di paesaggi geografici e di ricordi che diventano incubi. A cavallo tra la Francia e l’Italia, nel luglio del 1958, due fratelli apparentemente diversi intraprendono un viaggio per riportare nel paesino della loro giovinezza l’urna con le ceneri del padre. Non si vedono da dieci anni, hanno attraversato l’uno una scelta di vita violenta, l’altro la mancanza di scelte. Fabio e Giovanni, su una vecchia Cinquecento, affidano inconsapevolmente al viaggio, alla strada tutti i rancori, tutta la disperazione del vivere, gli errori di una vita.

E il viaggio costringe a far fare ai due protagonisti (ma anche a molti comprimari) i conti con se stessi, a ricordare i lividi anni del fascismo della loro infanzia, a rimuovere i segreti mai confessati nemmeno a se stessi, a vomitarsi addosso con livore i reciproci fallimenti. Si sa, il fallimento cerchi di non ricordarlo, è solo una valigia pesante che ti trascini dietro, è solo un marchio a fuoco che cerchi di non guardare mai, che nascondi nel mutismo.

Alfred immerge questo pesante silenzio in vignette che mutano in continuazione “carattere” espressivo, con prevalenza di colori arancioni per rendere una luce che si trasforma in blù a ricordare le ombre. La autentica campagna francese è spesso dipinta in monocromie grigie, azzurre, arancioni, verdi, in sequenza. Le cose migliori sono le vignette verticali con uno spazio enorme dedicato a cieli notturni o a calde giornate. Nuvole di colore alieno, improbabili, che scoprono, in basso, paesaggi reali. Spesso la tavola si “stira”, si stilizza, le figure si deformano quando il dolore è più denso, più insopportabile. I personaggi sopportano, mi spiego, la lezione di Picasso ma qui le colombe non sono previste. Altre volte i ricordi sono affidati a “quadri-vignette”, con pennellate veloci ed essenziali, a due colori.

Magnifica la sequenza iniziale del racconto, dove lo stile pare ancora cambiare. Un incontro di pugilato tra dilettanti, dove la plasticità dei corpi, i volti abbozzati ricordano le statue di Rodin, la loro eterna, inutile riflessione, muscoli che si stirano in una fissità immortale.

Nella storia dei due fratelli, dove la pioggia ha preso spesso il posto delle lacrime, c’è però spazio per la redenzione. All’autore, d’altronde, interessa la “prima parola”, quella che serve a ricominciare la vita, a cominciare a sperare.

[Recensione di Nico Vassallo ]

COME PRIMA

di Alfred

Bao Publishing

(224 pagine – Euro 19,00)

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