11 Luglio 2014 17:24

Fare fumetti è un lavoro decente?

 ElricDufau

Quanto guadagna un autore di fumetti “medio”? Quanto spende per produrre il proprio lavoro? Quanto gli resta in tasca di netto per vivere la propria vita? Quanti autori sono iscritti a un sindacato di categoria? Quanti conoscono veramente la normativa di settore e le relative leggi e quanti ne parlano solo per sentito dire? Quanti versano dei contributi pensionistici? Quanti riescono a vivere col solo lavoro fumettistico? E, ancora, fare fumetti è un lavoro decente che vale la pena? Si tratta di domande semplici e le cui risposte, tutto sommato, potrebbero essere praticamente scontate per qualunque lavoratore… che non sia un autore di fumetti italiano. Già, perché, per esempio, i francesi (cui non mancano certo le preoccupazioni, di questi tempi, e sia che abbiano torto o ragione nelle loro rivendicazioni) pare che vivano il proprio lavoro con una diversa consapevolezza, a giudicare da quanto potete leggere facendo click qui e poi click qui. Ma, alla fine della fiera, il punto non è tanto fare il confronto con il livello di sindacalizzazione dei cugini francofoni, quanto capire se il fumettista è un lavoratore come gli altri, o un artistoide perso nella propria presuntuosa ed egocentrica creatività con falsate percezioni della realtà che lo circonda. Nella prima ipotesi ha qualche speranza di sopravvivere. Nella seconda… finale a scelta (la fantasia almeno non ci manca, siamo creativi, no?).