Da qualche anno il Gatto è diventato un assiduo lettore del quotidiano ‘La Repubblica’ e oggi, con sincero disappunto, si è imbattuto in un articolo che, per toni e impostazione generale, gli ha ricordato non poco quelli consueti di altre testate che considera da tempo usi (con malizia) a titillare i peggiori istinti dei loro abbonati: toni che non si aspettava, però, di trovare nel giornale diretto da Ezio Mauro.
L’autore, Giampaolo Visetti, corrispondente da Pechino per Repubblica, titolava a grandi lettere: “LA LEGGE ANTI-PEDOFILIA RISPARMIA I MANGA“, precisando subito dopo che ” … il divieto non riguarda i famosi fumetti incentrati su storie sexy con bambini … ” – un bell’inizio, non c’è che dire!
Se vi interessa, segue sul nostro blog.
Forse è una mia impressione.
Ma mi sa che il giornalista non avesse le idee molto chiare sull’argomento di cui tratta.
Ma sia ben chiaro che è solo una mia opinione.
La questione secondo me è un’altra. Su una notizia reale, è stato ricamato un florilegio di luoghi comuni, inesattezze e demonizzazioni abbastanza tipiche del modo di fare informazione nel nostro Paese (ma non solo). Parlare di manga e anime come turpi veicolatori di vizio e perversione, in mano alle onnipresenti ‘lobbies’, è ormai uno sport nazionale, ed è un pregiudizio che si autoalimenta anche grazie a generalizzazioni come queste. Oltre alla notizia, occorrerebbe sempre fornire al lettore un piccolo ‘glossario’ per aiutarlo a contestualizzare, non limitarsi a titillargli le idiosincrasie di cui già soffre. Almeno, secondo me.
Ma al giorno d’oggi stanno ancora dietro a questi luoghi comuni? Capisco negli anni Settanta, ai tempi dei famosi strali di Silviero Corvisieri su Goldrake fascista, ma oggi come oggi i giornali sono pieni di collaboratori che conoscono manga ed anime. Che delusione. E questo è un giornale che si definisce progressista.
Secondo me troppo spesso ai collaboratori esperti dell’argomento si fanno seguire soltanto gli eventi dedicati, magari le recensioni e gli approfondimenti … ma in casi come questi, in cui il fumetto e l’animazione sono legati a doppio filo con problematiche socio-culturali, etico-legali, e comunque di grande attualità, il più delle volte ci si abbandona a giudizi sommari, magari anche per attirare l’attenzione; e corrispondenti peraltro molto competenti nel loro campo non di rado soffrono di pesanti pregiudizi nei confronti di queste categorie artistiche, rispettate a parole ma nei fatti trattate con superficialità e un fondo di sospetto, come se si trattasse sempre di ‘cose da bambini’ o, peggio, ‘fuffa diseducativa’.
Condivido la rabbia per un articolo scritto da una persona chiaramente ignorante delle definizioni ‘Manga’ ed ‘Anime’ (ho letto l’articolo originale: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/06/19/la-legge-anti-pedofilia-risparmia-i-manga1819.html ), ma attenzione, il cognome del giornalista e’ Visetti e non Vosetti, se bisogna stare attenti alle definizioni a maggior ragione bisogna stare attenti ai nomi (e cognomi).
Cheers
Grazie per la segnalazione e per il link diretto all’articolo citato dal Gatto. La redazione ha provveduto a correggere il nome del corrispondente, che, per giunta, è da Pechino e non da Tokyo (per cui correggiamo anche questo).
E con queste correzioni (chissà se saranno le uniche?) notiamo che non solo i corrispondenti da Pechino posso commettere errori (tipica caratteristica umana, peraltro), ma anche i correttori dei corrispondenti commettono errori.
Com’è che diceva un umano di tanti anni fa? “Chi è senza peccato…” ;-)
Non arrabbiatevi, dai, umani: troppo spesso finite per essere eccessivamente aggressivi, invece di godervi questa meraviglia di Pianeta che vi ospita.
Potete invece scrivergli direttamente (al corrispondente, non al Pianeta) con cortesia e segnalare quelle che ritenete essere delle inesattezze: magari apprezzerà. ;-)
Tanto più che i suoi strali sembrano essere contro la pedofilia, più che contro il fumetto.
Anzitutto, chiedo scusa per le gravi inesattezze riportate nell’articolo, e anzitutto, mi scuso con Giampaolo Visetti: se quello del nome poteva considerarsi un refuso, l’attribuzione della sua sede è stato un vero errore di superficialità e pressapochismo, analogo a quelli che gli ho imputato nel mio post … e come giustamente si sottolinea nei commenti, occorre fornire precisione e correttezza prima di esigerne altrettanta. Per cui, chiedo venia.
Per il resto, vorrei chiarire che il mio non voleva essere affatto un grido d’accusa verso il giornalismo italiano, né tantomeno nei confronti dello stesso Visetti, che (come ho anche cercato di spiegare) non ho motivo di non ritenere un ottimo professionista nel suo campo … ma questo campo non mi è parso essere quello su cui si è permesso di esternare commenti alquanto offensivi verso la materia e, ripeto, assai fuorvianti nei confronti dei lettori. Non metto in dubbio che l’articolo fosse indirizzato contro la (presunta) deriva ‘pedofila’ di una parte della società nipponica (per quanto definire quello giapponese “… uno dei popoli più repressi del mondo” mi pare perlomeno arbitrario) e dei suoi (altrettanto presunti) difensori; ma ribadisco che il tono generale delle dichiarazioni – a partire dal titolo – era improntato a una piuttosto evidente denigrazione di manga e anime in quanto tali (da nessuna parte si operava una netta distinzione tra generi, e la popolarità del medium pareva dovuta ai suoi, anche qui presunti, contenuti perversi e licenziosi), e tutto ciò basandosi su quei ben noti stereotipi che tuttora non permettono in Italia e altrove di giudicare serenamente e con criterio i prodotti che arrivano dal Sol Levante.
Forse avrei dovuto scrivere al corrispondente per esporgli le mie perplessità? Con tutta cortesia, credo che non sia un male che chi si permette su testate nazionali toni perentori come questi ogni tanto riceva qualche timido tentativo di replica, pur se da voci irrilevanti come la mia … se poi avessi (senza volerlo) usato toni offensivi, me ne scuso sinceramente ma, a parte i (gravi) errori di attribuzione, ritengo di non aver attaccato il signor Visetti né sul piano umano né su quello professionale. Per me, questo articolo non costituisce autentica informazione, così come tanti altri in cui mi sono imbattuto nel corso degli anni su periodici, tv e web. E i miei giudizi sulla stampa italiana in generale sono personali, e in quanto tali opinabili. Ma con argomenti validi, possibilmente.
Io per primo sto imparando molte cose, anche commettendo svarioni come questi, e ritengo non sia un male talvolta portare certi argomenti su un piano di discussione meno ‘privato’, purché sempre rispettoso e documentato.
Personalmente, amo l’animazione e il fumetto, e mi sono permesso di rilevare come sull’argomento anime e manga nell’articolo in questione l’autore abbia tranciato pareri piuttosto ‘forti’ e lapidari, senza curarsi di essere né preciso né diplomatico. E rileggendolo più volte, ho mantenuto la stessa impressione.
Come giudicare, secondo voi, frasi come: “… resiste ora l’ultimo bastione del sesso rivolto ai maniaci dei bambini: i manga, i famosi fumetti nipponici, e i film d’animazione.“?
Ma sono come sempre ben lieto di ricevere pareri contrari (anche in privato!) perché credo in quella libertà di espressione (senza le virgolette!) che su AfNews ho sempre visto tutelata, come in questo caso. E sempre pronto a correggere gli errori che sicuramente commetterò, appunto, in quanto essere umano.
Grazie.