18 Giugno 2014 08:26

Paperino, mi ricordo…

PaperinoGallinella

In occasione dell’ottantesimo compleanno di Paperino, il famoso personaggio creato dalla fantasia di Walt Disney, mi sono ricordato di quando lo conobbi la prima volta.

ideufannulloni-disneyLo tratto come un personaggio reale tanta è la familiarità con la sua figura, avendomi accompagnato e dilettato per tutta l’infanzia e una parte della giovinezza.

Disegnato da Al Taliaferro, amico e coetaneo di Walt, fu pubblicato la prima volta sulle “daily strip” americane il 16 settembre 1934, col nome di Donald Duck.

L’anno dopo apparvero in Italia striscie di Paperino, così ribattezzato da noi, inserite nel giornaletto Topolino, edito dalla Nerbini fin dal 1932.

Il giornaletto passò poi alla Mondadori e dopo alterne vicende, causa le vicende di guerra, nel 1949 fu presentato in un nuovo formato libretto, partendo dal numero 1.

Fu in quell’anno che scoprii “Topolino” ed il mitico personaggio di Paperino, preferito da noi piccoli per la sua natura buffa, irascibile e simpatica per la sua infinita ingenuità.

A quell’epoca compravo Sciuscià e venni a patto con un mio amico di giochi, che iniziava la raccolta del nuovo fumetto: lui leggeva la mia striscia di avventure, io mi divertivo con le vicende dei personaggi di Disney.

Ricordo quella mitica collezione che il mio amichetto custodiva gelosamente; la conservò per parecchi anni, poi l’imprevedibile futuro ci portò in città diverse e senza contatti. Ora, credo, non la conservi più, ma è rimasto intatto il ricordo del personaggio che supera nel gradimento dei lettori, quello di Topolino, troppo saggio e serioso per far presa su chi ama l’ironia e il paradosso.

Paperino, alle prese con una vita grama, al limite della sfortuna e perennemente in lotta con la società, rispecchia un po’ la vita grigia del ceto medio, oberato di tasse e di ingiustizie.

Nella sua candida innocenza lotta contro i soprusi fiducioso di stare dalla parte della ragione, ma inesorabilmente sbatte il becco contro realtà più grandi di lui.

E’ la metafora del disgraziato e dei don Chisciotte, che non perdono mai la speranza anche dopo esperienze negative e ricominciano da capo con gli stessi propositi e con immutata passione.

Angelo Libranti

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